Ripercorriamo in vostra compagnia l’ultimo decennio del Messina calcio attraverso gli atleti che sono passati dallo Stretto e che hanno segnato un cammino che attualmente ci ritrova tristemente lì, dove tutto ebbe inizio
Facciamo un tuffo indietro e proviamo a rispolverare nel nostro personale ripostiglio della memoria, quanti più ricordi sul recente passato del Messina e dei calciatori che hanno calcato il terreno di gioco del Celeste prima e del San Filippo poi, in questi ultimi dieci anni. Uno spazio “amarcord” che vogliamo, in questo giorno di festa, condividere insieme a voi, provando magari a strapparvi qualche sorriso per non pensare al triste momento che vive la vostra e la nostra squadra del cuore. Fare un articolo riepilogativo di questo disastroso anno, sarebbe stato, per quanto ci riguarda, l’ennesima pugnalata in un giorno che invece speriamo sia per tutti voi di allegria e di buon auspicio per il futuro. Per questo vi invitiamo anche oggi ad inserire dei commenti, aggiungendo qualcosa a ciò che in basso leggerete, raccontandoci qualche vostro ricordo particolare legato ad un gol o una partita, oppure semplicemente per descrivere il vostro immortale amore per il Messina.
A MESSINA BIDONI, OGGI CALCIATORI DI SERIE A
Sono tanti i calciatori del Messina partiti dalla città dello Stretto come autentiche delusioni e che oggi invece vivono stagioni importanti in A. Tra questi il caso più rilevante è sicuramente quello di Amauri, “l’unico brasiliano (insieme a Rafael) che non sapeva giocare a calcio”. Proprio in riva allo Stretto il sudamericano ha conosciuto le prime gioie italiane, visto che fino a quel momento, tra Piacenza, Napoli, Parma ed Empoli aveva disputato poche gare. Anche in Sicilia la stagione non parte benissimo con Franco Oddo in panchina, con prestazioni davvero sconfortanti nonostante in allenamento i numeri fossero davvero d’alta scuola. Nel girone di ritorno però, Amauri diventa l’Aristoteles (vedi L’allenatore del Pallone), un vero calciatore che in coppia con Zampagna comincia a collezionare gol. L’anno successivo lo gioca a Chievo in massima serie, ma è Palermo che gli darà la ribalta prima di questa stagione, memorabile, con la maglia della Juve, che potrebbe addirittura regalargli la nazionale (verdeoro o azzurra?). Altri casi da non sottovalutare sono quelli di Sergio Floccari e Giuseppe Sculli, due che neanche con gli occhiali di precisione sembravano riuscire a vedere la porta al San Filippo e che invece stanno facendo molto bene rispettivamente nell’Atalanta e nel Genoa. Un giocatore cresciuto notevolmente ma che già in maglia giallorossa faceva intravedere qualcosa di buono, è invece Antonio Nocerino, centrocampista irremovibile del Palermo e lo scorso anno alla Juventus. Era riuscito a crearsi il suo spazio a Napoli in B, ma non è riuscito a confermarsi in A Emanuele Calaiò, che adesso è stato addirittura superato da Ghezzal e Frick nel Siena. Resta comunque un giocatore di massima serie.
I BIDONI E I MISTERI
La rassegna non può non partire dal ghanese Abdul Rahman Issah, un’autentica meteora. Già dall’esperienza in riva allo Stretto erano tanti i dubbi sui suoi numerosi viaggi in Patria senza ritorno, fino all’ultimo che ne ha sancito la “scomparsa”. Le ultime notizie calcistiche risalgono alla stagione 2001-2002, quando Issah arrivò a Febbraio nel Goldfields Obuasi, serie A ghanese. Starà a cercando fortuna nel suo Paese, come diceva di voler fare in questa scheda dell’Ac Bellinzona? (http://www.acbellinzona.ch/sito_archivio/03squadra/00schede-e-foto/00schede-01giocatori/issah.html). Un autentico cimelio. Altra carriera terminata nel nulla è quella di Panagiotis Gonias, 118 minuti a Messina agli ordini di Bortolo Mutti nella stagione 2004/2005, 4 partite giocate (tre sconfitte) e ceduto a gennaio al Crotone in serie B: il greco ha chiuso con il calcio a livelli professionistici l’anno dopo. Altro “pacco” è Roberto Antonio Nanni, al secolo l’erede di Batistuta. L’Fc Messina di Valentini cerca sul mercato la punta per salvare la stagione e prende dal Siena l’argentino, fino a quel momento 8 presenze e 0 gol. Il bomber conferma la sua fama, realizzando nei sei mesi successivi 1 gol in 9 presenze. E come dimenticare un altro dei grandi colpi messi a segno dall’attuale Ds dell’Ascoli: in riva allo Stretto arriva infatti a gennaio, per salvare la squadra nella stagione 2006/2007, Ibrahima Bakayoko, sei presenze, zero reti, ma un ingaggio da favola. Tanto che l’anno dopo, in serie B, l’ivoriano punta i piedi e Gasparin deve faticare tantissimo prima di rifilare la “sola” ai greci del Larissa. Tra gli altri mitici acquisti comunque, non vanno dimenticati il campione del mondo Vincent Candelà, che chiusa l’esperienza a Messina si ritirerà dal calcio, Innocenti Duccio, Massimo Minetti (dalla A, oggi alla Novese in serie D) e il mitico Gabriele Paoletti, che dopo dieci anni di onorabile carriera, ha dovuto aspettare il 2008 per scrollarsi di dosso il record negativo di non aver mai concluso partite ufficiali senza prendere rete (Arezzo-Paganese 3-0). Ma a proposito di portieri è giusto ricordare i secondi, anzi i terzi, Aiardi e Quarta e Saul Santarelli, la cui esperienza, prima della crisi esistenziale, è durata solo tre settimane. Il Messina in serie A diventa anche orientale, ma per motivazioni prettamente legate al marketing. Così mentre Nakamura segna con la maglia della Reggina e farà incassare a Lillo Foti parecchi soldini dalla sua cessione al Celtic, a Messina sbarcano prima Yanagisawa, che almeno offre a Di Napoli un assist nel derby proprio contro la Reggina (per il resto 0 gol) e poi Mitsu Ogasawara, che realizza addirittura una rete contro l’Empoli prima di scomparire nell’oscurità chiamata Bruno Giordano. E a proposito di grandi attaccanti, chiusura dedicata a Antonio Borrotzu, che vestì, si fa per dire, la maglia del Messina nella stagione 1998/99, con due presenza all’attivo. Attualmente milita in serie D, nel Tavolara, squadra di Olbia.
QUANTI GOLEADOR…
Quanti brividi, emozioni, gioie, esultanze. Quante volte il Celeste e il San Filippo hanno gioito per le loro prodezze e per quella rete che si gonfiava. Messina è stata per anni celebre per la sua capacità di stimolare i grandi bomber, che infiammavano a suon di gol la bolgia giallorossa. Ricordiamo insieme qualche protagonista della scalata. Tonino Sparacio, che all’epoca della promozione dalla D alla C2 alcuni messinesi volevano addirittura diventasse “sindaco”. Per lui, palermitano di nascita e proveniente dalla Casertana, 45 presenze e 13 gol con la biancoscudata dal 1997 al 1999. Un giocatore di categoria, che tra C2 e dilettanti era in grado di fare la differenza. Partì assieme a lui anche la scalata di Leo Criaco, difensore goleador che arrivò con il Messina fino in serie B. Uno score da vera punta per il centrale di Africo, che ha nel tiro su calcio piazzato la sua caratteristica principale: 15 gol nella stagione 1997/98.
Le tre stagioni in serie C, a livello di gol, hanno un nome e un cognome: Vittorio Torino. 24 gol la prima stagione, 10 nella seconda, 13 nell’ultima. La sua carriera fu segnata dall’errore dal dischetto nell’ultima giornata del campionato 2000/2001, quando il Messina perse ad Avellino e dovette disputare i playoff prima di festeggiare la promozione in cadetteria. A fine stagione il mitico Vittorio fu ceduto. Passaggio di consegne con Denis Godeas, carattere completamente diverso, molto meno passionale e molto più settentrionale. Per lui 10 gol in C1 e 15 in B, nell’unica stagione targata Aliotta, poi arrivarono i Franza e il matrimonio si sciolse subito. E l’anno che inizia sotto la nuova proprietà assegna lo scettro di cannoniere a Riccardo Zampagna: il giocatore mostra tutto il meglio e il peggio di sé con la maglia del Messina, esaltandosi durante il campionato con 18 reti messe a segno, ma poi abbandonando a fine stagione per tornare nella sua Terni. Nella stagione che vale la promozione sale in cattedra Arturo Di Napoli, arrivato a campionato iniziato insieme a Bortolo Mutti per risollevare una squadra all’ultimo posto da Vincenzo Patania. Re Artù ne piazza ben 19: una rinascita per lui e per tutta la città, che sogna ad occhi aperti. Al suo fianco i tifosi del Messina conoscono un altro difensore goleador, Alessandro Parisi, che contribuisce in maniera forte alla promozione realizzando 14 marcature. In serie A si ritrovano insieme Di Napoli, Parisi e pure Zampagna, che non riesce a dire no al richiamo del massimo campionato nazionale. Nel torneo che i giallorossi termineranno al settimo posto realizzano singolarmente: 9 gol Arturo, 6 Parisi, 12 gol Zampagna. L’anno successivo il giocattolo si rompe e anche i tre sono molto meno decisivi. Parisi viene colpito da ripetuti infortuni che incidono sulla stagione, Di Napoli litiga con Mutti e non riesce a rendere, ma non lascia Messina. Abbandona dopo due sole reti in 11 partite Zampagna, che si accasa a Bergamo. Nella stagione successiva, 2006/2007, il Messina viene ripescato e punta tutto sul profeta in patria Cristian Riganò, che realizzerà 19 gol. Reti che non basteranno ad evitare la retrocessione.
GENIO E CLASSE
Quando si parla di genio non si può non pensare a Enrico Buonocore. Il Maradona di Ischia ha letteralmente fatto impazzire il Celeste, per due anni il regno delle sue magie. Arriva a Messina nel gennaio del 2000, in C2 e andrà via per tornare a Ravenna nel gennaio del 2003, dopo due infortuni al menisco che lo mettono fuorigioco. Carattere focoso, pregio e difetto del suo vivere la vita e il calcio, fa provare ad una piazza calorosa di suo, l’ebbrezza di sognare con un numero dieci vecchia maniera, razza ormai in estinzione.
Classe, tecnica e grande senso tattico: Sasà Sullo. Il capitano, il professore, una delle bandiere del Messina che resterà per sempre. E’ stato anche insignito della cittadinanza onoraria. Un condottiero con il fioretto e la testa, che è riuscito a vincere una partita più importante di quelle che si disputano sul campo. Quella contro il cancro. A proposito di scalate, una menzione particolare vogliamo farla per Pippo Romano, attuale allenatore dell’Acicatena. Pippetto dalla serie D è arrivato fino alle serie B con la maglia peloritana.
Tecnicamente validi anche i vari Campolo, D’Agostino e Iannuzzi.
POLMONI, ATTACCAMENTO E ALTRI DA RICORDARE
Anima e corsa. Al primo posto non può che andarci Carmine Coppola, uno che da Messina è stato praticamente adottato. Il centrocampista, da poco transitato alla Salernitana, è cresciuto con i colori giallorossi addosso. Arrivato nell’era Salerno in C1, è riuscito a conquistare la maglia azzurra della nazionale, convocato da Marcello Lippi. Quando fu portato dall’ex Ds in Sicilia, era infortunato e aveva davanti Antonio Obbedio, un altro che ha lasciato un grande ricordo da queste parti. Il mediano è rimasto a Messina dal 1999 al 2002, combattendo e sudando. Durata meno, due stagioni, l’esperienza di Loris Del Nevo, un passionale apprezzato per il suo impegno in campo. Ma sono tanti, in realtà, che in un modo o nell’altro sono rimasti legati alla città: Emanuele Manitta, Sasà Marra, Ciccio Marra, Raffaele Ametrano, Mimmo Giampà, Daniele Portanova, Pietro Sportillo, …
EMANUELE RIGANO