Donne, lavoro e la mancata parità nei salari: dibattito della Uil

Donne, lavoro e la mancata parità nei salari: dibattito della Uil

Donne, lavoro e la mancata parità nei salari: dibattito della Uil

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giovedì 22 Marzo 2018 - 11:17

Sono trascorsi 70 anni dall'entrata in vigore della Costituzione e dell'art. 37 che prevede la parità salariale. La Uil Messina e il coordinamento pari opportunità della Uil organizza un incontro per affrontare le tematiche del gap.

Per ricordare il 70 anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, la UIL Messina e il Coordinamento Pari Opportunità UIL Messina organizzano il convegno “Donne e Lavoro: l’art 37 della Costituzione e la parità salariale”, che si terrà oggi a Messina presso la sede della UIL (viale S. Martino 146).

Un’occasione per affrontare un’importante tematica, quella del gap salariale che riguarda tutte le lavoratrici e nonostante sono passati parecchi decenni dall’entrata in vigore della Costituzione e sono state emanate leggi, direttive europee, firmati contratti per conseguire la parità di retribuzione, ancora oggi la questione della parità salariale non è stata risolta.

Il principio di parità salariale è stato sancito dall’art. 37 della Costituzione che enuncia il principio di diritto tra donne e uomini allo stesso trattamento economico e giuridico a parità di lavoro, il diritto alle stesse possibilità di accedere nel mondo del lavoro, il diritto alla progressione nella carriera e il valore sociale della maternità. Questa norma fu fortemente voluta dalle Madri Costituenti che con l’art. 37 vedevano, finalmente, riconosciuto il principio di tutte le battaglie portate avanti dai “movimenti delle donne” nel primo 900.

Dai dati Eurostat emerge che rispetto alla media dei paesi dell’Unione Europea in Italia la differenza retributiva tra donne e uomini è tra le più basse. Spesso, però, il confronto viene fatto sulle tabelle contrattuali e invece si dovrebbe considerare il reddito complessivo annuale effettivamente percepito dalle donne per tutto l’anno lavorativo che risulta esser inferiore rispetto a quello degli uomini. Infatti, le lavoratrici non svolgono lavoro straordinario, rinunciano agli incarichi, fruiscono del part-time etc, e le rinunce fatte dalle donne sono legate a motivi di conciliazione di vita e lavoro, non migliora la posizione delle donne che ricoprono incarichi di vertice dove il gap retributivo è ancora più manifesto.

In questi anni nel nostro Paese non c’è stata attenzione su questo tema e gli Organi di Controllo esistenti non sono stati economicamente sostenuti e spesso sono stati depotenziati, si può affermare che non c’è stata alcuna volontà politica a volere fare interventi mirati per di cercare attenuare il gap salariale.

Di recente il Rapporto dell’Onu sul gap salariale uomo-donna ha evidenziato che se gli Stati non intervegono con misure adeguate come ”portare avanti politiche in favore del part-time e che facilitino i congedi parentali e maggiore assistenza per l’infanzia” ci vorranno 70 anni per raggiungere la parità salariale. Naturalmente, a nostro avviso di questi servizi e politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro si deve fare carico lo Stato, altrimenti non cambia nulla.

Nel corso del convegno saranno esaminati gli aspetti normativi e contrattuali, i limiti e le proposte per attenuare le differenze salariali.

A richiesta sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

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