Il prezioso dipinto del maestro cretese in esposizione al Museo Regionale "Maria Accascina" fino alla notte della cultura
Ancora pochi giorni per ammirare l’Adorazione dei pastori del Greco a Messina: in esposizione dal 9 dicembre 2011 presso il Museo Interdisciplinare Regionale “Maria Accascina”, il dipinto, infatti, lascerà la città dello Stretto dopo la notte della cultura, prevista per il prossimo 25 febbraio.
Tornato in Sicilia dopo essere appartenuto al Colonnello Claudio Sabato di Palermo e aver varcato lo stretto alla volta di Roma pochi mesi prima del disastro tellurico che rase al suolo la città, il piccolo capolavoro è di stanza a Roma, a Palazzo Barberini; la nostra città lo custodisce nella stessa parete che ospita l’Adorazione dei pastori caravaggesca, in esposizione presso il Museo Puškin di Mosca per la mostra Caravaggio in Russia.
Definito da Rodolfo Pallucchini una delle due maggiori personalità artistiche insieme al Caravaggio, Domenico Theotokopoulos, detto El Greco, nacque nel 1541 nell’odierna isola di Creta, ai tempi parte integrante della Repubblica di Venezia e luogo nevralgico di incontro tra tradizione classica, cultura bizantina e patrimonio occidentale che, inevitabilmente, influenzeranno la produzione artistica del Nostro.
L’Adorazione dei pastori, che insieme a Il Battesimo di Cristo e l’Annunciazione, forma il “magnifico polittico”, commissionato al Greco nel dicembre 1596 per la chiesa madrilena del Colejo de Doña Maria de Aragòn, si contraddistingue, come suggerisce la professoressa Caterina di Giacomo, curatrice della mostra e responsabile delle collezioni e dell’esposizione museale, per “la stupefacente qualità pittorica” e “l’accurata definizione dei particolari”, nonché per la capacità di interpretazione, in maniera assolutamente originale, del “rigoroso schema compositivo imposto nell’iconografia sacra dai dettami del Concilio”.
Una brochure, curata da funzionari del Museo, accompagna l’opera del maestro cretese e la mette sinotticamente a confronto con altri dipinti di soggetto analogo, oggi nelle collezioni museali di Messina, “esempi di temperie artistica della città dello Stretto in un periodo storicamente e culturalmente molto felice” (Di Giacomo): l’Adorazione dei pastori di Polidoro Caldara da Caravaggio, che, secondo Elena Ascenti, è “uno degli esempi più significativi della cultura artistica meridionale e siciliana tra classicismo e nascente manierismo” e si connota per un “serrato ritmo lineare” che scandisce la composizione “delle figure animate da calcolati accordi cromatici”; l’Adorazione dei pastori di Deodato Guinaccia che lascia emergere, per Alessandra Migliorato, “un nuovo interesse verso la resa naturalistica della realtà” e che si associa all’Annunciazione, “uno degli esiti più ragguardevoli raggiunti dal Nostro”; l’Adorazione dei Magi di Giovan Simone Comandé, ancora, che “documenta nel Comandé una fase di adesione alla maniera nordica internazionale, da collocare proprio quando, alla fine del Cinquecento, la tarda maniera stava per cedere il passo al naturalismo, abbracciato dal pittore nelle opere di decenni successivi”, scrive Donatella Spagnolo; l’Adorazione dei Magi di pittore ignoto, infine, proveniente dalla chiesa di S. Gregorio che si connota, secondo l’analisi di Giusy Larinà, per “la raffinatezza del tratto pittorico, la ricerca armoniosa dei toni luminosi e morbidi, lo sviluppo elegante e colto dell’impaginazione figurativa”. I cenni biografici dell’autore sono a cura di Agostino Giuliano.
Durante la prossima notte della cultura varrà la pena recarsi al Museo “Maria Accascina” per ammirare l’opera significativa di un maestro che “con Caravaggio, rappresenta una delle massime personalità artistiche tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo” (Di Giacomo).