Il vicepresidente della Regione si esprime sulle potenzialità economiche della città. E interviene su Piano di riequilibrio e progetti I-hub e ForestaMe
MESSINA – Professore Gaetano Armao, da vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, come valuta le prospettive per Messina, che si appresta al voto?
“Per Messina, come per la Sicilia, ci sono rilevanti potenzialità di ripresa dopo la pandemia. Tuttavia, abbiamo dovuto confrontarci con la crisi energetica e delle materie prime e poi con gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina che stanno rallentando tutte le economie europee. Il turismo, l’economia collegata al mare, le zone economiche speciali per l’attrazione di imprese, il digitale, l’alta formazione costituiscono opportunità rilevanti per attrarre investimenti e creare occupazione. Ma è necessario puntare sugli investimenti infrastrutturali, portualità e grande viabilità soprattutto, e su quelli di recupero, come per la zona falcata. Ma soprattutto sulle sinergie tra istituzioni. Soltanto così si consegue la crescita per i nostri territori e i nostri figli”.
Può fare qualche esempio di collaborazione virtuosa tra istituzioni?
“L’esempio della collaborazione tra Regione e Università di Messina, ad esempio, ha consentito la realizzazione della biblioteca centrale per uno dei più prestigiosi atenei d’Italia. Oppure le sinergie con la Camera di commercio sui temi dell’economia del mare, sulla portualità turistica e sull’attrazione delle imprese mediante la fiscalità di sviluppo, appena varata su proposta del governo Musumeci nella legge di stabilità regionale. Così può essere anche per il digitale, sul quale ci siamo confrontati con i colleghi dell’Università di Messina, con alcuni dei quali lavoro da decenni. Incontrerò i vertici di una delle più importanti imprese mondiali dell’informatica a metà della prossima settimana, confermando l’impegno della Regione a fare di Messina uno dei principali riferimenti del sistema digitale regionale”.
E il Ponte sullo Stretto?
“Sul Ponte non bisogna dare tregua, tutti insieme, al governo centrale per la definizione del progetto. L’ho ribadito al ministro Giovannini in visita a Messina qualche mese fa. Sono passate le risorse del Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza), poi quelle del piano complementare, e non c’è più tempo da perdere. L’insularità costa ai siciliani sei miliardi di euro l’anno, che corrisponde al costo del Ponte e queste è intollerabile. E l’ho ribadito in questi giorni a Strasburgo, al Parlamento europeo, dopo l’approvazione della risoluzione sulle Isole, rivolgendomi alla commissaria Ferreira ed alla presidente Metsola. Ma sono prospettive realizzabili con un approccio pragmatico, focalizzato sui nodi da sciogliere e le potenzialità da sviluppare, piuttosto che sulle ambizioni e le contrapposizioni”.
Un suo giudizio sull’attuale campagna elettorale a Messina?
“I confronti per offrire un governo alle città dovrebbero svolgersi sempre sul merito dei progetti di sviluppo e di crescita, sulle criticità da affrontare. E ciò è avvenuto a Messina solo parzialmente. La circostanza che taluni cerchino smaccatamente di spingere il voto sulla prospettiva delle regionali d’autunno nuoce al confronto, ma soprattutto nuoce a Messina e ai messinesi che hanno diritto ad un’amministrazione per la città e non finalizzata ad altri obiettivi elettorali. Ricorro ad un altro saggio detto siciliano per rappresentare la situazione, particolarmente efficace in periodi di afa come questo: Ci vuole u ventu in chiesa, ma no pi astutari i cannili” (Ci vuole il vento in chiesa ma non per spegnere le candele, n.d.r.).
A prescindere da chi vincerà, quali progetti e idee possono essere vincenti per il futuro di Messina?
“Si è affrontato poco il tema del risanamento finanziario del Comune, a partire dalle criticità sul piano di riequilibrio. Date per risolte (tra le lacrime) dall’amministrazione uscente, ma che ancora deve essere sottoposto alle determinazioni finali comunali e alla valutazione della Corte dei conti, a partire dai debiti fuori bilancio alle criticità delle riscossioni. La Corte a febbraio scorso, infatti, lungi dall’esprimere alcun apprezzamento nel merito, ha solo preso atto della volontà del Comune di Messina di rimodulare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, possibilità concessa dalla legge a fine 2021. La Corte ha richiesto documenti e precisazioni con particolare riferimento agli accantonamenti per il rischio da contenzioso e da crediti di dubbia esigibilità. E per altre partite non adeguatamente rappresentate. Basta leggere la pronuncia“.
Sul piano di riequilibrio, Messina gioca una partita delicata…
“Sì. Se non si giunge all’approvazione, come avvenuto sino ad adesso, questo si trasformerà in nuove tasse per i messinesi e minori servizi. Lascia poi alcune perplessità – e non solo all’assessorato all’Economia della Regione che ha condotto un’apposita verifica – la vicenda dei derivati. E in particolare il fatto che, sulla chiusura di questi contratti, la Regione abbia conseguito importanti risparmi, mentre al Comune le cose siano andate per certi versi in modo differente. In questa legislatura, la Regione ha riversato ai Comuni, anche per contrastare la pandemia, risorse ben più ingenti di quelle disposte nella precedente. Ed è stata una scelta precisa del nostro governo. Non mancherà quindi al Comune di Messina, indipendentemente dall’esito delle elezioni, il nostro sostegno per conseguire il riequilibrio perseguito, pur se ancora senza esito, da un decennio”.
In questo periodo si è parlato pure, a Messina, di i progetti I-hub e forestazione…
“Ho letto alcune notizie fornite da esponenti della passata amministrazione comunale sulla presunta ammissione a finanziamento dei progetti denominati “I-Hub di Messina: Graceful Living Areo far Messina Gla4Me” e “ForestaMe” (risorse React-Eu-Pon Città Metropolitane 2014-2020). E, da componente del direttivo dell’Agenzia per la coesione, ho chiesto e ottenuto i necessari chiarimenti. Ricostruiamo la vicenda. Il Comune di Messina, a seguito dell’assegnazione delle risorse React-Eu da parte dell’Agenzia, che è autorità di gestione, ha inviato un Piano operativo lo scorso ottobre, poi ulteriormente aggiornato sino a febbraio”.
E dopo che cosa è successo?
“L’Agenzia ha richiesto ad aprile una relazione sulle cause dei ritardi di attuazione registrati sul sistema informativo rispetto agli obiettivi, con la segnalazione delle principali criticità attuative e delle eventuali soluzioni individuate per porvi rimedio. Una segnalazione anche delle tempistiche stimate per il recupero del ritardo, nel conseguimento dei target assegnati, e di verificare la possibilità di progetti alternativi, laddove l’attuazione del progetto non sia realizzabile entro la fine del 2023”.
Ma non sono stati approvati dall’Agenzia per coesione?
“Le cose non stanno così. Riguardo alle due proposte (e per l’I-Hub esiste soltanto uno studio di fattibilità) i vertici dell’Agenzia hanno precisato per iscritto che «al di là delle dichiarazioni fornite in altre sedi – non risulta – da sistema informativo del Programma – l’ammissione a finanziamento di entrambe le operazioni». Da parte mia nell’Agenzia e del governo regionale, ovviamente, sarà offerto all’amministrazione comunale – quale ne sia la guida – ogni supporto per recuperare, se possibile, il tempo perduto. Ma i cittadini hanno però il diritto di sapere la verità. È preoccupante che esponenti politici in campagna elettorale abbiano potuto fornire ai cittadini di Messina informazioni errate sull’imminente realizzazione dei progetti (Come sempre, Tempostretto è aperto all’eventuale replica dell’amministrazione comunale uscente, n.d.r.)”.
Le elezioni incombono e le caz…volano!😂😂😂
Con questa siamo arrivati a quota 24999 delle promesse fatte per la costruzione del ponte sullo Stretto. Ma, forse si riferiva al ponte delle arcate dentarie dell’ortodonzista. Non può essere altrimenti, oramai non ci crede più nessuno…. soprattutto chi fa la promessa !!!!
Nautru cu PONTE, ARMAO siamo nella Merda assoluta in SICILIA grazie sopratutto a VOI..che governate da quasi 70 anni questa TERRA….VERGOGNATEVI di raccontare sempre cazzate , si dovrebbero vergognare sopratutto i Siciliani e i Messinesi SENZA SANGU NTE VINI che vi votano.