Nunzio Ruggeri di Naso, secondo i pentiti avrebbe arricchito il suo patrimonio con l'usura e grazie al favore del clan di Tortorici. Sotto chiave le quote di una consortile, 2 società, 20 tra locali e terreni e 23 mezzi.
E' stimato intorno ai 9 milioni di euro il patrimonio complessivo sequestrato a Nunzio Ruggieri, imprenditore di Naso operante nel settore della macellazione e commercializzazione del pellame che staane all'alba si è visto arrivare a casa gli uomini della Dia guidati da Renato Panvino. Sotto chiave sono finite due società, il 20% di un fondo consortile, 20 unità immobiliari tra terreni e locali, 23 mezzi di lavoro e autovetture personali e diversi rapporti bancari, anche intestati ad altri soggetti ma comunque a lui riconducili.
Ad accendere i fari su Ruggieri sono stati i collaboratori di giustizia. Già Santo Lenzo lo aveva indicato in rapporti con il boss dei tortoriciani Cesare Bontempo Scavo e con luogotenente di Brolo, Carmelo Armenio. Proprio ad Armenio, raccontò il pentito, nel 1999 si era rivolto Ruggieri, commissionando per 50 milioni l'incendio dei mattatoi concorrenti di Sinagra, Barcellona e Giammoro. Intento che non si realizzò mai, spiegò Lenzo, perché i clan barcellonesi si opposero.
Nel 2005 Ruggieri viene condannato per usura (condanna divenuta definitiva nel 2009). La vicenda risale al 2000 quando un dipendente di banca, negionando tre assegni, aveva prodotto un buco da 76 milioni di lire e per ripianare la situazione si era rivolto a diversi "amici", compreso l'imprenditore di Naso, per ottenere presititi rilevatisi, poi, di natura usuraia.
Nel 2002 Ruggeri è stato denunciato insieme ad altre 20 persone dalla Finanza di Melito Porto Salvo per aver utilizzato fatture false emesse da una società di San Lorenzo operante nel commercio all’ingrosso di cuoio e pelli. Nel 2005 è stato denunciato dal Nucleo Antifrodi del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari di Roma per falso ideologico aggravato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, e rinviato a giudizio quale legale rappresentante di una società oggi sequestrata.
Nel 2012 è stato rinviato a giudizio per usura continuata in danno di un imprenditore agrumicolo cui aveva applicato tassi di interesse del 10% mensili su somme prestate illecitamente. Nel 2016 è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Patti per abusivismo finanziario per aver concesso mutui, con numerose dazioni tra il 2005 il 2010, di somme di denaro per complessivi 794.225 euro.
Gli uomini della Dia hanno passato il setaccio anche la situazione economico-finanziaria di Ruggeri, accorgendosi che malgrado la dichiarazione di redditi esigui, accumulava numerosi beni ed era in grado di movimentare grosse somme di denaro contanti, la cui orogine non è documentata.