Il Presidente della Provincia in conferenza dei capigruppo annuncia che il peggio è stato scongiurato e fa un appello ad una collaborazione per evitare in futuro il rischio default. "Meglio tardi che mai-dichiara Cerreti- purchè sia reale collaborazione e non finisca come con la Cariddi"
All’ordine del giorno della Conferenza dei capigruppo della Provincia c’era il caso Lombardo, con le denunce presentate alla Digos in merito alle cosiddette “determine fantasma”, mai pubblicate all’Albo Pretorio da parte del capo di gabinetto Antonino Carbonaro. A sorpresa invece si è presentato il presidente Ricevuto, non per intervenire sulla vicenda, quanto per fare “un appello ai consiglieri per salvare Palazzo dei Leoni dalla catastrofe economica”. Nelle scorse settimane le notizie sulla traballante situazione delle casse non sono mancate, dalla lettera della Corte dei Conti, al rischio violazione Patto di stabilità, fino alla mancata concessione da parte della Cassa depositi e prestiti di quasi tutte le richieste di mutui . Da qui la decisione di Ricevuto di chiedere ai rappresentanti dei gruppi dell’Aula una collaborazione per evitare lo sforamento del Patto di stabilità, anche attraverso la costituzione, come già fatto nel 2009 di una “task force” finalizzata all’analisi della situazione debitoria dell’Ente. Il Presidente della Provincia cerca di rassicurare i consiglieri sul fatto che il peggio, a proposito della soglia di stabilità, sia stato scongiurato, ma che il futuro non sarà affatto “sorrisi e arcobaleni” ma si dovrà stringere la cinghia con manovre “lacrime e sangue”.
“Siamo rimasti sorpresi per il “coraggio” del presidente Ricevuto che, a distanza di 55 mesi dall’insediamento, trova quell’umiltà e serenità d’animo che forse, se avuta dall’inizio- commenta Roberto Cerreti, del Movimento Liberi Insieme- avrebbe potuto rendere migliori i rapporti col Consiglio Provinciale, sempre inteso dalla sua Amministrazione come un covo di “rompiscatole” da coinvolgere solo nei pochi momenti di necessità. Ritengo però che sia veramente importante cercare oggi di trovare i giusti equilibri per tentare di salvare la Provincia dal default cercando di mettere a disposizione degli uffici le proprie competenze, capacità ed intuizioni, per riuscire a mantenere una struttura, che personalmente ritengo ancora centrale per lo sviluppo e la salvaguardia dell’intero territorio”.
Di fatto Ricevuto ha ringraziato i consiglieri, anche dell’opposizione, e preso atto che solo grazie all’impegno di tutti si è evitato il peggio adesso il Presidente chiede di continuare in una strada che non sarà affatto in discesa.
“Noi sappiamo bene di chi sono le responsabilità di quanto accaduto finora- spiega Pippo Rao, capogruppo Pd- e sono solo di quest’amministrazione, quindi pur rispondendo all’appello continueremo a far le pulci alla giunta Ricevuto. Chiediamo inoltre l’istituzione di una commissione che metta mano alla razionalizzazione della spesa per evitare i tagli lineari ed evitare gli sprechi”.
Nella commissione faranno parte anche i consiglieri dell’opposizione che anche attraverso uno scontro continuo e vigile sono riusciti a far accendere i riflettori là dove necessario.
“Il mio auspicio- conclude Roberto Cerreti- è che le parole di Ricevuto di questa mattina non siano solo l’ennesimo tentativo del Presidente della Provincia con più Assessori d’Italia, di salvare “faccia ed amici”, ma una concreta e democratica proposta finalizzata ad evitare che l’Ente faccia la fine della Nave Cariddi, simbolo efficace della decadenza dell’attuale politica e classe dirigente messinese”.
Rosaria Brancato
Un armistizio in piena campagna elettorale. Ma ci avete presi per scemi? La provincia è ormai fallita ed il futuro presidente non potrà far altro che dichiarare il dissesto. Questo è quello che lascerà il signor ricevuto e la sua “allegra” compagnia, compreso il capo gabinetto e l’esperto geometra monopolizzatore di tutti, o la maggior parte, dei lavori di manutenzione. Così come è finito il comune, finirà la provincia. La società civile e Messina ringraziano sentitamente.