No alla proroga delle indagini per il ragionier Arasi e gli altri indagati sulla gestione delle finanze al Comune della Costa Saracena. Il 17 febbraio prossimo decadono tutte le misure cautelari previste. Ma il caso promette ulteriori risvolti eclatanti. Le motivazioni del Gip.
Per quanto clamorosa, non era inattesa la decisione assunta dal Gip di Patti, Ines Rigoli, dopo l’udienza camerale di ieri mattina. Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di prorogare le indagini preliminari che la scorsa estate sono sfociati nello scandalo sui mutui per appalti “fantasma” stipulati dal Comune di Brolo.
O almeno così la pensano il procuratore capo di Patti, Rosa Raffa, e il sostituto Francesca Bonazinga, che insieme ai Carabinieri hano firmato, la scorsa estate, il blitz Appalti Fantasma appunto, con l’arresto in carcere del ragioniere generale del Comune, Carmelino Arasi, e numerosi altri indagati tra i quali l’ex sindaco Salvo Messina.
La richiesta era stata avanzata dalla Procura proprio alla vigilia della scarcerazione di Arasi, detenuto dal luglio scorso. Altre sei le persone andate ai domiciliari, mentre per tre persone era stato disposto il divieto di dimora nel comune. Misure per alcuni in parte allentate, nel grosso ancora in vigore, tutte in naturale scadenza il prossimo 16 febbraio.Improbabile che, alla luce del fatto che le indagini sono formalmente terminate, tutti non tornino in libertà.
Il calderone di indagine è però ancora aperto, e a più riprese in questi mesi i Carabinieri e la Guardia di Finanza sono tornati al Municipio brolese per acquisire ulterioriore documentazione. Sviluppi imminenti, relativi ad altri filoni di indagini ma legati pur sempre alla vicenda che ha portato Arasi in carcere, sembrano più che probabili.
La richiesta di proroga delle indagini era arrivata sulla scorta del numeroso materiale acquisito dagli investigatori dopo l’arresto di Arasi. In particolare la Procura di Patti ha chiesto di poter approfondire gli elementi emersi dagli sms estrapolati dal cellulare del segretario generale, difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto, e dalle dichiarazioni rese all’inizio del novembre scorso da Cesare Tindaro Gambino, genero di Arasi. Tutti elementi che sì, secondo il gip pur meritano attenzione e vanno scandagliati, ma non bastano ad autorizzare una proroga delle indagini, perché non incidono direttamente sul quadro probatorio a carico degli indagati.
Tanto i soldi non li riprendono più………………………
Tanto i soldi non li riprendono più………………………