Patto della salute, tutto da rifare. Continua la raccolta firme per una sanità più pulita

Patto della salute, tutto da rifare. Continua la raccolta firme per una sanità più pulita

Patto della salute, tutto da rifare. Continua la raccolta firme per una sanità più pulita

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giovedì 10 Dicembre 2015 - 12:37

Rifare il Patto della salute che ha tradito e capovolto le premesse legislative su cui poggiava. Cambiamento dei piani sanitari regionali. Revisione dei parametri di riconoscimento di lavoro usurante per i turnisti del SSN. Invoca tutto questo il segretario territoriale della Federazione Sindacati Indipendenti Messina, Giovanni Micali.

“Il Patto della salute ha tradito e capovolto le premesse legislative su cui poggiava nel programmare le Unita complesse di Cure Primarie e le Aggregazioni Funzionali Territoriali. Perciò è tutto da rifare. Occorre un cambiamento dei piani sanitari regionali per monitorare meglio i Livelli Essenziali d’Assistenza e gestire il personale. Bisogna rivedere i parametri di riconoscimento di lavoro usurante per i turnisti del SSN, soprattutto con il rispetto della legge 161 del 2014”. Ad invocare tutto questo è il segretario territoriale della Federazione Sindacati Indipendenti Messina, Giovanni Micali, che continua la raccolta firme in città per divulgare i requisiti di una “sanità più pulita”, avviata lo scorso novembre. Domani-venerdì 11 dicembre, saranno disponibili anche i banchetti informativi all’ingresso dell’ambulatorio Asp di via del Vespro e all’ospedale Papardo.

“Una sanità senza padrini e senza padroni è l’obiettivo che la nostra Organizzazione sindacale persegue – sottolinea Micali – sia per i cittadini sia per i dipendenti sanitari. Una sanità alla portata di tutti senza distinzioni di classe sociale. Nessuno dovrebbe fermarsi agli accertamenti di serie B. Tutti hanno diritto, sempre ed ugualmente, ad indagini cliniche adeguate, ponendo fine alle consulenze e alle esternalizzazioni. Non deve esistere solo una medicina privata ma soprattutto una medicina convenzionata. Ed è qui che il decreto Balduzzi (DL 158/2012) fa acqua in materia di assistenza distrettuale e responsabilità professionale”. Il decreto in questione aveva previsto l’istituzione di forme organizzative quali le AFT e quelle multiprofessionali come le UCCP che avrebbero dovuto funzionare con il personale del Sistema sanitario nazionale ovvero medici, infermieri, ostetriche, tecnici della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria. “Questi modelli gestionali – spiega il segretario FSI – avrebbero dovuto assicurare l’erogazione di servizi H24, essendo equipaggiati di apparecchiature idonee e capaci di sveltire anche i codici bianco e verde. Ad accompagnarli ci dovevano essere il pieno recepimento e la valorizzazione delle competenze delle professioni sanitarie (legge 42 del 26 febbraio 1999). Invece, è come se al decreto Balduzzi mancasse un pezzo fondamentale, relativo proprio all’impostazione del personale da utilizzare nei tempi e nei modi”.

“Pretendiamo per l’organico ospedaliero – sentenzia Micali –, a livello locale come a livello regionale e nazionale che si applichi un adeguamento degli stipendi al costo della vita con standard europei. Vorremmo l’introduzione di infermieri di famiglia in regime di convezione per la garanzia di cura dei cittadini nell’ambito famigliare; il riconoscimento del ruolo sanitario e la possibilità di sviluppo di carriera per gli Operatori Socio sanitari per cui erano state preannunciati nuovi concorsi anche all’Asp; l’inquadramento contrattuale nell’area della dirigenza per le professioni sanitarie.

“Infine, come da ultima riunione lunedì 7 dicembre, al Mandalari, tra il manager dell’Asp, Gaetano Sirna, e il Comparto – conclude il coordinatore FSI Micali -, occorre far applicare con determinazione la legge 161 sul riposo giornaliero consecutivo del personale, concordato di 11 ore. Previste sanzioni onerose per i direttori che non provvederanno ad ottemperare in tempi repentini”.

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