La città dello Stretto ancora una volta si dimostra solidale. Presso l'Aula Magna della Corte d'Appello sport e disabilità si sono incontrati poiché lo sport è di tutti ed è per tutti. Un evento dedicato agli avvocati che ha toccato anche gli animi di coloro che erano presenti.
"Lo sport è di tutti ed è per tutti". E' questo il messaggio principale del convegno rivolto agli avvocati tenutosi nel pomeriggio di ieri presso l'Aula Magna della Corte d'Appello. Uno slogan che spesso però non trova conferme ma che può scalfire le coscenze al fine di cambiare. L'iniziativa, che rientra nel piano dell’Offerta formativa dell’Ordine degli avvocati e, in particolare, nella campagna contro ogni forma di discriminazione “Siamo tutti parte”, è stata organizzata unitamente al CONI, nell’ambito del progetto europeo “Change Your Mindset-Sport4Everyone.
A fare gli onori di casa il Presidente dell'Ordine degli Accocati, Vincenzo Ciraolo che ha spiegato come Messina sta vivendo un grande disagio poichè, ha affermato, assurdo che lo sport non rientra nei piani della politica locale e che la disabilità non è nella persona che la vive ma nella mente di coloro che alzano muri nei confronti dei soggetti meno fortunati di noi.
L'avvocato Villari, delegato alla formazione dell'Ordine degli Avvocati, ha introdotto la legge che riconosce il principio dello ius soli sportivo, rivolta a tutti i minori che risiedono regolarmente sul territorio almeno dal compimento del decimo anno di età, entrata in vigore il 20 gennaio 2016. Il riconoscimento ufficiale dello ius soli sportivo, avvenuto per legge solo nel 2016, era in realtà già utilizzato da alcune federazioni ancor prima del regolamento normativo dello stesso. Ad utilizzarlo ancor prima che diventasse obbligo legislativo per tutte le federazioni sportive italiane, quelle di atletica leggera, hockey su prato e di pugilato.
Parola poi al delegano del CONI di Messina, Alessandro Arcigli che, ancora una volta, ha evidenziato le finalità del progetto euroepo "Change Your Mindset – Sport4Everyone", all'interno del quale lo sport non è un fine ma un mezzo di sviluppo e crescita della persona e deve essere un diritto di tutti, soprattutto delle persone disabili. Invece, ancora oggi, non è così e ci sono profonde differenze tra nord e sud del Paese che noi dobbiamo lottare per eliminare.
A raccontare le differenze che precludono il pari esercizio del “diritto allo sport” nelle varie “latitudini” del nostro territorio ecco presenti Daniel Paone, cinque anni fa campione italiano di tennis tavolo in carrozzina, oggi non può più praticare il suo sport perché vive in un piccolo paesino in provincia di Lamezia Terme; Giada Rossi, campionessa paralimpica di tennis tavolo, cinque anni fa era campionessa italiana e oggi è campionessa mondiale; Roberta Macrì, atleta bacellonese che ha contravo nella carrozzinauna rinascita diventando campionessa italiana di Para Powerlifting e Silvia Bosurgi, campionessa olimpica di pallanuoto.
I lavori sono stati chiusi dallo stesso Presidente dell'Ordine degli Avvocati con un impegno, quello di scrivere agli organi superiori della magistratura affinchè anche il palazzo di giustizia di Messina sia conforme e a misura di disabile.