Città Metropolitana, il ministro D'Alia: "Non perdiamo anche questo appuntamento"

Città Metropolitana, il ministro D’Alia: “Non perdiamo anche questo appuntamento”

Rosaria Brancato

Città Metropolitana, il ministro D’Alia: “Non perdiamo anche questo appuntamento”

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domenica 01 Dicembre 2013 - 17:51

Un'intera mattinata di dibattito, organizzata dall'Udc, sul futuro di Messina, Città Metropolitana. Il disegno di legge Valenti sarà disponibile sul sito nei prossimi giorni: "E' una sfida che guarda al futuro" spiega l'assessore, mentre il ministro D'Alia aggiunge: "La città metropolitana è un patto tra comuni che vogliono crescere insieme". L'esponente del governo Letta invita il Consiglio comunale ad affrontare il dibattito e alla giunta Accorinti dice: "Abbiamo fatto la nostra parte ora iniziate a lavorare"

Il dibattito è iniziato parlando della grande sfida della Città Metropolitana e strada facendo, con i vari interventi, si è arricchito di una scommessa ancora più grande e interessante, l’Area integrata dello Stretto.

Ancora una volta il rischio che corriamo a Messina, è che le decisioni vengano prese sulla nostra testa, “a nostra insaputa” e ci faremo trovare impreparati.

E’ con questo spirito che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha voluto l’incontro di questa mattina al Visconti, perché Messina sarà città metropolitana in tempi più brevi di quanto possiamo immaginare, eppure, al di là delle generiche proteste, nessuno in questo momento ha idea di cosa preveda in concreto il disegno di legge predisposto dall’assessore regionale Patrizia Valenti, oggi presente proprio per spiegare che il ddl è un treno e come tutti i treni va in avanti e non indietro.

Il dibattito di questa mattina si è arricchito degli interventi di ingegneri, sindacati, imprenditori, che hanno invitato a guardare la Città metropolitana di Messina come l’occasione unica per realizzare l’Area dello Stretto.

“La Città metropolitana è una grande opportunità per Messina- ha dichiarato il presidente dell’Ars Ardizzone- Siamo in una fase di riordino complessivo del sistema amministrativo con l'abolizione delle Province e la riconsiderazione delle città metropolitane. Ne sono state istituite 10 in Italia e tra queste la nostra dirimpettaia Reggio Calabria. Sfruttiamo questa opportunità, apriamo il dibattito con forze imprenditoriali e sindacali. I comuni limitrofi devono comprendere che non si tratta di un assorbimento all'interno di quello di Messina, ma di un potenziamento grazie a nuove opportunità".

Dopo i saluti del capogruppo Udc al Comune Mario Rizzo sono iniziati gli interventi, di docenti, ingegneri, architetti, sindacalisti, imprenditori, politici: Josè Gambino, Michele Limosani, Falzea, Lillo Oceano, Tonino Genovese, Leonardo Santoro, Francesca Moraci, Luciano Taranto, Fortunato Romano.

“Non lasciamoci sfuggire questa occasione limitandola al solo dibattito locale- ha avvertito Michele Limosani, ordinario di politica economicaI catanesi pensano già a integrare il sistema aeroportuale con Reggio Calabria, guardando ai collegamenti con l’Est Europa e noi ancora parliamo dell’aeroporto del Mela. La Città metropolitana di Messina non può essere limitata ad 11 comuni, ma almeno a 51, per non perdere questa sfida. L’area integrata dello Stretto è un’opportunità sotto il profilo della mobilità, dei trasporti, del turismo, persino per la ricerca e l’Università. Che fine ha fatto la Metropolitana del mare? Un sistema integrato di trasporti pubblici serio ed efficace?”

Dai flussi di collegamento tra le due sponde, tenuto conto che Reggio Calabria è già Città metropolitana, fino alle Rassegne teatrali ed agli eventi “integrati” secondo Limosani le due Città Metropolitane finirebbero con il diventare l’unica porta del Mediterraneo: “In California c’è una sola università divisa in 10 sedi- spiega ancora- potremmo fare qualcosa di analogo anche noi, con un flusso di 40 mila studenti tra Messina e Reggio, rendendo l’offerta formativa competitiva e senza più vedere scappare i nostri giovani, anzi diventando polo per l’intero Mediterraneo. Perché non farlo noi il Politecnico dello Stretto?”

L’ostacolo alla Città metropolitana siamo noi che “pensiamo in piccolo”, perché, come chiarito dall’assessore Valenti “i Comuni della Città non saranno cancellati ma valorizzati. La riforma nasce dalla necessità di cambiare modello. Per 20 anni abbiamo assistito ad un processo di riduzione della spesa pubblica e nel contempo alla proliferazione di Enti, con Cda e costi. L’obiettivo è dare servizi migliori a tutti i cittadini. Da gennaio saranno disponibili finanziamenti europei per le Città metropolitane ed è una sfida che si può decidere di vincere o di non giocare”.

Le identità singole non verranno cancellate, è sul piano delle funzioni, quelle in parte attribuite alle vecchie province e quelle ancora in mano alla Regione, che si può cambiare il sistema, sganciandolo dai campanilismi.

“Fatelo, sono da anni che noi addetti al settore forniamo ricerche e progetti” ha tuonato l’architetto Moraci, “Noi ci siamo, siete voi politici che non fate mai quello che avete detto il giorno prima- ha rincarato l’ingegnere Schipani di Confindustria- La politica è troppo lenta, rischiamo di morire. Finitela di creare stipendifici e siate coerenti con quanto dite”.

Il ddl Valenti sarà visionabile sul sito della Regione, in modo che chiunque, dall’amministratore al cittadino, possa dire la sua o proporre suggerimenti.

“La Città metropolitana si fonda su un PATTO tra comuni che vogliono crescere insieme- ha concluso il ministro D’Alia- Non cancelliamo le identità, le valorizziamo. Il disegno di legge prevede sinergie per i servizi e soprattutto indica un percorso certo per arrivare finalmente all’Area dello Stretto. Mettiamo insieme il meglio che abbiamo tra le due sponde”. Il ministro ha sollecitato il presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, presente in sala, a convocare tra dieci giorni una seduta aperta alla deputazione ed alle categorie in modo che emerga una proposta chiara da portare all’Ars in merito alla Città Metropolitana.

“E’ finito il tempo delle chiacchiere. Noi siamo sempre in ritardo- ha continuato D’Alia- abbiamo perso diversi appuntamenti. Ha ragione l’architetto Moraci, 10 anni ci davano i progetti per l’Area dello stretto e noi neanche li guardavamo perché impegnati con il Prg di altri 20 anni prima. Non possiamo essere in ritardo anche stavolta. E mi rivolgo all’amministrazione Accorinti: il governo ha fatto la sua parte, sia sul fronte dissesto che per i precari, per la caserma dei vigili del fuoco. Ora basta, la giunta Accorinti deve mettersi a lavorare e fare la sua parte”.

Messina diventerà Città Metropolitana e questo avverrà indipendentemente dal fatto che ci sia o meno il dibattito. I Comuni potranno decidere se aderire o meno e il dibattito serve a capire se immaginare una Città a 11 o a 51 Comuni. Questa è l’unica occasione per diventare protagonisti del percorso di cambiamento piuttosto che subirlo oppure svegliarci una mattina a cose fatte e magari lamentarci.

Come ha commentato un presente in sala: dobbiamo sbuddacizzarci.

Rosaria Brancato

19 commenti

  1. D’alia per carità. Tu rappresenti quella classe dirigente che ha rovinato la nostra città ed il mezzogiorno. Il governo Letta,di cui ti sei ministro ha tolto i soldi del ponte per destinarli alla tav Napoli Bari. Di quale area metropolitana parli? Ha ragione Limosani: la provincia di Messina sarà risucchiata da Catania e Palermo, non avendo ne aeroporti ne ferrovia. E resteremo poveri e pazzi. Tranne tu e Ardizzone che guadagnate 20.000 euro al mese da 15 anni.

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  2. Ennesimo convegno inconcludente ed autoreferenziale. . I politici campano sulle promesse(mai mantenute) e sulle speranze da somministrare ai propri sudditi devoti nella speranza di tenerli buoni e continuare ad illuderli. Intanto si “crogiolano” nel loro benessere mantenendo i loro personali privilegi. Viene spontaneo chiedersi, ma fino ad adesso che c… hanno fatto? Dove sono stati? Non hanno capito niente. La gente ormai non ce la fa più Vivendo di rendita pubblica ed immersi in questa Matrix burocratica- parassitaria ignorano le ragioni stesse della economia reale, l’unica che produce ricchezza …da distribuire. Disquisendo di “area metropolitana” ed “area integrata dello Stretto” si vuole anche con tutta evidenza distrarre e distogliere l’attenzione dall’UNICA OPERA INFRASTRUTTURALE che se realizzata sarebbe in grado di SALVARE una città ed un territorio ” desertificato” e senza speranza . Ma figurarsi se i ” buddaci” possano capirlo essendo stati per anni drogati ed ipnotizzati da campagne propagandistiche al servizio di poteri marci e di retroguardia pseudo ambientalista. . Ci vediamo fra qualche anno. Almeno quelli di noi che resteranno.

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  3. ni inchistu a testa i fissarii da 30 anni e fatti zero, anzi meno di zero, visto come ci avete ridotto.
    Arcorinti ora deve lavorare, giusto ! E voi per 30 anni cosa avete fatto?? giocavate a briscola in 5 ???

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  4. Le solite promesse da marinaio in vista delle Europee.Questi politicanti messinesi non hanno fatto mai nulla per il nostro territorio, sanno solo p+++++gli ++++ e ++++ grazie ai muccalapuni che li votano

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  5. Ben detto!

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  6. Marco Pugliatti 2 Dicembre 2013 07:00

    E’ diventato talmente imbarazzante chiamare il ponente sullo stretto col suo vero nome che per pudore lo si preferisce chiamare UNICA OPERA INFRASTRUTTURALE. O ti rifervi i forse ad altre opere urgenti per una città dove manca dall’acqua fino al sale?

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  7. Giusta considerazione quella di Fernando, la stessa di tanti Messinesi stanchi del vuoto politico locale fatto di vecchie strategie di potere ancora fortemente radicato in città.

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  8. Ha cavalcato l’onda Accorinti che paragona Messina a San Giuliano della Puglia, ed adesso viene a parlare di città metropolitana.
    Cosa aspetta a scomparire dalla città anche lui, con quanto ha guadagnato può soggiornare per almeno tre vite (lui, figli e nipoti) in qualsiasi paradiso terrestre.

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  9. L’emotività, l’ignoranza dei processi di formazione del pensiero ed i luoghi comuni regnano sovrani. Ma come… ci manca “dall’acqua sino al sale”, ci fa notare il nostro originale “magnifico” (rettore?) Pugliatti e voi pensate al Ponte? Codesto argomento ormai vecchio, vecchissimo (sIn da quando ero bambino.) e’ stato abbondantemente ridicolizzato ed catalogato sotto il nome di ” benaltrismo”… Si poggia su un meccanismo mentale di “apparente” buonsenso che vorrebbe che prima di comprare che so una Ferrari e hai il frigo vuoto , ragionevolezza imporrebbe di garantirti prima “l’acqua ed il sale”. Rsultato ? IMMOBILISMO TOTALE. ..niente “acqua niente sale” ma quel che è’ grave neanche niente FERRARI….

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  10. Al posto loro lo cambieresti?
    Vivere nel lusso a spese della cominità in una città bella come Roma ti dispiacerebbe?
    Unico impegno lavorativo serio: viaggiare in aereo con tutte le comodità possibili.

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  11. basta vedere i partecipanti per evitare ogni commento. Ma tanto la loro bella italia sta morendo, poi vedremo cosa faranno questi mantenuti

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  12. 35.000 posti di lavoro e lo sviluppo rappresentano l’acqua ed il sale. O vogliamo continuare con il lavoro finto e la chiusura pure delle ferrovie?

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  13. Oppure comprare case in riva allo Stretto ….

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  14. Ministro e Presidente, volete fare qualcosa di utile e di grande per questa città: ANDATEVENE il prima possibile, si sta così bene nei palazzi romani e palermitani e nessuno di noi rimpiangerà la vostra assenza. Anzi vi promettiamo che non vi penseremo mai più.

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  15. Questa è una città straordinaria! Dal resoconto giornalistico sembra proprio che, al di là delle solite chiacchiere, nessuno degli illustri relatori abbia detto cosa ci guadagnano i cittadini dall’istituzione della città metropolitana. Da un sommario esame, pare che le attribuzioni del nuovo ente si possano così sintetizzare: 1.pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali;
    2.strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonché organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano;
    3.mobilità e viabilità;
    4.promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
    Alla città metropolitana spettano inoltre:
    1.il patrimonio e le risorse umane e strumentali della provincia soppressa, a cui ciascuna città metropolitana succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi;
    2.le risorse finanziarie di cui agli artt. 23-24 del d.lgs. 6 maggio 2011, n. 68
    artt. che si possono leggere agli indirizzi sotto riportati:
    http://www.trovanorme.salute.gov.it/dettaglioAtto?id=38179&articolo=23
    http://www.trovanorme.salute.gov.it/dettaglioAtto?id=38179&articolo=24

    A un primo sguardo, mi sembra che gli unici vantaggi li ottengano gli amministratori delle città metropolitane, che otterranno anche i poteri degli organi provinciali. Per i cittadini cambia ben poco. Spero che qualcuno mi smentisca, però, con dati precisi, non con parole vuote tipo “comuni che vogliono crescere insieme”.

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  16. pietro anzalone 2 Dicembre 2013 17:40

    Intanto se si va a fondo non mi sembrano pochi quei 6 punti enunciati.
    Inoltre, Messina o diventa citta’ metropolitana oppure non avra’ risorse necessarie per poter dare da vivere a 250.000 abitanti. Nel breve futuro il risultato sarebbe di avere una citta’ di vecchi destinata a diventare una citta delle dimensioni, forse, della vicina di Milazzo.

    Vi sono, poi, dei servizi che, solo a livello di area metropolitana, sono sostenibili (bacini di utenza superiore a un milione di abitanti in periodi di floride condizioni economiche); quali aereoporti, teatri, Universita’, Strutture fieristiche ecc..
    Mi pare che gli effetti dell’assenza di un’area metropolitana gia’ si fanno sentire e …. andra’ ancora peggio.

    In merito ai benefici delle aree metropolitane esiste una ricca letteratura sia internazionale che nazionale.
    L’area metropolitana non e’ l’invenzione di un singolo partito ma il risultato di pluriennali studi, condotti da esperti in pianificazione strategica.
    L’individuazione di un’area metropolitana dello stretto che coinvolge insieme al territorio di Messina quello della prospicente Reggio Calabria e’ vecchia di decenni ed oltre ad essere ancora valida diventa necessaria, anche se non sufficiente, ad far uscire il teriitorio di Messina, da una crisi economica che va oltre quella della Nazione.

    Purtroppo, malgrado se ne parli da decenni, nessun tentativo e’ stato messo in atto per raggiungere l’obiettivo. Neanche quello, a costo zero o quasi, di diffondere la cultura dell’area metropolitana tra i cittadini coinvolti con gli evidenti risultati dei commenti polemici negativi (il piu’ delle volte suggeriti da una comprensibile acredine nei confronti di chi avrebbe potuto e non ha fatto) e della differente crescita culturale dei territori coinvolti (gli uni non conoscono quasi l’esistenza degli altri).

    Per cui tutto si risolve al solito con un ….faremo diventeremo, cresceremo… senza specificare chi, quando, come, con quali risorse, con quali poteri ecc.. In altre parole la solita aria fritta

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  17. Marco Pugliatti 3 Dicembre 2013 08:29

    Nel gorgo disordinato dell’ignoranza dei miei processi di formazione del pensiero, spero vivamente che il luogo fisico (e non) a cui tieni di più, o anche la casa e il terreno in cui vivi non si ritrovino infine un giorno nel baricentro esatto di uno dei pilastri di qualche grande opera italiana. Sarei davvero curioso di riascoltare i tuoi commenti il giorno in cui apriresti la lettera di esproprio. Non è un cattivo augurio il mio, o forse lo è in fondo…alla luce delle tue favorevoli considerazioni nei confronti delle grandi opere infrastrutturali, dovresti sperare che ciò avvenga, se non altro per ridare lustro alla nostra città. A quel punto sono convinto che immoleresti volentieri, per coerenza, la tua casa e il tuo territorio per l’economia e lo sviluppo. Peccato che poi dovresti andartene, lontano da questa “Ferrari”, a meno che tu non riesca a trovare un attico sotto i cavi portanti. Potresti goderti l’ombra gratis tutto l’anno. Per quanto riguarda il mio cognome, purtroppo devo tenermelo. Non l’ho scelto io e non posso farci molto se è lo stesso dei miei illustri parenti.

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  18. Per puro caso e con parecchio ritardo mi imbatto in un commento di Marco Pugliatti
    in garbata contrapposizione polemica con le tesi da me espresse insistentemente in favore del Ponte. Poiché non è mio costume non replicare agli amici lettori, nella certezza di un arricchimento reciproco, osservo e replico quanto segue, non resistendo tuttavia alla tentazione polemica di osservare che siamo ancora in attesa di un’ argomento no Ponte veramente forte, che abbia una qualche dignità logico scientifica od anche soltanto ” spirituale”: bandiera, simbolo e ..maglietta,del nostro Sindaco No Ponte e dei suoi amici ambientalisti .
    Dal commento di Pugliatti, viene fuori, in maniera sorprendente che la contrarietà al Ponte deriva dalla seguente preoccupazione: vedersi espropriata la ” casa” che dovesse ricadere nel “baricentro esatto di uno dei pilastri…” Non si può che restare strabiliati da questa “ingenua” dichiarazione che seppur apprezzabile per la sincerità , tuttavia rivela una clamorosa manifestazione di egoismo sociale ” imbarazzante e inconcepibile in una comunità civile e democratica.
    La realizzazione di quasi tutte le opere di pubblica utilità comporta ovviamente il sacrificio di qualche soggetto privato a vantaggio dell’utilità sociale. A parte il fatto che, in uno stato di diritto, esistono opportune procedure di esproprio a garanzia del giusto risarcimento del danno subito…..
    Certo e’ che non si può permettere a nessun privato di privilegiare i propri interessi a discapito di quelli pubblici a meno che non ti chiami……. D’alia o Genovese.
    Poiché infine mi si provoca , sollecitando la mia personale reazione nella ventilata ipotesi di ricezione di una ” lettera di esproprio”, le confesso che la mia abitazione privata ricade in una porzione di territorio molto a ridosso del “Ponte” , tant’è che presumibilmente la qualità della mia vita privata ne andrebbe a soffrire , almeno per i lunghi anni dell’esecuzione dei lavori. Pur tuttavia rivendico a me stesso ed alla mia coscienza di uomo libero e di cittadino RESPONSABILE il “lusso morale” di sopportare disagi personali a fronte dei vantaggi incommensurabili a favore di tutti i cittadini di Messina, soprattutto i giovani, i figli di questa Messina destinati ad emigrare ,inclusi ovviamente i miei.

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  19. Per puro caso e con parecchio ritardo mi imbatto in un commento di Marco Pugliatti
    in garbata contrapposizione polemica con le tesi da me espresse insistentemente in favore del Ponte. Poiché non è mio costume non replicare agli amici lettori, nella certezza di un arricchimento reciproco, osservo e replico quanto segue, non resistendo tuttavia alla tentazione polemica di osservare che siamo ancora in attesa di un’ argomento no Ponte veramente forte, che abbia una qualche dignità logico scientifica od anche soltanto ” spirituale”: bandiera, simbolo e ..maglietta,del nostro Sindaco No Ponte e dei suoi amici ambientalisti .
    Dal commento di Pugliatti, viene fuori, in maniera sorprendente che la contrarietà al Ponte deriva dalla seguente preoccupazione: vedersi espropriata la ” casa” che dovesse ricadere nel “baricentro esatto di uno dei pilastri…” Non si può che restare strabiliati da questa “ingenua” dichiarazione che seppur apprezzabile per la sincerità , tuttavia rivela una clamorosa manifestazione di egoismo sociale ” imbarazzante e inconcepibile in una comunità civile e democratica.
    La realizzazione di quasi tutte le opere di pubblica utilità comporta ovviamente il sacrificio di qualche soggetto privato a vantaggio dell’utilità sociale.A parte il fatto che esistono in uno stato di diritto opportune procedure di esproprio a garanzia del giusto risarcimento del danno subito.
    Certo e’ che non si può consentire a nessun privato di privilegiare i propri interessi a discapito di quelli pubblici a meno che non ti chiami……. D’alia o Genovese.
    Poiché infine mi si provoca , sollecitando la mia reazione nella ventilata ipotesi di ricezione personale di una ” lettera di esproprio”, le confesso che la mia abitazione privata ricade in una porzione di territorio molto a ridosso del Ponte, tant’è che presumibilmente la qualità della mia vita privata ne andrebbe a soffrire , almeno per i lunghi anni dell’esecuzione dei lavori. Pur tuttavia rivendico a me stesso ed alla mia coscienza di uomo libero e di cittadino RESPONSABILE il “lusso morale” di sopportare disagi personali a fronte dei vantaggi incommensurabili a favore di tutti i cittadini di Messina, soprattutto i giovani, i figli di questa Messina destinati ad emigrare ,inclusi ovviamente i miei.

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