Operazione Camelot, i retroscena del sistema degli appalti truccati a Sant'Agata Militello

Operazione Camelot, i retroscena del sistema degli appalti truccati a Sant’Agata Militello

Alessandra Serio

Operazione Camelot, i retroscena del sistema degli appalti truccati a Sant’Agata Militello

giovedì 15 Febbraio 2007 - 11:33

La villa Falcone -Borsellino sul lungomare, l'elipista, la scuola Capuana e il Museo dei Nebrodi i lavori pilotati dai privati con la complicità dell'ufficio tecnico

"La denuncia è essenziale per accertare questo tipo si reati, tanto più è consolidato il sistema di potere. " Lo dice il procuratore di Patti Rosa Raffa a proposito dell'operazione Camelot, l'indagine della Squadra Mobile di Messina che ha scoperchiato un presunto tavolino di affari che avrebbe gestito i lavori pubblici a Sant'Agata di Militello. Ed è stata proprio una fila profonda, l'imprenditore Donato Lemma, a dare il via all'inchiesta, nel 2010, con la denuncia di irregolarità nell'attività dell'ufficio tecnico di Sant'Agata di Militello, dove il primo cittadino era Bruno Mancuso, oggi senatore del Nuovo Centro Destra. Le intercettazioni telefoniche ed ambientale dei poliziotti hanno poi svelato che dietro l'ufficio tecnico si muoveva un collaudato e blindato sistema volto a pilotare gli appalti, in particolare quello relativo alla villa Falcone – Borsellino, sul lungomare di Sant'Agata. Sostanzialmente secondo gli investigatori l'ufficio tecnico redigeva progetti e pubblicava bandi per lavoro che in realtà erano preparati altrove, da un gruppo di professionisti provati e imprenditori che posi si aggiudicavamo i lavori. Con questo sistema sarebbero stati aggiudicati anche i lavori di manutenzione della scuola Capuana, la ristrutturazione del museo dei Nebrodi, l'elipista di contrada Chiavetta.(Alessandra Serio)

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