L'Assemblea Regionale affronta oggi un argomento delicato: il regionalismo differenziato che sta dividendo il sud dal nord.
Riprende l’aula oggi alle 16 dopo il trambusto dell’approvazione per la manovra finanziaria. Si torna in aula per la discussione sul regionalismo differenziato. La stessa era stata abbozzata durante il voto della finanziaria, mentre si attendevano le riscritture finali. Il Presidente Miccichè ha però deciso di dedicare una seduta ad hoc.
Alcune Regioni del Nord tra cui Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna – ma non è escluso che se ne aggiungano altre – vorrebbero applicare l’articolo 116 della costituzione. Questo articolo, così come modificato dalla riforma del 2001, dà la possibilità alle regioni di chiedere maggiori autonomie.
Come già ribadito dal Presidente Musumeci nella recente puntata di Porta a Porta, la preoccupazione del governo regionale risiede nella possibilità di vedere decurtato il fondo perequativo nazionale che destina delle somme alle regioni del Sud come contributo di solidarietà per il divario infrastrutturale nord/sud. In quest’ottica di maggiore autonomia, il settore più a rischio è quello delle scuole. Chi va meglio avrà più risorse secondo il mantra delle regioni del Nord ma questo non coincide sempre con la realtà oggettiva di difficoltà in cui versa la Sicilia e altre regioni come la Campania, impegnate in una sorta di “rivolta gentile” a questo provvedimento finora rimasto “segreto” ma che concilia le ragioni del nord con quelle di Roma del governo centrale sempre più a trazione leghista.
Oggi all’Ars si discuteranno delle mozioni che impegneranno il governo regionale ad approfondire maggiormente la questione e a tutelare gli interessi della Sicilia.