La Soprintendenza ai Beni Culturali risparmia sulle pulizie, a rischio 20 lavoratori

La Soprintendenza ai Beni Culturali risparmia sulle pulizie, a rischio 20 lavoratori

La Soprintendenza ai Beni Culturali risparmia sulle pulizie, a rischio 20 lavoratori

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domenica 01 Giugno 2014 - 00:26

Fp Cgil e FIlcams Cgil puntano l'attenzione sull'ennesimo dramma occupazionale che potrebbe esplodere da un momento all'altro. I lavoratori delle pulizie di uffici e siti della provincia rischiano il licenziamento per mancanza di fondi alla Soprintendenza, il sindacato si rivolge all'assessore Furnari.

I fondi scarseggiano e la Soprintendenza ai Beni Culturali risparmia sulle pulizie, chiedendo addirittura al suo personale “un maggiore rispetto delle norme igieniche”. Come a dire “cercate di sporcare il meno possibile”. Ad accendere i riflettori su una vicenda che, al di là dell’aspetto paradossale, rischia di lasciare senza lavoro una ventina di persone, è la Cgil. I segretari della Fp Cgil Clara Crocè e della Filcams Cgil Francesco Lucchesi definiscono inaccettabile il modus operandi della Soprintendenza ai Beni Culturali . che decide di interrompere il servizio di pulimento degli edifici e dei siti archeologici in provincia senza intavolare una discussione preventiva con i sindacati che rappresentano sia i lavoratori della Soprintendenza che quelli impegnati nel servizio pulizie.

“Il Soprintendente ha pensato bene di risolvere il problema causato dalla carenza di fondi interrompendo in modo unilaterale il servizio, senza tener conto delle ricadute negative in termini occupazionali. Tale decisione, infatti- continuano Crocè e Lucchesi- oltre a comportare gravi problemi in ordine all’igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro porterà al licenziamento di circa venti persone in tutta la Provincia di Messina. Persone che con quel modesto stipendio riuscivano a mantenere le proprie famiglie. Non è ammissibile procedere ad un operazione di macelleria sociale senza provare ad individuare delle soluzioni atte a salvaguardare il servizio e di conseguenza il personale impegnato, per di più in locali aperti al pubblico”.

Fp e Filcams chiedono all’Assessore ai Beni Culturali Giusi Furnari i fondi necessari per il ripristino del servizio, mentre al Soprintendente l’immediata ripresa del servizio. Se non arriveranno risposte si passerà alla protesta, già fissata per il prossimo venerdì 6 giugno.

2 commenti

  1. Esportiamo i sindacati in Cina, così potranno rovinare miliardi di lavoratori anche li.

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  2. Esportiamo i sindacati in Cina, così potranno rovinare miliardi di lavoratori anche li.

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