I “controrilievi” di Tomasello sul nuovo Statuto d’Ateneo, con particolare attenzione alla proroga

I “controrilievi” di Tomasello sul nuovo Statuto d’Ateneo, con particolare attenzione alla proroga

Danila La Torre

I “controrilievi” di Tomasello sul nuovo Statuto d’Ateneo, con particolare attenzione alla proroga

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martedì 13 Marzo 2012 - 22:08

In un incontro nella sede del Rettorato ,ristretto a pochi invitati, il Magnifico ha analizzato alcuni rilievi ministeriali e ha spiegato: «Difenderemo le nostre scelte, ma senza barricate»

Il futuro dell’ Università degli Studi di Messina , sarà scritto – nel senso letterale del termine – nelle prossime settimane. Dopo i rilievi formulati dal Miur, la commissione statuto, i 14 gruppi di lavoro appositamente costituiti per predisporre l’istruttoria degli adempimenti necessari per il nuovo assetto istituzionale, i componenti di Cda e Senato accademico dovranno fare in fretta per adeguare l’atto statutario secondo le indicazioni fornite dalla Commissione tecnica speciale del Ministero e redigere tutti i regolamenti interni che discenderanno dal nuovo Statuto d’Ateneo . Una mole di lavoro immensa -ammette il rettore Francesco Tomasello , che – nel corso di un incontro ristretto a pochi invitati nella sua stanza al Rettorato- commenta così le osservazioni ministeriali: «Ribadisco, perché ne ho testimonianza diretta, che il nostro è tra i migliori statuti di tutte le Università italiane».

Tomasello non nega, anzi riconosce il peso di alcune osservazioni mosse dal Miur, ma ci tiene a spiegare il perché di certe scelte , muovendo quasi dei “controrilievi”. Che partono dall’analisi dei rilievi ministeriali sull’ elettorato passivo – ribadendo che anche nella scelta dei rappresentanti accademici dovrebbe prevalere il criterio del merito ed è per questo che si è deciso di limitare la possibilità di essere eletti solo agli studenti scientificamente attivi; sui Dipartimenti e sui due organi di governo ( Senato accademico e Cda) per arrivare al nodo più delicato, vale a dire la norma statutaria che dispone l’anticipazione dell’inizio dell’anno accademico da novembre ad ottobre, facendo rientrare l’approvazione del nuovo statuto (ma probabilmente non l’adozione ) – avvenuta il 29 ottobre 2011 – nell’anno accademico 2011/2012 e non 2010/2011 e, quindi, facendo automaticamente slittare al 2013 la proroga di un anno al suo mandato concessa dalla legge Gelmini. Il Ministero ha di fatto cassato l’art.62 comma 5 secondo periodo, non avendo riscontrato «alcuna ragionevole giustificazione che consenta di derogare ad un principio generale dell’ordinamento, quello della irretroattività delle norme giuridiche (art.11, primo comma, del c.d. preleggi)». Ma ,secondo il rettore la ragionevole giustificazione c’è, eccome: «Se il nuovo statuto – sostiene Tomasello – entra in vigore nell’anno accademico 2012/2013 perché dobbiamo farci annullare un anno?».

La posizione è chiara e, se non proprio convincente per tutti, almeno convinta . Nonostante ciò, però, Tomasello assicura che, nel rispetto di quel «percorso condiviso» di cui ha parlato anche il Ministero «Senato e Cda non faranno le barricate», ma spera comunque che non si apra «un “caso Messina” in senso contrario ». «Andrò via – ha detto – quando lo dirà la legge , il Ministero e a pari condizioni degli altri rettori». Tomasello sente forte lo spirito di questa “missione” che gli è stata affidata e vuole portare a termine il suo ruolo di “traghettatore” dal vecchio al nuovo corso dell’Università. Certamente il suo non sarà un percorso in discesa e sull’effettivo inizio della proroga nuove polemiche si affacciano all’orizzonte. Ma ecco gli scenari possibili: se l’Ateneo peloritano alla fine dovesse essere costretto a riportare l’inizio dell’anno accademico a novembre, il rettore decadrebbe a novembre 2012; nel caso ni cui quella previsione fosse mantenuta, sarebbe invece scontato un ricorso al Tar da parte degli stessi docenti e dipendenti che hanno già avviato la battaglia legale contro l’istituto della proroga ,utilizzato anche in passato da Tomasello e già annullato dal Tar e dal Cga, che ha confermato la sentenza del tribunale amministrativo. C’è poi una terza ipotesi , in base alla quale Tomasello sarebbe già decaduto a novembre 2011, proprio per effetto dei pronunciamenti dei tribunali amministrativi: è in corso un dibattito tra avvocati amministrativisti per capire se il nuovo Statuto può essere considerato adottato dal momento in cui viene approvato (nel caso dell’ Università di Messina il 29 ottobre 2011) da Senato accademico e Cda oppure dal momento in cui sono state rese note le osservazioni ministeriali . In questo secondo caso,il mandato di Tomasello non sarebbe più "garantito" dalla legge Gelmini che prolunga di un anno il mandato dei rettori dal momento dell’adozione dello statuto, ma a quel punto sarebbe nullo a partire dal novembre scorso sempre per effetto delle sentenze dei tribunali.Tesi, quest'ulltima che non viene neanche presa in considerazione da Tomasello, quasi per lui quelle due sentenze non avessero alcun peso sul suo incarico e su quello di tutti gli altri organi elettivi beneficiari della proroga.

Nelle prossime settimane, il vero nodo da sciogliere sarà, dunque, questo: quando è stato adottato il nuovo statuto d’ateneo? (Danila La Torre)

3 commenti

  1. Italia paese di vecchi, costruito da vecchi per altri vecchi con cultura antica e stantia, con programmi televisivi obsoleti e superati,con cultura musicale praticamente nulla, basta accendere la radio , specie da Napoli in giù , poteva non avere un rettore vecchio, senza più senso della realtà , incollato alla poltrona in modo assurdo, grazie a cavilli burocratici e a iperboliche norme giuridiche ?!!!

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  2. attaccato alla sedia.attento però che potresti pure restarci.

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  3. L'Osservatore 14 Marzo 2012 18:06

    CHE VERGOGNA!!!!!!!!
    Un signore che vuole pervicacemente restare “attaccato” alla poltrona e NESSUNO che osi schiodarlo o farlo desistere.
    Aspetto con trepidazione che la Giustizia faccia il suo corso.
    In qualunque altro Paese del mondo (non quello delle “banane”) questo signore si sarebbe già dimesso…
    Ahi quanto siamo lontani dal mondo civile!!!

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