Grande successo del convegno sulla nuova applicazione “anti-Coronavirus”. Presente anche il Garante privacy
Si avvicinano i tempi per l’entrata in funzione dell’applicazione “Immuni”, idonea ad essere istallata sugli smartphone sia iOS sia Android, che permetterà di informare nei tempi più rapidi possibile sugli spostamenti e sulle relazioni degli utenti potenzialmente portatori del Coronavirus. Il decreto prevede, tra le altre cose, che “al solo fine di allertare le persone che siano entrate in contatto stretto con soggetti risultati positivi e tutelarne la salute […] è istituita una piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta dei soggetti che, a tal fine hanno istallato, su base volontaria, un’apposita applicazione sui dispositivi di telefonia mobile”.
L’argomento ha formato oggetto di dibattito nel corso del webinar che si è svolto sulla piattaforma Teams dell’Università degli Studi di Messina, intitolato “App Immuni tra tutela della salute e protezione dei dati personali. Bilanciamento dei valori?”. L’evento, patrocinato dal Dipartimento di Giurisprudenza “S. Pugliatti”, dalla Scuola di Specializzazione per le Professioni legali, dal Dottorato in Scienze Giuridiche, dal Master Universitario di I livello in Consumatore Media digitali e tutele e dal Comitato Unico di Garanzia UniMe, ha registrato un altissimo numero di partecipazioni virtuali, data soprattutto la stringente attualità del tema affrontato.
Dopo i saluti del Magnifico Rettore Prof. Salvatore Cuzzocrea, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Prof. Francesco Astone e del Prof. Luigi D’Andrea, Direttore della Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono intervenute le professoresse Elena La Rosa e Maria Astone per introdurre i lavori del convegno. La Prof.ssa La Rosa ha evidenziato la necessità di affrontare la questione in un’ottica di bilanciamento dei valori in gioco – diritto alla salute collettiva e diritto alla protezione dei dati personali – pur nella consapevolezza della funzione sociale che il diritto alla protezione del dato personale è chiamato a svolgere dal Regolamento e dalla Carta di Nizza.
Alla relazione introduttiva è seguito l’intervento della Prof.ssa Astone, che si è soffermata sulle questioni sollevate dall’art. 6 e dalla sua compatibilità con il Regolamento, con particolare riferimento al concetto di dato anonimo o pseudonomizzato e ha sottolineato che la norma appare molto generica, una sorta di norma cornice, che rinvia a successivi atti la sua attuazione, attuazione che poi rappresenta l’aspetto più controverso della normativa poiché bisogna comprendere quali soluzioni adotterà il Governo per la gestione e la sicurezza dei dati. La relazione sul tema è stata affidata alla dott.ssa Augusta Iannini, Vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali, che ha relazionato sull’applicazione “Immuni” nella prospettiva dell’Autorità indipendente, e ha illustrato le ragioni del Parere favorevole del Garante privacy sull’introduzione del sistema allerta Covid 19,e della relativa applicazione. “È cambiata la dimensione del dato personale; si è passati da una concezione di tipo individualista ad un’altra di tipo sociale – ha affermato la dott.ssa Iannini – nella consapevolezza che è vero che il singolo deve tutelare i propri dati personali, ma un’eccessiva tutela potrebbe appunto mettere a rischio altri diritti costituzionalmente garantiti e protetti come quello alla salute”. Alla relazione della dott.ssa Iannini, particolarmente apprezzata, è seguito l’intervento della Prof.ssa Concetta Parrinello che ha posto l’accento sul comma 3 del fantomatico art. 6, ovverosia sul tema della c.d. identità collettiva e dell’uso che se ne potrebbe fare a fini di profilassi e di indagine statistica, il che tuttavia non esclude la possibilità che l’anonimato possa anche non essere garantito. La Prof.ssa Francesca Pellegrino ha invece ribadito come la normativa sull’app Immuni, in linea con il Regolamento 679/2016, rappresenti effettivamente un passaggio da una visione “proprietaria” del dato a una funzione “di controllo” dello stesso, la cui protezione resta comunque un must dei diritti della persona umana, in ordine anche al rispetto del Trattato di Lisbona (art.8) e della CEDU. E’ poi intervenuta la Prof.ssa Cinzia Ingratoci per sottolineare l’importanza del tema in oggetto anche nell’ambito dei percorsi di orientamento portati avanti dall’Università di Messina; diffuso a margine del Convegno un video informativo rivolto proprio ai futuri immatricolati. Interessante è stata infine la relazione del Prof. Massimo Villari che ha illustrato il funzionamento tecnico dell’app Immuni e ha spiegato le modalità di funzionamento del tracciamento dei dati sanitari relativi al Covid 19. Il passaggio fondamentale che desta maggior preoccupazione – ha sostenuto il Prof. Villari – è che l’applicazione non funzionerà tramite GPS, ma tramite Bluetooth. Ciò vuol dire che quando i due utenti che la utilizzano si avvicinano l’uno all’altro, i rispettivi dispositivi registreranno il “codice ID” in prossimità mobile, immagazzinando l’ “identificatore” stesso nella memoria locale del dispositivo elettronico.
Vittorio Tumeo