La tavoletta doubleface con la Madonna col Bambino e Francescano adorante ed Ecce Homo in mostra a Palazzo Madama dal 21 aprile al 27 maggio accanto al Ritratto d’uomo. Da giugno le due opere saranno poi esposte al Museo Regionale di Messina
In partenza alla volta di Torino la tavoletta doubleface attribuita ormai concordemente ad Antonello da Messina con la Madonna col Bambino e Francescano adorante ed Ecce Homo, delle collezioni del Museo Regionale, oggetto di scambio con il Ritratto d’uomo di Palazzo Madama.
Autorizzata dall’assessore regionale Carlo Vermiglio è stata formalizzata infatti una interessante iniziativa di art-sharing concordata dal direttore della struttura messinese Caterina Di Giacomo con il presidente della Fondazione Musei Civici di Torino Patrizia Asproni, relativa alla contestuale esposizione delle due opere, dal 21 aprile al 27 maggio presso Palazzo Madama a Torino e immediatamente dopo (dal I giugno al 10 luglio) presso il Museo Regionale. Lo straordinario “dialogo”, che ovviamente nella sede siciliana si allargherà ad altri importanti “interlocutori”, quali il Polittico di S. Gregorio e le opere afferibili alla migliore produzione post-antonellesca, conferma la destinazione della Filanda alla ospitalità di grandi eventi e rispetta il programma di accordi intermuseali intrapresi alla conclusione degli interventi di adeguamento tecnologico dei locali storici e sul solco della tradizione che ha visto già pervenire al Museo capolavori assoluti dell’arte europea.
L’opera in prestito da Messina è annoverabile tra i primissimi lavori dell’artista e si è imposta all’attenzione della critica internazionale per la straordinaria qualità della pittura, provocando uno fra i più dibattuti casi attributivi per la storiografia su Antonello. La collocazione cronologica, tra il 1465 e il 1470, è attribuibile dai riferimenti alla pittura fiamminga e provenzale: quel patrimonio di cultura “internazionale” che il giovane Antonello aveva certamente conosciuto durante il suo soggiorno formativo a Napoli presso Colantonio intorno al 1450. Il Ritratto d’uomo, dipinto nel 1476, è una delle prove più alte della produzione di Antonello. Nella sua solennità statuaria, è tra i massimi esempi della capacità dell’artista siciliano di fissare con la pittura la personalità del soggetto ritratto, cogliendone la natura più intima e profonda. La potenza dello sguardo ha fatto di questo ignoto personaggio una celebrità, e spesso si è tentato di leggere in senso psicologico la sua espressione autorevole e, forse, autoritaria.