L'altra faccia del palazzo sede del Tribunale, dopo la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, dove pochi giorni fa si è sfiorata la tragedia per un lampadario crollato.
"Già l'anno scorso ed in occasione delle precedenti cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario il Presidente della Corte ha denunciato la clamorosa inefficienza nell'utilizzazione dei fondi europei e la grave reiterata inadempienza nei confronti dell'amministrazione della giustizia e dell'intera città. E' una vicenda paradossale: anno dopo anno, direi giorno dopo giorno, si aspetta che arrivi la notizia che è stata adottata una decisione definitiva, che sia stato localizzato quanto meno il luogo ove sarà ubicata la struttura. Ma non voglio ripetere la litania di lamentele e voglio confidare invece che l'opera dell'attuale amministrazione comunale, che ha segnato una indubbia discontinuità e a cui non può farsi carico dell'immobilismo ultraventennale delle passate amministrazioni, porti al concretizzarsi dei programmi o propositi di inizio anno, la cui realizzazione segnerebbe una svolta decisiva per la città anche come prospettiva di rilancio economico". Così il Presidente di Corte d'Apello facente funzioni Mario Zumbo, aprendo l'anno giudiziari, è tornato sulla vicenda della mancata realizzazione del secondo palazzo di giustizia.
Qualche settimana fa l'amministrazione comunale ha avuto l'ennesimo incontro con i rappresentanti del Ministero della Difesa per la cessione di parte delle aree della ex caserma Zuccarello, trattativa cominciata nell'estate dello scorso anno. Il sindaco è tornato da Roma con una nuova dichiarazione di disponibilità ma nessun atto concreto. Mentre il tempo passa e si avvicinano i nuovi termini per la decurtazione del finanziamento da 14 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero della Giustizia.
Intanto Palazzo Piacentini, attuale sede principale della maggior parte degli uffici giudiziari, cade letteralmente a pezzi. Il reportage di Serena Capparelli parla da solo. Alle foto bisogna soltanto aggiungere l'episodio di qualche giorno fa, quando un grosso lampadario dell'ingresso si è staccato, sfiorando un addetto alle pulizie. E il mai risolto spreco legato ai riscaldamenti: gli impianti vengono accesi infatti all'inizio dell'inverno e spenti a maggio. Restano accesi 24 ore su 24, notte compresa. Col risultato che, a parte lo spreco di gasolio, dentro Palazzo Piacentini fa caldo quasi da star male, d'inverno. Perché succede? Perché per accendere l'impianto deve arrivare al Tribunale un addetto del Comune. Non è dato capire se si è rotto il timer e non è mai stato riparato o perché l'impianto non può essere spento da un addetto del Palazzo.
Alessandra Serio