Per il Comune è arrivata l’ora X: anticipazioni sulla relazione inviata alla Corte dei Conti

Per il Comune è arrivata l’ora X: anticipazioni sulla relazione inviata alla Corte dei Conti

Danila La Torre

Per il Comune è arrivata l’ora X: anticipazioni sulla relazione inviata alla Corte dei Conti

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giovedì 08 Novembre 2012 - 19:19

A Palermo, si recheranno i dirigenti Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo ed il commissario straordinario Luigi Croce. Nuova doccia fredda sui residui attivi afferenti e antecedenti al 2006

L’ora X è arrivata. Poche ore ed il Comune dovrà presentarsi dinanzi alla Corte dei conti con tanto di relazione che descriva in modo chiaro quant’ è grave la situazione economico-finanziaria dell’ente, nei fatti già ad un passo dal dissesto. A Palermo, si recheranno i dirigenti Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo ed il commissario straordinario Luigi Croce, che – secondo voci circolate insistentemente in questi giorni – avrà sotto braccio una seconda relazione, elaborata dai suoi esperti.

Il documento “ufficiale” resta però quello prodotto dai dirigenti dell’area economica, con il visto del Collegio dei revisori dei conti. E sul contenuto è trapelata già qualche indiscrezione. Nella relazione, Coglitore e Di Leo informano la Corte dei Conti della bocciatura del Consuntivo 2011 da parte del Consiglio comunale, ieri approvato dal commissario ad acta Giuseppe Terranova, e dell’impossibilità di chiudere il bilancio di previsione 2012 vista la persistente discrasia esistente tra le entrate e le spese, con una differenza a favore delle uscite che supera i 70 milioni di euro, come evidenziato in una recente nota firmata dal ragioniere generale (vedi correlato) . Inseriscono, poi, le proiezioni sulle riscossioni dei tributi (soprattutto Tarsu e Imu).

Quel che viene citato ma non approfondito nella relazione è il tema scottante delle partecipate: Coglitore e Di Leo includono le società partecipate tra spese dell’ente, illustrando cioè quanto costano al Comune in base alle cifre inserite nei bilanci comunali , ma non dicono nulla sui debiti, che Palazzo Zanca non riconosce perché non certificati, a causa della mancata approvazione dei bilanci. La reale massa debitoria delle società a partecipazione comunale (Ato, Messinambiente, Atm, Amam, pur con dei distinguo tra queste aziende pubbliche) resterà, quindi, un mistero per la Corte dei conti. Secondo Coglitore, l’unico modo per quantificare ed accertare i debiti delle partecipate, soprattutto per quel che riguarda Atm e Messinambiente, è quello di avviare le procedure di liquidazione, ad oggi ferme al palo: solo un commissario liquidatore può fare definitiva chiarezza sui conti e sui buchi delle partecipate.

E, a proposto di buchi, sta per crearsene un altro nelle casse comunali, di circa 25 milioni di euro. E’ quanto emerge dalla corrispondenza tra Coglitore ed il dirigente ai Tributi, Romolo dell’Acqua. Il 5 ottobre scorso, il ragioniere generale scriveva a dell’Acqua per fargli presente di essere impossibilitato a pareggiare il bilancio di previsione 2012, anche in considerazione delle ultime disposizioni normative in materia finanziaria, per le quali gli enti locali iscrivono nel bilancio di previsione un fondo svalutazione crediti non inferiore al 25% dei residui attivi afferenti e antecedenti al 2006, che tuttavia -previo parere motivato dell’organo di revisione – possono essere esclusi sulla base di calcolo nel caso in cui i responsabili dei servizi abbiano analiticamente certificato la perdurante sussistenza delle ragioni del credito e dell’elevato tasso di riscuotibilità.

Il ragioniere generale invitava, quindi, Dell’Acqua a procedere alla certificazione, ma il dirigente ha risposto di non essere nelle condizioni di certificare la perdurante sussistenza delle ragioni del credito e dell’elevato tasso di riscuotibilità, «anche in considerazione che trattasi di residui attivi che ineriscono partite iscritte a ruolo che hanno già subito una significativa evoluzione in termini di cassa e registrato una limitata movimentazione negli anni trascorsi». Una doccia fredda, dunque, per il Comune, che vede sfumare l’occasione di cogliere quest’opportunità offerta dalla recente legislazione.

All’ente di Palazzo Zanca non resta che attendere notizie da Palermo e dalla Corte dei Conti, che domani passerà ai raggi X i conti del Comune e nei prossimi giorni indicherà qual è il percorso da intraprendere. (Danila La Torre)

5 commenti

  1. Salvatore Vernaci 9 Novembre 2012 07:30

    MESSINA NON E’ DA DISSESTO
    Ho aderito, con interesse, all’incontro organizzato dal Movimento RESET, aperto a tutti i Cittadini, mirato ad illustrare le conseguenze devastanti di una eventuale e temibile dichiarazione di dissesto, offrendo il mio personale contributo, fatto di professionalità ed esperienza, maturate in 30 anni di svolgimento delle funzioni di Segretario Generale ed in 10 anni di Commissario Straordinario della Regione in vari Comuni dell’Isola.
    Condivido, in toto, il progetto di RESET, come quelli di tutti gli altri Movimenti, che hanno lo scopo precipuo e la finalità di ridare alla Città il ruolo che merita. Messina ha diritto ad avere il presente migliore possibile ed un futuro fatto di lavoro e di opportunità per i giovani. Messina deve essere una città aperta, dinamica ed europea, che sa far risaltare i suoi valori, i suoi tesori, le sue bellezze e su questi fare leva per un nuovo auspicato sviluppo. I Movimenti si devono impegnare per una Città dove i Servizi Sociali funzionino, dove nessuno possa ritrovarsi privo d’aiuto, dove tutti abbiano diritto ad una vita decorosa, senza esclusioni o emarginazioni; dove i giovani abbiano la possibilità di scegliere di rimanere o ritornare.
    Messina non è pronta a sopportare un altro TERREMOTO, anche se finanziario. Messina non è da dissesto. E’ bene che la Città prenda coscienza di ciò e si ribelli ad ogni soluzione contraria. Ci sono le leggi ed i presupposti perché Messina esca dalle secche delle difficoltà economiche in cui è rimasta incagliata. Se dovesse essere, malauguratamente, dichiarato il dissesto, è bene che qualche Movimento si faccia promotore, con i propri legali, di valutare la percorribilità di una sorta di “azione di responsabilità” collettiva nei confronti di quanti Organi Istituzionali e Burocratici, hanno portato la Città al dissesto con le relative conseguenze negative per i Cittadini Messinesi.

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  2. IL VERO PROBLEMA E’ LA RIPRESA – L’ipotesi del dissesto finanziario regge e si concretizza nel momento in cui la Corte dei Conti ravvisa azioni dolose degli amministratori, comprendendosi in essi non solo quelli eletti ma anche i dirigenti che abbiano avuto responsabilità decisionali. Ma non sarebbe questa l’ipotesi letale per il Comune, seppure siano immaginabili le conseguenze. Giusto dice Vernaci quando afferma che “Messina ha diritto ad avere il presente migliore possibile ed un futuro fatto di lavoro e di opportunità per i giovani. Messina deve essere una città aperta, dinamica ed europea, che sa far risaltare i suoi valori, i suoi tesori, le sue bellezze e su questi fare leva per un nuovo auspicato sviluppo.” Sacrosanti principi che però s’infrangono contro la logica di potere, quindi non di servizio, con cui è stata governata la città. Lobbies trasversali che hanno ignorato quei principi espressi da Vernaci per una politica di gestione e non di amministrazione nel senso più ampio del termine. E qui sorge spontanea la domanda. Vogliamo affidare la rinascita di una nuova polis alla gente che ha prodotto il disastro? Oppure non è meglio che la legge impedisca ai malfattori di continuare nella loro nefanda e nefasta politica? Ai giudici dunque l’ardua (e quanto sarà tale lo sanno solo loro) sentenza.

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  3. Premetto: non sono un tecnico, ma se il dissesto finanziario della città comporterà anche un’indagine più approfondita con riconoscimento delle singole responsabilità (amministratori e dirigenti)dolose con conseguenti procedimenti penali, allora CHE BEN VENGA!
    Stringiamo i denti ma questi “signori” DEVONO FINIRE I GALERA E PAGARE per le loro malefatte!!!

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  4. Condivi appieno. Chi non vuole il “Dissesto”, ma sono sicuro che la Corte dei Conti provvederò in merito, difende coloro che hanno ridotto la Messina in condizioni devastanti ed offende i cittadini onesti costretti a pagare più tasse, come da ora, anche senza il distretto, sono obbligati a pagare. Chi non vuole il dissesto vuole che chi l’ha determinato rimanga impunito , mentre vengono puniti i cittadini che tale situazione non hanno determinato. Viva i furbi, abbasso l’onestà

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  5. La circolare interna di Luigi CROCE, trasmessa ai DIRIGENTI di Palazzo Zanca, ha spunti programmatici per i movimenti che ambiscono governare Messina, come RESET e MOVIMENTO 5 STELLE. Li sintetizzo per i lettori di TempoStretto: 1) trasmettere al Sindaco, nella qualità di maggiore azionista delle partecipate, i verbali di assemblea e del consiglio di amministrazione, comprese le delibere dell’amministratore unico 2) non effettuare alcun pagamento senza la preventiva autorizzazione dell’assessore al ramo, semmai stabilire la cifra minima 3)blocco di ogni cambiamento di qualifica o di livello dei dipendenti 4) comunicazione da parte dell’ufficio personale al Sindaco dei compensi annui di ogni DIRIGENTE, distinto per singole voci. Sono punti programmatici nell’ottica del BUON PADRE di famiglia, che fa stringere la cinghia e controlla personalmente i componenti, in un tempo di gravissima crisi finanziaria ed economica.

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