Bilancio positivo per III edizione della Settimana di Esercitazione di Protezione Civile. Ma ancora tanto c’è da fare

Bilancio positivo per III edizione della Settimana di Esercitazione di Protezione Civile. Ma ancora tanto c’è da fare

ELENA DE PASQUALE

Bilancio positivo per III edizione della Settimana di Esercitazione di Protezione Civile. Ma ancora tanto c’è da fare

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sabato 12 Maggio 2012 - 11:59

Questa mattina al Palacultura l’ing. Rizzo, responsabile dell’esercitazione, ha fatto il punto su numeri, interventi e criticità. Importante però fare i conti con la realtà: Quale l’attenzione finanziaria di governo e regione in caso di vere emergenze? Manfrè: «Convocare un tavolo tecnico»

L’imprevedibilità della natura rappresenta da sempre una variabile con cui l’uomo ha dovuto imparare a fare i conti. Spesso con scarsi successi. (1.ottobre docet). Esercitazione e formazione possono però aiutare a “mitigare” effetti e conseguenze altrimenti devastanti. E la III edizione della Settimana della Protezione Civile organizzata nell’ambito del “Piano Emergenza” del Comune di Messina ne è la conferma. Questa mattina al Palacultura, nel corso dell’incontro conclusivo, il direttore dell’esercitazione, nonché esperto per la Protezione Civile del Comune di Messina, l’ing. Antonio Rizzo, ha elencato numeri e “retroscena” dei setti giorni di prove che hanno coinvolto il territorio comunale, da sud a nord: 52 gli eventi simulati, 40 gli enti e le istituzioni coinvolte, 48 le scuole, 14 le associazioni di volontariato per un totale di 144 volontari, 110 feriti simulati, 280 unità di personale di forze dell’ordine. Numeri cui si aggiungono i cittadini direttamente e indirettamente coinvolti, fino ad un totale di 41.502 persone.

«Possiamo affermare – ha dichiarato l’ing. Rizzo – che l’interesse per momenti formativi come questi sta gradualmente aumentando. Abbiamo aggiunto un altro tassello all’esperienza che cerchiamo annualmente di costruire». Una partecipazione crescente che per gli addetti ai lavori non fa che confermare la necessità di investire nel settore della prevenzione, soprattutto in una città come Messina esposta a rischi e criticità di cui ben si conoscono i devastanti effetti. «Le criticità riscontrate nel funzionamento della macchina amministrativa – ha continuato Rizzo – danno modo di valutare ciò che si deve migliorare». Per farlo è però necessario, oltre la sinergia con la cittadinanza, la possibilità di investire sul territorio: la macchina di emergenza messa in moto in questi sette giorni è stata “alimentata” solo con fondi comunali, il che, evidentemente, potrebbe non bastare considerando che nella realtà un evento sismico (o di altra natura) colpirebbe tutto il territorio senza distinzione di zone o momenti. Osservazione quest’ultima avanzata dal Responsabile della Protezione Civile Regionale, sezione Messina, Bruno Manfré: «È necessaria la convocazione di un tavolo tecnico per capire effettivamente quali e quante risorse i governi regionale e nazionale intendono stanziare per le emergenze». Un appello cui si unisce anche l’ing. Rizzo. Il rappresentante comunale, rivolgendosi al Responsabile del Dipartimento di Protezione Civile nazionale, servizio Emergenze, il dottore geologo Fabio Brondi, presente anche durante alcune esercitazioni, afferma: «E’ importante che la questione venga attenzionata a livello nazionale, l’obiettivo dovrebbe essere quello di creare un sistema di prevenzione che riguardi insieme Messina e Reggio»

Nel corso della mattinata sono stati proiettati due video, uno sugli interventi dello scorso anno, uno sulle esercitazioni svoltesi questa settimana, che hanno permesso di evidenziare differenze e miglioramenti. L’attivazione del piano di emergenza ha consentito di testare non solo il grado di reazione della gente (ragazzi ben più reattivi degli adulti, ndr) ma anche il ruolo svolto dai volontari (Funzione 3 del Piano), il cui coordinamento è stato affidato a Massimo Minutoli in qualità di presidente della consulta delle associazioni di volontariato di Protezione Civile della città di Messina, e della Polizia Municipale (Funzione 7), che negli attimi appena successivi l’emergenza rappresenta “gli occhi” della macchina comunale: gli interventi della settimana, diretti dal Comandante Ferlisi e coordinati “in strada” dal Capitano La Rosa, sono stati in totale 114, 144 le unità coinvolte, 37 auto, 28 moto, 1 pilotina della sezione marittima e subacquei. Determinante anche il ruolo svolto dall’Associazione Italiana Medicina delle Catastrofi, nell’ambito delle simulazioni svoltesi nelle strutture sanitarie: «Si può afferma con sicurezza – ha dichiarato il presidente Consolato Malara – che oggi gli ospedali di Messina sono dotati di un Piano di Emergenza Interna per Massiccio Afflusso di Feriti /(PEIMAF). Fino a qualche anno fa non era così. Non è un caso che il “Modello Messina” verrà preso come riferimento anche per l’esercitazione che ad ottobre si terrà a Pisa».

A chiudere la carrellata di interventi il responsabile Fabio Brondi: quest’ultimo ha inoltre evidenziato l’importanza della comunicazione con la cittadinanza che deve essere istruita sulla basilari norme di comportamento: «Ho ammirato molto in questo senso uno degli incontro organizzati dall’Associazione Castel Gonzaga di Montepiselli (alla chiesa San Nicolò di Ganzirri) che ha informato i cittadini su cosa fare in caso di emergenza». Per Messina si conclude dunque una settimana di prove che suggeriscono spunti di riflessione non soltanto agli “addetti ai lavori” per eventuali migliorie da porre in essere, ma anche rispetto all’atteggiamento dei cittadini, per lo più “scettici” e ancora evidentemente poco sensibili alla tematica. (ELENA DE PASQUALE)

(IN ALLEGATO IN REPORT COMPLETO SUGLI INTERVENTI DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO COINVOLTE)

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