Un lettore ci segnala come sia a rischio una tomba che rappresenta un pezzo di memoria storica a Castanea.
Nel nuovo MUME, in bella mostra, è esposta una parte dei 93 vasi in maiolica (sec. XVIII_XIX), di diverse tipologie decorative che si rifanno alla ceramica calatina, provenienti dalla farmacia Lentini di Castanea.
La famiglia Lentini, suddivisa in più rami, era proprietaria, a cavallo fra i due secoli XIX e XX,di più agglomerati urbani, prospicienti la piazza principale e vanta fra le figure più note il citato erede della farmacia, lo speziale “Francesco” e due missionari entrambi col nome di Gaetano, zio e nipote, che partiti per il Brasile, a Pernambuco, fondarono scuole, ospedali etc, e intitolate strade,tanto che oggi, “Il Gigante”, veniva così chiamato, ha in corso una causa di beatificazione sostenuta dal “Collegio di Nossa Senhora do Bom Conselho”.
Nella ricorrenza dei defunti, con tutti i cancelli aperti del cimitero, girovagando fra le tombe, noto un’area delimitata da nastro rosso e bianco. E accanto alla “preziosa tomba”, il prezioso sta per la memoria storica non per la valenza del monumento, noto che una piccola buca si era aperta, sicuramente a causa delle abbondanti piogge, e sbirciando dentro, in perfetto stato, vedo la muratura e il loculo, quasi perfetto,in sostanza al momento è possibile intervenire, credo, ricolmando la buca e permettere così alla “memoria storica” che ancora sopra si legge, entro la cancellata, di potersi consegnare ai posteri e non fargli fare la fine della compianta “chiesa della Portella” (sec.VIII ?) lasciata cadere, dopo tanti solleciti e telegrammi, trasmessi dal compianto “Alessandro Costa” alle varie Sovrintendenze, all’On. Ordile, ecc. ecc. nei vicini anni Ottanta.
Qui riposa l’erede della farmacia Lentini Francesco, Antonio con Marianna Russo Guarnera e ebbe questo monumento, con la particolare pietra lavica con sovrapposta una croce in marmo, dallo strazio e dal dolore atroce della nuora e vedova: donna Nunziata Costa, inconsolabile, che nel 1924 vendette per novemila lire al museo di Messina il prezioso vasellame che era custodito dove oggi, a Castanea, vi è il museo etno-antropologico “I ferri du misteri”, con l’intento di erigere a perpetua memoria il più imponente monumento che custodisce detto camposanto.
L’opera, faraonica, in marmo bianco è affidata allo scultore Sutera e propone, protetti da un amorevole abbraccio, una donna di bassa statura, con un medaglione al collo, in carne, che tiene stretti a se i suoi due unici figli, morti tragicamente, e cosi mettere un po’ di pace nel suo cuore. Provvede, al contempo, come si legge nelle epigrafi, a dotare sia il suocero che il marito Cosimo di due degne dimore. Non so se sussistono eredi diretti. E questa tomba, per noi castanoti, conserva un pezzo di “memoria storica” e provvederò sia alla sezione cimiteriale del Comune, qualora fosse di loro competenza, di dare comunicato per disporre, oltre alla messa in sicurezza, anche le indicazioni per non farlo sprofondare.
Giovanni Quartarone