Con una nota ai vertici politici della Regione Sicilia e alle dirigenze dei settori socio-assistenziali dell'isola, gli organismi Anffas Nazionale e locale, chiedono maggiore presa di coscienza e attenzione alle problematiche gestionali del settore
Presa di coscienza e spirito pionieristico nelle politiche sociali e assistenziali della regione. E’ l’accorato appello che Anffas Onlus Nazionale e Anffas Onlus Sicilia hanno voluto rivolgere al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’Assessore Regionale Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, Ester Bonafede, al Presidente della VI Commissione ARS, Giuseppe Di Giacomo e all’Assessore della Salute della Regione Siciliana, Lucia Borsellino.
L’apprensione nasce da quella continua perdita di terreno nei confronti delle altre realtà italiane che il nostro territorio accusa e dalla conseguente necessità di svecchiare obsoleti meccanismi che paralizzano un’effettiva rinnovazione dell’integrazione dei servizi, la personalizzazione dei percorsi e l’ottimizzazione degli standard e delle modalità di affidamento dei servizi stessi agli enti erogatori.
Soprattutto su quest’ultimo punto si focalizza l’attenzione dei due organismi Anffas. In particolare, talune obiezioni vengono sollevate in merito alla gestione “satellitare” dei servizi di trasporto di soggetti affetti da disabilità, lasciata ad un’organizzazione locale che impedisce una concreta organicità del servizio all’interno della Regione, con evidenti e deprecabili scollamenti dalle direttive tracciate dal legislatore regionale, specie riguardo le tariffe e con svilimento delle libertà di movimento sancite dalla Convenzione Onu sui Diritti della Persone con Disabilità ma, ancor prima, dalla legge 104 del 1992 e dalla Carta Costituzionale.
In altre parole, secondo gli enti, nella sistematica delega delle relative funzioni agli enti locali, trasparirebbe uno svuotamento del significato di potestà legislativa esclusiva in materia spettante alle regioni, con una presa di distanza da parte degli stessi vertici regionali da una problematica che dovrebbe essere pienamente introitata tra le priorità del governo territoriale.
Ciò che ci si attende, sono manovre che imprimano nuovo vigore nella risoluzione di problematiche così delicate e strettamente legate alla quotidianità della cittadinanza, operazioni politico-sociali che partano da una “presa in carico globale ed integrata dei servizi”, dando luogo a una rimodulazione dei livelli essenziali di assistenza, a una riorganizzazione dei fondi economici, ad un registro regionale del terzo settore nonché alla valorizzazione della figura del giudice tutelare, con rideterminazione delle tariffe e, in primis, delle modalità di computo delle stesse.