Il tecnico ha realizzato il sogno del ponte sportivo tra Messina e Reggio. Doppia carriera permette di portare avanti lo sport professionistico e gli studi
MESSINA – Da poco tornati dai Criteria nazionali giovanili in casa Unime, settore nuoto, si è vissuta una settimana intensa. Dopo qualche giorno di pausa concesso alla classe 2009 Emma Arcudi è tornata ad allenarsi tra le piscine di Reggio Calabria e Messina, in settimana ha anche incontrato la rettrice Spatari che si è voluta complimentare con l’atleta, mentre di appena qualche giorno fa la convocazione ufficiale, anche se ufficiosamente il tecnico delle nazionali giovanili Marco Menchinelli l’aveva accennato agli allenatori di Emma, per gli Europei Junior di Vilnius, in Lituani, ad inizio luglio. Arcudi farà parte di una squadre che conta 43 dei migliori atleti giovani del nuoto italiano.
La filosofia Unime
“Sono molto orgogliosa di te – ha detto la rettrice Giovanna Spatari alla giovane atleta quando l’ha incontrata – e sono certa che lo sia anche la tua famiglia. Con impegno e dedizione otterrai tanti altri successi non solo nello sport, ma anche nella vita. Sono certa che presto riceveremo altre belle notizie e sentiremo ancora parlare di te. Un plauso va anche a chi coltiva il tuo talento qui in casa, all’interno dell’Ssd UniMe”.
Emma è stata accompagnata da Diego Santoro direttore tecnico del settore nuoto universitario che in un’altra occasione ha tenuto a precisare come “quello che stiamo ottenendo col nuoto adesso è frutto di un lavoro di programmazione e innovazione iniziato nel periodo del Covid. Per molti è stata distruzione, noi invece abbiamo ragionato su come dare possibilità in più ai ragazzi”. Il ringraziamento è andata anche al suo numerosissimo staff e a chi dentro l’Ssd Unime gli permette di portare avanti questo progetto: il direttore sportivo Naccari, la presidente Bosurgi, il professore Vinci e appunto la rettrice Spatari.
Senza dimenticare ovviamente il contributo che arriva da Reggio Calabria con la struttura Pianeta Sport. Infine ha ribadito la filosofia da lui portata e premette che non è detto sia giusta la sua e sbagliata quella degli altri, “in Unime lavoriamo molto con atleti e genitori per costruire una cultura e non i risultati tra gli esordienti (i nuotatori tra i 9 e 12 anni), non bisogna aver fretta, le delusioni vanno assorbite e il successo va assaporato piano piano. Non bisogna deviare dal percorso stabilito e programmato”.
Santoro e il ponte virtuale sullo Stretto
Diego Santoro allenatore nato a Reggio Calabria, formatosi all’Università di Messina che vive a Villa San Giovanni parla di questo suo sogno realizzato “un ponte sullo Stretto virtuale tra Calabria e Sicilia, abbiamo raccolto i migliori atleti e avendo trovato i giusti equilibri ci alleniamo su entrambe le sponde e i nostri ragazzi crescono”.
“Quello che vorrei passasse – prosegue Santoro – è anche la possibilità già attiva delle doppia carriera, universitaria e sportiva. Sono già tanti gli atleti che ne usufruiscono e ne seguiranno altri man mano che cresceranno. È importante fare in modo che i nostri ragazzi restino in Sicilia e a Messina hanno la possibilità di allenarsi in strutture all’avanguardia come fossero professionisti e soprattutto possono proseguire gli studi accademici in una delle Università migliori con notevoli vantaggi, economici e non solo. Pensiamo solo che al momento è diventato normale che gli atleti di Reggio vengano ad allenarsi a Messina”.
Un’ultima battuta gliela strappiamo sul ponte sullo Stretto vero che si ha intenzione di costruire: “Io vivo sul mare a Villa San Giovanni e sarei tra gli espropriati. Al di là di questo sarebbe una bella struttura ma soffrirei più che per l’esproprio perché per tanti anni non potremmo vivere le zone di Ganzirri e San Giovanni Cannitello che diventeranno per anni cantieri. Inoltre da pendolare non mi cambierebbe la vita mia o degli atleti che settimanalmente ci spostiamo, i mezzi veloci nello Stretto, nonostante l’alto impatto di inquinamento, ci sono e io in 40 minuti arrivo dalla struttura di Reggio alla Cittadella a Messina, il ponte non mi agevolerebbe”.