Dalle “cimici- di Sinatra ai poteri speciali di Buzzanca

Dalle “cimici- di Sinatra ai poteri speciali di Buzzanca

Dalle “cimici- di Sinatra ai poteri speciali di Buzzanca

Tag:

mercoledì 31 Dicembre 2008 - 15:37

Prima fase dominata dalla discussa gestione commissariale. Poi le travagliate elezioni, i dissidi interni di centrodestra e centrosinistra, il caso Messina calcio e l'emergenza lavoro

Definire “intenso- l’anno appena trascorso per quanto riguarda la politica di Palazzo Zanca e dintorni è quantomeno un eufemismo. Basti pensare che il 2008 si era aperto con un commissario straordinario, il discusso Gaspare Sinatra, costantemente nell’occhio del ciclone e si è chiuso con un sindaco, Giuseppe Buzzanca, fresco di poteri speciali ma alla guida di una coalizione sempre più in “burrasca-. Nel mezzo una costante che purtroppo non può certo rallegrare: le tante, troppe emergenze lavorative, che hanno bussato a palazzo da gennaio a dicembre. Con uno spettro sullo sfondo: quello del dissesto finanziario.

LO SCATENATO SINATRA, IL CAOS ELEZIONI

Ordinaria amministrazione? Magari. Gaspare Sinatra non è stato certo con le mani in mano nei circa sette mesi in cui è stato chiamato all’onere-onore di reggere il Comune di Messina. Accompagnato dalla inseparabile Maria Stella Passero e dall’immancabile sigaro, il buon commissario ha preso di mira, in particolare, le società partecipate, vero tallone d’Achille di Palazzo Zanca. Dopo aver ridotto i contributi annuali del 15 per cento (fatto che è stato poi “pagato- sul finire del 2008), Sinatra il 25 febbraio decide di azzerare tutte le società, nominando due giorni dopo i rispettivi amministratori unici (l’Atm viene commissariata a febbraio). Le azioni del commissario attirano la disapprovazione in particolare del centrosinistra (molto attivo il duo Rinaldi-Panarello, che a marzo presenterà anche un dossier), che ne critica la presunta vicinanza all’Mpa. Il 20 marzo, in pieno periodo pasquale, il caso più curioso e al tempo stesso grave della gestione Sinatra: nella sua stanza al Comune viene trovato un ampio sistema di microspie. Da quanto erano lì? Chi le ha piazzate? Un mistero tuttora irrisolto. Non particolarmente felice il rapporto con il Tar di Catania, dalle cui decisioni dipenderà gran parte dello stucchevole tira e molla sui vertici dell’Ato3 (più volte si sono avvicendati Barresi e Spicuzza, prima della definitiva “vittoria- del primo).

Mentre Sinatra fa il bello e il cattivo tempo a Palazzo Zanca, gli schieramenti politici sono alle prese con una lunga e impegnativa maratona elettorale. Complici le dimissioni di Totò Cuffaro (26 gennaio), nel giro di pochi mesi si vota per governo nazionale, Regione e amministrative. A livello locale il Pd scioglie subito i dubbi: è Francantonio Genovese il candidato a sindaco. Più travagliato il percorso regionale, dove alla fine si trova l’accordo sul tandem Finocchiaro-Borsellino, ma con i primi malumori che iniziano ad emergere (su tutti Antonio Saitta). E’ piena bagarre, invece, nel centrodestra. Il primo nome a venir fuori è quello di Francesco Stagno D’Alcontres, ma l’incombenza delle regionali rimanda tutto a fine aprile. Acque agitate anche all’Udc, dove Fabio D’Amore saluta tutti per fondare, il 2 febbraio, il “terzo polo-, Risorgimento Messinese, insieme all’ex Vince Messina Carmelo Briguglio, mentre Gianpiero D’Alia prima annuncia e poi ritira una sua candidatura “solitaria- alla fascia tricolore.

Le elezioni del 13 e 14 aprile sanciscono la disfatta del centrosinistra su tutti i fronti, con Berlusconi presidente del Consiglio e Raffaele Lombardo, leader di un Mpa sempre più in ascesa, nuovo governatore della Sicilia. Tredici messinesi volano a Roma tra i banchi del Parlamento, dodici vengono eletti all’Ars. Si ricomincia a parlare di amministrative, e sebbene sulle prime Pdl, Mpa e Udc sembrano voler correre insieme, i malumori serpeggiano, anche a causa dei tentennamenti di Lombardo sulla composizione della giunta regionale.

Anche in questo caso il Pd parte prima, e il 26 aprile candida a sorpresa l’imprenditore Paolo Siracusano alla presidenza della Provincia. Il 7 maggio è il giorno della famosa “fuga in avanti-: Pdl e Udc rompono gli indugi e candidano Buzzanca e Nanni Ricevuto, lasciando fuori dall’accordo l’Mpa, con alcune correnti del Pdl (su tutti Corona e Germanà) che si dissociano. L’Mpa, per tutta risposta, sigla un patto di “ripicca- con D’Amore e Risorgimento messinese, candidando Carmelo Lo Monte a Palazzo dei Leoni. Le settimane passano, le riunioni notturne, tra Messina, Roma e Palermo, si sprecano, fino alla fumata bianca del 20 maggio: accordo raggiunto, Pdl, Udc e Mpa tornano insieme e si stringono attorno al tandem Buzzanca – Ricevuto. Negli stessi giorni scoppia una grana nel Pd: un clamoroso errore “castra- Siracusano delle sue liste elettorali alla Provincia. Un caso che porterà alle dimissioni, il 22 maggio, del coordinatore provinciale Franco Rinaldi e che acuirà i dissapori tra gli ex Ds e la corrente “genovesiana- del partito.

Due fatti animano il dibattito nei giorni immediatamente precedenti le elezioni: il 6 giugno i Franza decidono di non iscrivere il Messina alla serie B, inizia la corsa tra i candidati a trovare un possibile acquirente della società. Il 10 giugno, invece, con un colpo di scena Buzzanca presenta la sua “commissione Attali-, il Laboratorio Messina, della quale fa clamorosamente parte il suo ex acerrimo nemico Marcello Scurria. Si giunge alla due giorni elettorale del 15 e 16 giugno: complice un flop inatteso di Genovese e nonostante l’ottimo risultato di D’Amore, Buzzanca vince le elezioni, che passeranno però alla storia per i clamorosi ritardi nelle operazioni di spoglio (i dati ufficiali sul consiglio arriveranno solo il 3 luglio), un caos che porterà ad un ricorso presentato da due cittadini, Giuseppe Russo e Giulia Gatto (la sentenza il 12 gennaio).

SEI MESI DI AMMINISTRAZIONE BUZZANCA

Il 20 giugno, il giorno dopo la proclamazione, Giuseppe Buzzanca torna in pompa magna sullo scranno più alto di Palazzo Zanca, indossando nuovamente quella fascia tricolore che il tribunale gli aveva tolto nell’autunno del 2003. Non sono semplici i primi giorni di convivenza con Sinatra: quest’ultimo, con i poteri del consiglio comunale, non approva il bilancio di previsione, per il quale da Palermo dovrà arrivare il commissario ad acta Garofalo, che lo ratificherà il 2 luglio. Il 4 luglio viene proclamato il consiglio comunale e soprattutto viene nominata la giunta, che lascia scontento in particolare l’Mpa. I “lombardiani- trovano una sponda nell’Udc, lo scontro si sposterà poi a Palazzo dei Leoni.

Il 18 luglio si riunisce per la primo volta il consiglio comunale, che elegge Pippo Previti dell’Mpa presidente, mentre i capigruppo di Pdl e Pd sono Pippo Capurro e Marcello Greco. Il periodo è particolarmente caldo, e non solo perché è estate: Palazzo Zanca è invaso dalla vicenda Messina calcio, che per stessa ammissione del sindaco ha occupato buona parte delle sue prime settimane di lavoro. Una vicenda il cui epilogo, purtroppo, è noto a tutti. Ma i “bollori- sono anche nell’opposizione, dove il trio Bottari-Panarello-Saitta comincia ad esternare in maniera più decisa i propri malumori sulla gestione del partito da parte del segretario regionale Genovese.

Ci mette del suo anche il consiglio comunale, che per primo solleva il coperchio sulla vicenda della convenzione degli stadi, grazie in particolare alla verve “investigativa- del terribile duo del Pdl Pergolizzi – Melazzo. L’8 agosto si chiude ogni problema con l’Mpa: Buzzanca nomina il quindicesimo assessore della sua giunta, Fortunato Romano. Il 2 settembre il Comune, la Provincia, l’Autorità portuale e la Camera di commercio siglano un importante accordo di programma sulla cittadella fieristica, mentre prime nubi si affacciano sull’Ente Fiera (che qualche mese dopo verrà “sfrattato-). Altra intesa importante viene siglata due settimane dopo tra Palazzo Zanca e Rfi sulle aree dismesse delle Ferrovie e la nuova stazione, da realizzare a Gazzi. Il 9 settembre Filippo Ribaudo, segretario generale del Comune, diviene anche direttore generale. Doppio incarico fino alla scadenza del suo primo mandato.

Intanto prosegue l’attività frenetica dei consiglieri comunali e in particolare della I e l’XI commissione: è del 22 settembre la decisione di inviare in Procura tutti gli atti relativi a Ato3, Messinambiente e Feluca (quasi un mese dopo, il 16 ottobre, verranno portati alla magistratura anche i documenti sulla vicenda stadi). Il 26 settembre l’aula si pronuncia per la prima volta su un ticket per l’attraversamento del centro cittadino di quei mezzi che devono oltrepassare lo Stretto, mentre quattro giorni dopo vengono approvati, tra le polemiche, il bilancio consuntivo 2007 e il riequilibrio.

Il 3 ottobre arriva il grido d’allarme del sindaco Buzzanca: Messina ha bisogno di aiuto, il governo ci mandi 500 milioni di euro. Pochi giorni dopo vengono chiamati a raccolta per due diversi confronti i parlamentari nazionali e i deputati regionali (da quest’ultimo incontro viene fuori la bozza di una nuova legge speciale sul risanamento). Tornano al Pd, il 7 ottobre, con l’elezione di Pippo Rao a segretario provinciale (il 28 novembre Grioli diventerà segretario comunale) si amplia la frattura tra la maggioranza del partito e i “dissidenti-, ovvero ex Ds, aree Letta e Bindi e Vince Messina. A Palazzo Zanca, mentre Buzzanca è intento a lanciare l’operazione “tolleranza zero- (nel mirino bulli, graffitari e prostitute), il 10 ottobre scoppia il caso Scoglio, raggiunto, insieme all’ex city manager Fragale, al commissario Sinatra e ai fratelli Franza, da un avviso di garanzia per la vicenda della convenzione sugli stadi. Un caso che diventa politico quando D’Alia ne chiede le dimissioni (a oggi mai rassegnate).

Spentesi le luci della festa dell’Mpa, svoltasi a Messina tra il 25 e il 27 ottobre, il giorno dopo in consiglio si inizia a parlare di possibile sfiducia per l’ufficio di presidenza, in particolare per Previti, costantemente nel mirino di consiglieri dell’opposizione ma anche del centrodestra. I “guai- in aula iniziano con l’arrivo dei primi debiti fuori bilancio. Il 10 novembre, con una votazione che si potrebbe definire quasi “storica-, il consiglio decide di “rimandarli al mittente-, approvando un emendamento che chiede di verificare le responsabilità in merito dei vari dirigenti del Comune. Tre giorni dopo Buzzanca chiama a raccolta il Pdl: i debiti vanno votati, anche e soprattutto perché aleggia nuovamente lo spettro del dissesto finanziario. Sulla vicenda ricominciano i dissidi con l’Udc, corrente D’Alia in particolare, con il vicesindaco Ardizzone che dice no ad un bilancio di previsione incentrato sulla dismissione degli immobili (Naro ne prenderà le distanze). La spaccatura diventa palese quando il 24 novembre Buzzanca nomina il collegio di difesa. D’Alia va giù duro contro il sindaco, inizia una polemica che può dirsi definitivamente chiusa solo da pochi giorni (nel frattempo, però, nasce l’intergruppo comunale tra Mpa e Centro con D’Alia).

Nel frattempo il consiglio comunale aveva ratificato l’accordo di programma sulla Stu, non senza qualche polemica, ma la vera bomba arriva il 3 dicembre: la Corte dei Conti mette in guardia tutti, si faccia qualcosa o il crollo finanziario del Comune sarà inevitabile. La nuova “grana- politica arriva il 17 dicembre: il Pdl si divide in consiglio su una delibera che chiede la proroga dei poteri speciali e in particolare su un emendamento che ne propone l’affidamento al sindaco. Nasce una bagarre che porterà ad un vertice infuocato, i cui echi non si sono ancora spenti. Questo nonostante il 23 dicembre il governo assegni effettivamente i poteri a Buzzanca. Contemporaneamente viene annunciato l’arrivo di 13 milioni di euro da Roma per la mobilità urbana (frutto di un iter iniziato però dalla precedente amministrazione). In chiusura di anno gli ultimi botti: Buzzanca ufficializza le nomine dei Cda di Amam, Ato3 (che potrebbe non essere quello definitivo) e Polisportiva Messina, sistemando qualche tassello ma lasciando a qualcuno l’amaro in bocca. Si prevedono fuochi d’artificio per l’inizio del 2009.

(foto Dino Sturiale)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007