A Cosenza per il commissario straordinario dell'A.O., Isabella Mastrobuono serve un ospedale Covid periferico
La difficile situazione dell’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza che non riesce in questo particolare momento a reggere adeguatamente l’urto della nuova ondata del virus, a causa della recrudescenza della pandemia da Covid-19, con pazienti in fila, al pronto soccorso e nelle ambulanze, in attesa di essere ricoverati, e a causa della carenza di posti letto di terapia intensiva, è stata al centro della commissione sanità di Palazzo dei Bruzi che ha ospitato l’audizione del commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera, Isabella Mastrobuono.
Il commissario straordinario Isabella Mastrobuono ha preliminarmente illustrato, in un breve excursus, la situazione dell’Azienda Ospedaliera che ha trovato al suo arrivo, il 10 gennaio di quest’anno. “Un’azienda – ha detto – piuttosto ripiegata su se stessa, soprattutto sul fronte delle prestazioni non erogate, a causa della pandemia. Ma anche – ha aggiunto – un’azienda disorganizzata e un po’ dormiente, però con delle eccellenze straordinarie, sia in campo medico che infermieristico”.
Il commissario Mastrobuono ha, poi, fornito delle cifre precisando che “l’Azienda ospedaliera di Cosenza ha accreditati 709 posti letto che rappresentano il valore espresso solitamente da aziende di livello eccellente ed alto, tanto è vero che l’Ospedale di Cosenza è un ospedale hub per tutta una serie di patologie (infarto, ictus, oncoematologia, trapianti, ecc.) in una provincia di 700 mila persone che ha un bacino d’utenza molto ampio”. Dei 709 posti letto Isabella Mastrobuono ne ha trovati attivi soltanto 455 e di questi ultimi circa 100 occupati da pazienti covid e 13, dei 27 di terapia intensiva, sempre occupati da pazienti covid.
“La scelta regionale – ha aggiunto – è stata quella di concentrare sull’Azienda Ospedaliera i pazienti affetti da Sars Cov-2. Mi sono accorta, inoltre, che sul territorio non c’erano le stesse possibilità, in termini di posti letto, dedicati ai pazienti covid e per fortuna che la Calabria e Cosenza non hanno avuto un’ondata delle stesse proporzioni di altre regioni”. Sul fronte del personale dell’Ospedale la Mastrobuono ha indicato una forza lavoro di 1663 unità rispetto alle quasi 2000 che dovrebbe avere, con 300 unità in meno. “Nei 455 posti letto – ha aggiunto – sono state svolte sì prestazioni, ma nel 2020 sono, purtroppo, diminuite e con esse è diminuita, per comprensibili resistenze legate alla diffusione del contagio, anche la mobilità passiva che si è rivelata, nel 2020, molto bassa dalla Calabria verso le altre regioni. Sempre nel 2020 si sono registrate 6 mila prestazioni in meno, il che equivale a dire 6 mila ricoveri in meno. Circa 400 mila sono state le prestazioni di regime ambulatoriale. Siamo riusciti a recuperare – ha aggiunto il commissario straordinario – tutte le prestazioni ambulatoriali che erano ancora in attesa. Un’operazione di recupero che ha riguardato anche i ricoveri programmati nei settori più difficili”.
La Mastrobuono ha poi affrontato anche l’annosa problematica del Pronto soccorso. “Qui – ha detto – ho trovato una situazione veramente incredibile, anche se, ad onor del vero, rispetto ai 70 mila accessi l’anno, durante il 2020 si è registrata una flessione pari a meno della metà. Abbiamo colto l’occasione per accelerare i lavori nella piastra che si trova accanto al Pronto soccorso, per dotare finalmente l’Ospedale di posti letto di osservazione breve e intensiva che, con mia grande meraviglia, non ho trovato e che saranno pronti alla fine di aprile e che ci consentiranno di smaltire molte delle attività che oggi si trovano allo stesso Pronto soccorso.”
Il commissario Mastrobuono ha rassicurato la commissione sanità del Comune sulla data di ultimazione dei lavori al Mariano Santo per il quale, esercitando i suoi poteri commissariali, ha dismesso le gare precedentemente in atto, riaffidandole ad una nuova ditta. “Entro 150 giorni – ha assicurato -verrà consegnata l’ultima parte del Mariano Santo. Lì sposteremo i posti letto di oncoematologia e probabilmente anche le attività di trapianto del midollo, circostanza questa che ci consentirà di abbattere la mobilità passiva, perché quella che interessa la provincia di Cosenza ha sempre preso la strada soprattutto del Lazio, verso il Bambin Gesù e il Policlinico Gemelli. Nell’atto aziendale, più innovativo del precedente, abbiamo illustrato le direttive verso le quali l’azienda dovrà andare in tutti i dipartimenti, ognuno dei quali, oltre al recupero delle prestazioni, dovrà sviluppare altre eccellenze. Quando si è nuovamente abbattuta l’epidemia – ha aggiunto Mastrobuono – 74 erano i posti letto preventivati sul territorio, tra l’Ospedale di Cetraro e quello di Rossano. Non tutti, però, sono aperti e il collega La Regina dell’ASP sta cercando con difficoltà di aprirli. Soltanto Cetraro è riuscito ad arrivare a 32 posti letto, mentre noi eravamo fermi ai nostri 100, come si era verificato durante la prima ondata, scesi poi a 78. Questi posti letto non sono ancora completamente disponibili e per questa ragione ci siamo trovati costretti a passare da 78 a 156 posti letto destinati al covid.
La nostra è un’azienda Hub di secondo livello e alcune emergenze non possiamo non garantirle ed è quello che cerchiamo di fare. Il problema è che stiamo aprendo un ulteriore reparto covid”.
Di fronte alla situazione attuale di emergenza il commissario Mastrobuono ha preso carta e penna ed ha scritto alla Regione reclamando anzitutto un ospedale covid periferico, necessario “perché l’onda non finirà ed assisteremo ancora ad un aumento dei pazienti covid, tanto da averne 40 fermi in pronto soccorso. Poi – ha aggiunto – apriremo un ulteriore reparto. Per fare questo ci avvarremo in parte del personale infermieristico che viene dai servizi che in qualche modo dobbiamo, senza alternative, ridurre per forza”. Dalla più recente manifestazione di interesse pubblicata sono arrivate 200 domande e attraverso questo canale sarà reclutato personale infermieristico e OSS.
“Nel nuovo reparto sono inizialmente previsti 14 posti letto che potranno arrivare fino a 29. Il personale medico che sarà utilizzato, sarà a rotazione da tutti i dipartimenti medici e chirurgici per garantire l’assistenza ai pazienti, con una figura professionale, il covid manager, che, invece, sarà fisso all’interno della struttura. “Mi auguro che arrivi dalla Regione – ha riferito ancora il commissario straordinario – qualche provvedimento in grado di garantire la trasformazione di almeno uno degli ospedali periferici in ospedale covid”.
Isabella Mastrobuono ha spiegato in commissione anche le ragioni delle sue perplessità circa una riattivazione dell’Ospedale da campo dell’Esercito riconvertito in centro vaccinale. “Quando sono arrivata – ha spiegato – eravamo arrivati ad avere all’interno della struttura campale un paziente, massimo due. La struttura sta, invece, dando un suo contributo straordinario in termini di vaccinazioni (può garantire anche 500 vaccinazioni al giorno). E’ inserito nella piattaforma e si affianca anche al nostro centro vaccinale dell’Ospedale che è stato trasferito nei locali che ospitavano la mensa e che abbiamo intenzione di far funzionare fino a mezzanotte e che può garantire 400 vaccinazioni al giorno. D’altra parte la vaccinazione è l’unico modo per uscirne fuori perché altrimenti pagheremo un prezzo altissimo, anche in considerazione del fatto che, passata la pandemia, saremo chiamati a fronteggiare un vero e proprio tsunami di prestazioni da erogare e patologie da curare che non sono state trattate in questo periodo”.