Buzzanca e Briguglio, all'epoca Sindaci di Messina e Scaletta Zanclea, erano difatti accusati di non aver adottato il piano di protezione civile per la gestione dell'emergenza idrogeologica.
Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio sono stati assolti perché il fatto non sussiste. E' stata letta alle 19 in punto la sentenza d'appello di quello che è ormai passato alla storia come il Processo di Giampilieri. Dinnanzi ai difensori dei due imputati eccellenti, il Collegio presieduto dal Presidente Celi e dai giudici Blatti e Sagone, ha letto il verdetto di assoluzione al termine di una camera di consiglio durata quattro ore.
Si chiude così, con un colpo di scena, un altro importante capitolo sulla tragica alluvione che, nel 2009, scosse l'intera città di Messina provocando la morte di 37 persone. Un vero e proprio ribaltone rispetto alle sentenze emesse in primo grado quando entrambi gli ex Sindaci erano stati condannati a 6 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo.
Buzzanca e Briguglio, all'epoca Sindaci di Messina e Scaletta Zanclea, erano difatti accusati di non aver adottato il piano di protezione civile per la gestione dell'emergenza idrogeologica. Insieme a loro, alla barra degli imputati, comparivano altre figure poi assolte in primo grado. Si trattava di Salvatore Cocina, responsabile della Protezione Civile, Gaspare Sinatra, commissario straordinario di Messina, Antonino Savoca, tecnico del Comune di Scaletta, Alberto Pistorio, Giuseppe Rago, Francesco Grasso, Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, tutti dirigenti regionali, Salvatore Cotone, Giovanni Garufi, Francesco Triolo e Giovanni Randazzo, tutti progettisti.
"La Giustizia è verità. Oggi è stata riscritta la verità. E' stata fatta Giustizia!", è stata la dichiarazione di Marcello Scurria, il legale che difendeva l'ex Sindaco Buzzanca insieme agli avvocati Giorgio Perroni e Diego Foti. Sulla stessa linea anche Giovanni Calamoneri, difensore di Briguglio, che ha dichiarato: "Davanti a una vicenda articolata, complessa e dolorosa i giudici d'appello hanno adottato un atteggiamento sereno che ha consentito di arrivare alle assoluzioni. Non esulta nessuno di fronte a 37 morti, ma questa sentenza è assolutamente equilibrata e chiude una parentesi. Attendiamo le motivazioni, i giudici tracceranno sicuramente e con precisione i profili delle responsabilità".
A prender parola anche l'avvocato Bonaventura Candido "quale legale del Comune di Messina, citato come responsabile civile e in questi ultimi giorni bersagliato dall’avvio di procedure esecutive per il recupero delle consistenti provvisionali disposte con la sentenza di primo grado, esprimo soddisfazione per un verdetto che ha riconosciuto le tesi difensive da noi propugnate sin dall’avvio del processo. Non vanno però dimenticate le vittime ed il dolore dei loro familiari nei cui confronti non si può non avere profondo rispetto ed umana comprensione”.Veronica Crocitti
E’ RACCAPRICCIANTE sentire “il fatto non sussiste” ma i MORTI ci sono!!!! per la INCURIA OMICIDA degli imputati; assolverli oggi, é come NEGARE gli OMICIDI avvenuti.
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Questa ANCORA DISCUTIBILE sentenza salva-imbroglioni apre un’autostrada di IMPUNITA’ PREVEDIBILE allorché -al verificarsi dei FUTURI DISASTRI AMBIENTALI PREVISTI DOPO GLI INCENDI con l’arrivo delle piogge autunnali,gli attuali INERTI ED INCAPACI amministratori faranno “giurisprudenza” circa le loro RESPONSABILITA’ DISATTESE;anche costoro negherebbe eventuali MORTI oltre che i danni.
Andare in Politica non significa CONSENTIRSI DI RUBARE A QUALUNQUE PREZZO,ma questo i “ns” messinesi non l’accettano e..cercano…complicità,corruzioni etico-morali,forse anche la MAFIA!