Gli uomini del commissariato di Barcellona hanno scovato ieri a Milazzo il ricercato che si era sottratto alla cattura a luglio del 2011. La sua latitanza è durata un anno e mezzo. Il boss è stato catturato nel centro mamertino. Era nascosto a casa di un amico, suo complice.
Era nascosto in un’abitazione della riviera di Ponente, nei pressi della Grotta Polifemo, a casa di un amico. Filippo Barresi, 57 anni, il boss di Barcellona latitante da un anno e mezzo stava per spostarsi. Questa informazione arrivata all’orecchio del commissario Mario Ceraolo ha permesso ieri ai suoi uomini di scovarlo e arrestarlo. In carcere si trova anche il complice che gli aveva permesso di nascondersi a Milazzo. Dietro le sbarre per favoreggiamento è finito Salvatore Cuttone. Da tempo gli agenti del commissariato di Barcellona erano sulle tracce di Barresi e ieri hanno deciso di entrare in azione. Si sono avvicinati all’abitazione di Cuttone. I movimenti all’esterno della casa hanno spinto Barresi e il complice ha spegnere le luci. un escamotage che non ha impedito l’irruzione dei poliziotti che sono entrati da una finestra. Il boss era nascosto nel sottotetto della casa, a cui si accedeva da una botola. N Mentre il complice si era nascosto dentro un vano ricavato sotto il piatto della doccia. Barresi non era armato e non si è opposto alle manette ha solo detto: “Non mi sarei mai consegnato spontaneamente”. Le indagini sono state seguite dai pm della Dda Giuseppe Verzura, Vito Di Giorgio e Camillo Falvo.
La latitanza di Filippo Barresi comincia dopo il blitz Gotha, il 24 giugno del 2011. Il cinquantasettenne si era sottratto all’arresto e aveva fatto perdere le tracce. Nel frattempo è stato condannato a 3 anni e 4 mesi con sentenza definitiva emessa a seguito del processo Mare Nostrum.
Ma chi è Filippo Barresi? Fedelissimo del boss di Terme Vigliatore Filippo Tramontana, negli anni si era avvicinato a Giovanni Rao, il boss attivo nel cemento e nel movimento terra. Il cinquantasettenne ha sulle spalle due omicidi ed un tentato omicidio ed una precedente latitanza, trascorsa a Terme Vigliatore, durante la quale non mancava di recarsi tutte le domeniche al santuario di Tindari, per pregare la madonna nera alla quale era devoto. In questi mesi ha goduto di importanti coperture sul territorio. Ne sono sicuri gli investigatori che ora stanno cercando si ricostruire la rete della sua protezione. che qualcosa però nel perfetto ingranaggio che gli aveva permesso di nascondersi cominciava a non funzionare. la conferma è arrivata il primo gennaio con l’omicidio del suo braccio operativo, Giovanni Perdichizzi, ucciso con una fucilata alla nuca.
“E’ un bel giorno per tutti gli onesti cittadini barcellonesi. La cattura del latitante Filippo Barresi è una notizia straordinaria, soprattutto per chi ha sempre denunciato il cuore pulsante del ‘sistema’ criminale barcellonese. Adesso, però, da rappresentante delle istituzioni e da cittadina che da vent’anni è in cerca di verità e giustizia, mi aspetto ulteriori approfondimenti, nella direzione dei protettori giudiziari e istituzionali di soggetti come Barresi e Cattafi. Magari con l’auspicio che l’ormai ex latitante si decida a collaborare lealmente con la giustizia, in modo da riuscire a colpire le collusioni dei colletti bianchi e degli apparati deviati, che sono stati il più prezioso capitale sociale della mafia barcellonese”. Lo ha detto Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea), commentando la notizia della cattura del latitante barcellonese Filippo Barresi.
Ed anche Pippo Scandurra, della presidenza nazionale antiracket, e le associazioni antiracket della provincia di Messina esprimono grande apprezzamento, per l’importante operazione che all’alba di stamattina ha portato gli uomini della Polizia di Stato, coordinati dal Vice Questore Mario Ceraolo, ad arrestare a Milazzo, Filippo Barresi, di Barcellona Pozzo Di Gotto, ricercato per associazione mafiosa da quasi due anni. Le associazioni antiracket della provincia di Messina intendono complimentarsi con la Polizia di Stato che, grazie ad una notevole attività di controllo del territorio e grazie ad un capillare ed intenso lavoro di indagine, è riuscita ad assicurare alla giustizia un uomo considerato tra i più importanti esponenti della criminalità organizzata che opera sul Longano, descritto da recenti collaboratori di giustizia come uno dei vertici della criminalità barcellonese, ritenuto autore di omicidi ed estorsioni, coinvolto tra l’altro nei processi “Mare Nostrum”, “Icaro” e “Gotha”. Pippo Scandurra, della presidenza nazionale antiracket e le associazioni antiracket della provincia di Messina desiderano ringraziare le Forze dell’Ordine per l’incessante lavoro che ogni giorno svolgono per garantire e mantenere la sicurezza dei cittadini e del territorio. L’impegno di questi uomini e di queste donne deve costituire uno sprone a non piegarsi dinanzi all’arroganza ed alla prepotenza della criminalità organizzata ed anzi a combattere ogni giorno perché vengano definitivamente sconfitti ogni forma di sopruso e di illegalità.