Calcio in città: la svolta del Messina ai Lo Monaco, che al giro di boa è capolista

Calcio in città: la svolta del Messina ai Lo Monaco, che al giro di boa è capolista

Calcio in città: la svolta del Messina ai Lo Monaco, che al giro di boa è capolista

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lunedì 31 Dicembre 2012 - 15:32

Dopo il campionato chiuso ai playoff la “rivoluzione” del 12 giugno, con la cessione del club e l’avvio di un progetto che si preannuncia stabile e duraturo. E’ già un successo. 2012 positivo anche per il CdM

L’anno che sta per chiudersi può essere positivamente per ciò che il calcio cittadino. Ha chiuso il girone d’andata al primo posto il Messina del patron Pietro Lo Monaco. Il girone I della serie D ha regalato parecchie emozioni nella prima parte del torneo in corso, concedendo ai tifosi peloritani gioie attese ormai da anni. Giusto però partire dalla stagione calcistica 2011/2012. Il Messina con Lello Manfredi al timone e Carmine Coppola in campo con la fascia di capitano, ha cercato settimana dopo settimana di accorciare la distanza dalla battistrada HinterReggio, non riuscendo però a centrare mai l’aggancio anche per colpa della mannaia dei punti di penalizzazione, ridotti solo a campionato praticamente concluso. Non va meglio ai playoff, dove il Messina passa fuori casa contro la Battipagliese ma capitola 0 a 3 sotto la pioggia del San Vito di Cosenza. I silani vincono l’appendice ma restano comunque in D: scherzi federali.

La data che potrebbe però rappresentare la vera svolta per la storia sportiva del Messina è il l2 giugno, quando viene ufficializzato il passaggio di consegne dal gruppo messinese che ha traghettato l’Acr dal fallimento a mani assolutamente sicure. Sono quelle all’attuale Amministratore delegato del Palermo, che ha rilevato il club e in pochi mesi ha cambiato completamente l’organizzazione interna, provando a darle un’impostazione più professionale. Senza problemi societari a cui pensare, la squadra e tutto l’ambiente può concentrarsi solo sul campo, cercando di tornare laddove il Messina merita di stare: tra i professionisti. La gestione sportiva viene affidata al Ds, Fabrizio Ferrigno, che rivoluziona l’organico e compone un roster in grado di ambire abbondantemente al salto di categoria. Le uniche conferme sono quelle di Giorgio Corona, divenuto vero capitano e leader, e Cocuzza. Arrivano, tra i big, i difensori Chiavaro e Ignoffo, i centrocampisti Bucolo e Quintoni, l’attaccante Croce. La vera chicca del mercato è l’honduregno Leon, che però non riesce ad esprimere tutto il proprio potenziale, non adeguandosi alla categoria. Verrà poi tagliato nel mercato di dicembre al pari di Croce, per fare posto a Savanarola e Chiaria. Tante le migrazioni da Milazzo, su tutte quelle dell’allenatore Gaetano Catalano, al quale viene affidata la panchina. L’inizio è altalenante, in termini di qualità del gioco e di risultati. Poi il tecnico cambia modulo alla vigilia della trasferta del 21 novembre contro il Palazzolo, passando ad un 4-4-2 che darà al Messina equilibrio ma anche pericolosità in zona offensiva. Cresce la condizione atletica e così nella la compagine giallorossa, da vera candidata alla vittoria del torneo, senza nascondersi, diventa la squadra da battere. Allo scontro diretto del San Vito del 9 dicembre, l’Acr si presenta con tre punti di vantaggio, azzerati dal 3-2 che premia il Cosenza. Nessun dramma, però, in casa giallorossa, dove l’ottima prova carica di sicurezza Maiorano e compagni, che dapprima battono il Ragusa in casa e poi vincono facile contro i giovani della Nissa, tornando in testa da soli approfittando del ko del Cosenza proprio a Ragusa. Verso l’anno alle porte la dirigenza è stata chiara: nessun calo di concentrazione, per raggiungere il risultato bisognerà lottare ogni partita. Parole sacrosante, ma l’impressione è che finalmente il meccanismo che ha entusiasmato tanti messinesi nella scalata targata Aliotta-Franza si sia rimesso in moto. Ecco perché, per il 2013, la speranza è di rivedere sempre più persone al San Filippo.

Anno tutto sommato positivo anche per il Città di Messina. Il sodalizio presieduto da Elio Conti Nibali ha conquistato lo storico traguardo della promozione in serie D, mai raggiunto dalla società dalla quale il CdM è nato, il Camaro dei Chiofalo. Un risultato frutto dell’impegno economico di un gruppo di imprenditori messinesi ma soprattutto della squadra guidata magistralmente da Pasquale Rando. La corsa alla vittoria del campionato di Eccellenza viene vanificata dalla sconfitta nello scontro diretto contro il Ragusa del 18 marzo, firmata, beffa nella beffa, dal messinese Sisalli. Il CdM chiude il torneo a quota 79 punti ma non basta per ottenere la promozione. Le sette vite dei giallorossi si manifestano però nei playoff: la scalata continua e il Città di Messina fa fuori uno dopo l’altro tutti gli avversari, conquistando la quinta serie il 17 giugno nell’autentica battaglia di Santa Maria Capua Vetere contro il Gladiator. Il seguito minore di pubblico non spaventa i soci che hanno intrapreso questa avventura, che messe da parte le possibilità di fusione con il Messina, decidono di lanciarsi in questa nuova sfida. Gli investimenti rispondono sempre di più al nome di Giovanni Piero De Leo, che da vicepresidente diventa autentico patron del CdM. Viene nominato Ciccio La Rosa nuovo Ds, arrivato direttamente dall’Acr. Ma il nucleo storico non viene smantellato, anzi viene rinforzato con i super acquisti in attacco di Tiscione e Saraniti, rispettivamente capocannonieri in carica di serie D ed Eccellenza. L’inizio del campionato premia queste scelte, con il Città di Messina che si dimostra capace di mettere in campo un calcio spettacolare. Ne beneficano anche risultati e classifica. Il CdM vince la prima stracittadina con il Messina al “Celeste” il 26 settembre, gara valida per la Coppa Italia. Il 29, davanti alle telecamere di Rai Sport, l’esito è opposto. Assenzio e compagni rialzano la testa, riuscendo anche a superare il Cosenza, ma qualcosa sembra pian piano andare smarrendosi, come conferma qualche battuta d’arresto evitabile. Forse la voglia di divertire e divertirsi che aveva caratterizzato la prima parte di stagione. Le ambizioni della società crescono e da matricola terribile, c’è chi crede di potere ambire alla vittoria del campionato. Forse questo gioca un brutto scherzo agli equilibri interni alla squadra. Rando, che aveva dato fiducia al gruppo storico, incontra la società e vengono prese delle scelte importanti, come le partenze di Camarda, Frassica e Buda, leader storici dello spogliatoio. Arrivano invece D’Angelo e Cirilli per rinforzare il debole reparto difensivo, mentre Avola rappresenta l’innesto ideale per dare ulteriori geometria al centrocampo. Il 2013 si è chiuso comunque con un ottimo ottavo posto. Per una matricola, non è poi così male.

Un commento

  1. Finalmente qualcuno si ricorda della coppia Manfredi-Coppola che ha permesso la presenza in campo dell’ACR soltanto con tantissima sagacia ed altrettanto emtusiasmo e passione pur sempre in ristrettezza finanziaria.
    Non ricordo quanti alberghi hanno presentato fatture per soggiorni arretrati.
    Sono convinto che l’organizzazione strutturale posta in essere dai sigg. Lo Monaco mi consentirà di tifare ancora per il mio Messina in campi consoni alla tradizione pallonara di questa città.

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