Il giudice deciderà se sospendere o meno in direttore dei lavori a Bisconte e la collaboratrice di Croce. Le accuse
MESSINA – Dopo gli interrogatori di garanzia di ieri mattina, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del consigliere comunale e Commissario regionale per il dissesto Maurizio Croce, il focus è ora sui due funzionari pubblici coinvolti. Anche Antonio Cortese e Rossella Venuti sono comparsi ieri mattina davanti al Giudice per le indagini preliminari Arianna Raffa e anche loro, come la quasi totalità dei convocati, ha taciuto avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Nessuno di loro ha avanzato particolari richieste ed ora entrambi attendono la decisione del GIP sulla richiesta di sospensione, avanzata per entrambi dalla Procura di Messina. Ai faccia a faccia ieri hanno partecipato anche i titolari dell’inchiesta, i pubblici ministeri Liliana Todaro (nella foto) e Fabrizio Monaco, a lavoro sul caso insieme al collega Antonio Carchietti.
Il funzionario del Comune di Messina
Cortese entra nell‘inchiesta in qualità di direttore dei lavori al torrente Bisconte ed è accusato di corruzione. Il dirigente del dipartimento protezione civile di Messina è nel frattempo andato in pensione ed è difeso dall’avvocato Piero Pollicino. Secondo la Procura il titolare di fatto del Consorzio stabile progettisti e costruttori, aggiudicatario dell’appalto, per assicurarsi una “messa a disposizione stabile” da parte del funzionario avrebbe effettuato dei lavori di ristrutturazione in una sua abitazione di Palermo. Lavori stimati in 20 mila euro per rifacimento degli impianti, che secondo Capizzi potevano ingraziargli il funzionario consentendogli un implementazione dei costi ed una più rapida risoluzione dei problemi in cantiere, tra aprile e settembre 2022.
Il ruolo della collaboratrice di Croce
Anche Rossella Venuti ha scelto la strada del silenzio, nel faccia a faccia col giudice. Il suo legale, l’avvocato Piazza di Palermo, ha però depositato il materiale attestante le dimissioni della donna dalla struttura commissariale. Corruzione per l’esercizio delle funzioni è l’accusa per lei. In questo Capizzi avrebbe realizzato, sempre per ottenere un canale privilegiato con la struttura commissariale guidata da Croce, dei lavoratori in muratura nella casa dei genitori in zona sud a Messina per quasi 40 mila euro. In particolare avrebbe piastrellato un cortile, realizzato aiuole e tettoia, realizzato e coperto un forno in muratura. Lavori senza incarico formale e senza la pattuizione di un corrispettivo. A Venuti Capizzi avrebbe poi pagato e curato tutto l’iter per ottenere una laurea presso l’università telematica E Campus, sborsando quasi 8 mila euro.