Messa in sicurezza del Fiumefreddo. Fronte comune tra consiglieri e Amam per trovare i 6 milioni necessari

Messa in sicurezza del Fiumefreddo. Fronte comune tra consiglieri e Amam per trovare i 6 milioni necessari

Francesca Stornante - Marco Ipsale

Messa in sicurezza del Fiumefreddo. Fronte comune tra consiglieri e Amam per trovare i 6 milioni necessari

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giovedì 28 Luglio 2016 - 11:38

Il problema dell'acquedotto Fiumefreddo non è solo a Calatabiano, dove pure c'è la situazione più critica, ma lungo tutti i 60 chilometri di tracciato. L'Amam ha redatto un progetto da 6 milioni e ha chiesto i finanziamenti alla Regione e allo Stato, finora invano

L’ennesima mini emergenza idrica si è conclusa ma il pericolo resta sempre alle porte. Soprattutto fin quando non verrà messa in sicurezza la collina franata a ottobre a Calatabiano. Altro che i tre o quattro mesi previsti allora, adesso la Protezione Civile ha preannunciato l’aggiudicazione della gara entro metà agosto e poi serviranno ben otto mesi di lavori. Insomma, nella migliore delle ipotesi l’Amam potrà intervenire per ripristinare la condotta originaria nella prossima primavera e, fino a quel momento, verranno utilizzati ancora i tubi flessibili, quelli incendiati sabato scorso e ripristinati in “soli” tre giorni.

Il consigliere Trischitta ha organizzato una conferenza stampa per fare il punto della situazione, alla quale hanno partecipato anche i colleghi Mondello, Perrone, La Paglia, Pagano, Burrascano e Gioveni, oltre al presidente dell’Amam, Termini (con tanto di polemica da parte del consigliere Rella, vedi video a parte), ed all’ex dirigente generale dell’Amam, ora in pensione, La Rosa.

“Abbiamo due condotte – ha ricordato Termini -. Il Fiumefreddo ha una serie di criticità legate al terreno in cui passa, mentre l’Alcantara è interrotta ormai da sei anni. Questo è inaccettabile perché, in caso di emergenza su una condotta, diventa fondamentale poter utilizzare l’altra. Pare che finalmente Siciliacque stia mettendo a bando i lavori di riparazione, è un loro dovere visto che hanno una concessione quarantennale, che prevede l’obbligo di mantenere le condotte in perfetto funzionamento. Da quando è scoppiata l’emergenza, la città è stata mortificata. L’unico progetto possibile era quello dei tubi flessibili ma doveva durare tre o quattro mesi, non così tanto. Abbiamo presentato un progetto per mettere in sicurezza tutto l’acquedotto Fiumefreddo, dal costo di 6 milioni, chiedendo il finanziamento alla Regione, ma non abbiamo avuto alcuna risposta”.

Domani Termini incontrerà il dirigente della Protezione Civile regionale, Foti. “Chiederò se possiamo interrare i tubi, visto che prima non si è potuto fare per evitare problemi al Comune di Calatabiano. C’è un’emergenza in corso e servono interventi radicali”. Un inciso sulla telecamere installate in zona per monitorare l’area: “Non erano in funzione perché non erano stati firmati i contratti con il Cnr”.

Sugli aspetti tecnici si è soffermato l’ex dirigente La Rosa: “L’Amam ha speso 1 milione di euro per una soluzione provvisoria, quando poteva spenderne solo 50mila risolvendo il problema in tre giorni. Ma la Protezione Civile e la Forestale ci hanno imposto di uscire al cantiere, per evitare rischi al sottostante Comune di Calatabiano. In 48 ore abbiamo fatto il progetto di messa in sicurezza che ci hanno chiesto, con tubazioni elastiche e a vista, e oggi, a causa della burocrazia, siamo sempre in situazione di rischio. Se davvero i lavori inizieranno tra un mese e finiranno ad aprile non possiamo scongiurare che in questo frattempo ci siano altri problemi”.

Poi altre considerazioni sul futuro: “La condotta del Fiumefreddo – prosegue La Rosa – ha 32 anni di vita. Un acquedotto di queste dimensioni ha un tempo stimato di vita di 50 anni a piena efficienza ma serve manutenzione straordinaria per il dissesto idrogeologico del territorio che attraversa. Il progetto da 6 milioni presentato da Amam garantirebbe una tranquillità gestionale”.

Anni fa Amam propose un progetto per il raddoppio dell’acquedotto Fiumefreddo, opere di protezione comprese, praticamente una nuova condotta da 60 chilometri adiacente a quella vecchia, che però non verrebbe abbandonata. “Oggi avrebbe un costo di 70 milioni – conclude La Rosa – ed è chiaro che sarebbe una nuova infrastruttura utile per la città. Ma, al momento, l’urgenza riguarda i 6 milioni per rendere efficiente il Fiumefreddo ed il ripristino dell’Alcantara”.

Un’idea, quella del raddoppio, che piace al consigliere Trischitta, l’organizzatore della conferenza stampa, "che era aperta a tutti – sottolinea -. Chiediamo ai governi nazionale e regionale di stanziare i milioni necessari, per partire con progetti e poi andare avanti, anche per step. Non possiamo continuare a sentirci dire che siamo una vergogna, dimostrino che hanno interesse per Messina”.

Supporto anche da parte di Gioveni, che chiederà una seduta straordinaria del Consiglio comunale con la deputazione regionale. “Il problema non è solo l’emergenza – dice – ma intanto trovare i 6 milioni per la messa in sicurezza. Vorrei che i deputati s’impegnassero per trovare nell’immediato queste risorse. Il Consiglio deve istituire una commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica”. Occhio al futuro anche per Pagano, secondo cui il problema non si risolverà a breve termine, e per la La Paglia, che ricorda di aver chiesto al Genio Civile una mappatura della città per individuare eventuali nuove sorgive.

(Francesca Stornante – Marco Ipsale)

4 commenti

  1. Sicuramente auspico che se arriveranno i fondi non li gestiscano questi due, vale a dire, l’ex presidente e l’onnipresente ex direttore pensionato. Incapaci anche di realizzare una striscia tagliafuoco che preservasse l’esiguo tratto realizzato con i tubi in plastica. Non si rendono conto che vanno adottate delle misure e delle azioni preventive anche irrisorie che evitano impatti pazzeschi sulla popolazione. Anni di premi di produttività e appalti a vogliamoci bene, ora la città ha bisogno di serietà e competenza. Renato ormai ha perso anche la governance, ha messo li Termini e non sa nemmeno come rimuoverlo, e il cetriolo dell’ortolano come al solito rimane a noi cittadini, preghiamo con le residure forze possibili!

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  2. Sicuramente auspico che se arriveranno i fondi non li gestiscano questi due, vale a dire, l’ex presidente e l’onnipresente ex direttore pensionato. Incapaci anche di realizzare una striscia tagliafuoco che preservasse l’esiguo tratto realizzato con i tubi in plastica. Non si rendono conto che vanno adottate delle misure e delle azioni preventive anche irrisorie che evitano impatti pazzeschi sulla popolazione. Anni di premi di produttività e appalti a vogliamoci bene, ora la città ha bisogno di serietà e competenza. Renato ormai ha perso anche la governance, ha messo li Termini e non sa nemmeno come rimuoverlo, e il cetriolo dell’ortolano come al solito rimane a noi cittadini, preghiamo con le residure forze possibili!

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  3. La Rosa predica bene ma razzola male, in tanti anni di sua gestione perchè non ha pensato a cosa potesse accadere? oggi è in pensione e da consigli e suggerimenti da 6 milioni di euro, ma quando dirigeva lui non ha mai pensato a cosa potesse accadere dopo? Oggi è facile parlare, tanto lui cosa pagherà? niente.

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  4. La Rosa predica bene ma razzola male, in tanti anni di sua gestione perchè non ha pensato a cosa potesse accadere? oggi è in pensione e da consigli e suggerimenti da 6 milioni di euro, ma quando dirigeva lui non ha mai pensato a cosa potesse accadere dopo? Oggi è facile parlare, tanto lui cosa pagherà? niente.

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