Lavoratori Atm in presidio davanti al Comune in vista della discussione della delibera sulla riorganizzazione dei servizi di mobilità

Lavoratori Atm in presidio davanti al Comune in vista della discussione della delibera sulla riorganizzazione dei servizi di mobilità

ELENA DE PASQUALE

Lavoratori Atm in presidio davanti al Comune in vista della discussione della delibera sulla riorganizzazione dei servizi di mobilità

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martedì 27 Dicembre 2011 - 14:41

La trattazione della delibera, prelevata ma poi rinviata nel corso dell’ultima seduta, potrebbe avvenire oggi. La scadenza del 31 dicembre incombe e con essa la disposizione della Regione: niente più contributi per le Aziende Speciali che non hanno avviato al trasformazione in Spa. Dubbi sulle conseguenze occupazionali

Se in occasione dell’ultima seduta di consiglio (vedi correlato) la discussione della delibera Atm si è rivelata un fuoco di paglia, in quella convocata per oggi, la trattazione (assenze permettendo) potrebbe prendere fuoco. A creare le maggiori perplessità, non solo fra le file dell’opposizione, il profilo occupazionale della questione, ovvero la mancanza di certezza sul completo riassorbimento di tutte le maestranze nel passaggio dalla trasformazione in Spa, che dovrebbe avvenire entro sei mesi dall’approvazione del testo deliberativo, alla messa in liquidazione nei successivi 15. I dipendenti che già la volta precedente, sul finale, hanno occupato i banchi della “tribunetta” dell’aula consiliare, domani, con tutta probabilità, decideranno di non mancare l’appuntamento. Non è escluso, infatti, che un nuovo “prelievo” dall’ordine del giorno possa consentire di anticipare la discussione del documento; ciò anche in considerazione della scadenza del 31 dicembre. Dal 1.gennaio 2012, infatti, come spesso ribadito anche dall’assessore al ramo Melino Capone, la Regione non erogherà più contributi alle Aziende Speciali che non avranno avviato l’iter della trasformazione in Spa. Ancora una volta, dunque, potrebbe essere il tempo a dettare e condizionare i lavori d’aula. Anche per questo in mattinata un gruppo di dipendenti dell’Azienda trasporti, accompagnati dai rappresentanti sindacali di Fit Cisl e Ugl, hanno presidiato l’ingresso di palazzo Zanca ribadendo le preoccupazioni già sollevate nel corso delle sedute di commissione e chiedendo nuove garanzie per i lavoratori. A fine mattinata i sindacati hanno incontrato il sindaco Buzzanca, il commissario Alligo e l’assessore Capone per esprimere tutte le perplessità riguardanti l’argomento: in particolare in merito al fronte occupazione dei lavoratori attualmente in forza all’Atm, compresi i contrattisti e il personale impiegato nelle Ztl per i quali è stato chiesto un futuro utilizzo a tempo pieno. La Cisl ha evidenziato la propria contrarietà alle esternalizzazioni di attività che, secondo il sindacato, dovranno essere svolte tutte all’interno della costituenda SpA. Infine è stato chiesto che i lavoratori abbiano la possibilità, come previsto per legge, di partecipare in quota parte all’azionariato aziendale e che il processo di riorganizzazione abbia tempi e modi chiari e trasparenti al solo fine di garantire l’occupazione e la prosecuzione del servizio.

Poco convinti dell’esito dell’incontro i rappresentanti dell’Ugl che pur avendo preso parte al confronto con l’amministrazione hanno ritenuto poco soddisfacenti le risposte fornite da Buzzanca. La sigla sindacale conferma, dunque, la linea seguita nel documento sottoscritto anche da Filt Cgil, Uil Trasporti, OrSa, Faisa/Cisal, in cui si chiede, senza mezzi termini, così come fatto nel primo caso, il ritiro anche della seconda delibera: «Quel documento – si legge nella nota – come sa bene Buzzanca non è da riformare, o da limare in qualche particolare, ma è da ritirare, perché senza individuare progetti, obiettivi e soprattutto risorse, costituisce solo un salto nel vuoto per la città e per i lavoratori. Le condizioni dell’Atm sono gravi, per debito, per assenza di mezzi e per l’anacronistica veste giuridica, ma la situazione di precarietà la accomuna a quelle di tutte le società pubbliche, o a maggioranza pubblica, delle altre città. Anche le altre amministrazioni in questo momento stanno attendendo di comprendere quali conseguenze avrà l’obbligatoria verifica delle condizioni di mercato, dettate per il 2012 dagli ultimi provvedimenti del Governo Berlusconi, o se ed in che termini si ristrutturerà il settore con l’avvio del piano di liberalizzazioni annunciato dal nuovo governo. Tutti attendono di comprendere gli sviluppi e tutti aspettano che lo Stato definisca anche il collegato piano di interventi che dovrà indicare come saranno in futuro garantiti i servizi e soprattutto come verranno tutelati i lavoratori. E’ impensabile che in un periodo di ristrettezze e tagli quei provvedimenti possano anche tenere conto di società già avviate a liquidazione, per cui l’Atm corre quindi anche il rischio di restare esclusa da qualsiasi provvedimento che dovrà essere deciso in futuro. La creazione di nuova società non necessariamente deve prevedere il contemporaneo avvio delle procedure di liquidazione. Quella, che sia chiaro, è operazione che oggi interessa solo a Buzzanca». Un giudizio netto quello delle sigle sindacali in questione che, d’altra parte, aveva trovato conferma anche nella sottoscrizione di un precedente documento, discusso in commissione mobilità, da cui aveva invece preso le distanza proprio la Cisl. (vedi correlato)

Nei giorni scorsi, intanto, il presidente della commissione Bilancio, Giuseppe Melazzo, individuato come referente del consiglio presso la Corte dei Conti per relazione sulla questione economica che riguarda l’Atm, ha chiesto che la commissione partecipate rinnovi lui la fiducia a tale ruolo, tramite apposita votazione. Alla base della richiesta avanzata dal rappresentante dell’Udc, la posizione, netta, assunta da quest’ultimo rispetto alla situazione finanziaria dell’Atm e, più in generale, del Comune, che tanti malumori sta creando tra i banchi dell’aula consiliare.
All’ordine del giorno della seduta di domani 32 proposte deliberative e 41 interrogazioni. Tra i provvedimenti da discutere figurano, oltre la delibera Atm, le modifiche ed integrazioni al regolamento comunale per il rilascio delle concessioni per l’applicazione del canone di occupazione spazi ed aree pubbliche approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 17/C/2001; l’approvazione delle modifiche al regolamento per l’alienazione degli immobili di proprietà del Comune di Messina; modifiche al regolamento del Consiglio Comunale; riduzione, rimodulazione deleghe e componenti delle commissioni consiliari permanenti. (ELENA DE PASQUALE)

Un commento

  1. Secondo, il mio parere, qualora il Comune intendesse, da subito, trasformare in S.p.A. l’azienda speciale Atm, può procedervi applicando quanto previsto dall’articolo 115 del decreto legislativo 267/2000. che si seguito si trascrive, limitatamente al primo comma. Se si intende passare attraverso la “messa in liquidazione” potrebbe, il condizione si ritiene necessario, il Comune tentare di non assorbire le passività dell’Atm accumulatisi in questo ultimo decennio, con il coinvolgimento dell’eccedenza organica del personale in base ai servizi resi alla cittadinanza. Anche in questa realtà sarebbe auspicabile l’ “operazione verità” che il Sindaco Buzzanca ha preannunciato per i Conti del Comune..
    Articolo 115 – Trasformazione delle aziende speciali in società per azioni
    1. I comuni, le province e gli altri enti locali possono, per atto unilaterale, trasformare le aziende speciali in società di capitali, di cui possono restare azionisti unici per un periodo comunque non superiore a due anni dalla trasformazione. Il capitale iniziale di tali società è determinato dalla deliberazione di trasformazione in misura non inferiore al fondo di dotazione delle aziende speciali risultante dall’ultimo bilancio di esercizio approvato e comunque in misura non inferiore all’importo minimo richiesto per la costituzione delle società medesime. L’eventuale residuo del patrimonio netto conferito è imputato a riserve e fondi, mantenendo ove possibile le denominazioni e le destinazioni previste nel bilancio delle aziende originarie. Le società conservano tutti i diritti e gli obblighi anteriori alla trasformazione e subentrano pertanto in tutti i rapporti attivi e passivi delle aziende originarie. [66]

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