Inaugurata sabato 5 Marzo ed aperta al pubblico fino a fine mese, la mostra antologica dedicata a “Bruno Samperi apprendista artigiano”.

Prosegue l’ammirevole iniziativa de Le Scalinate dell’Arte, il progetto dedicato alla promozione dell’arte in città, che ora volge l’attenzione alla riscoperta di personalità di rilievo del panorama artistico-culturale locale, per troppo tempo troppo trascurate. E’ stata inaugurata sabato e resterà aperta al pubblico fino a fine mese la mostra antologica di pittura dedicata a “Bruno Samperi apprendista artigiano”.

Samperi, pittore di formazione figurativa e tecnica attivo a partire dagli anni '50, fu noto ed apprezzato in città soprattiutto intorno ai '70, gravitando attorno al circolo intellettuale della galleria “Il Fondaco”. Artista passionale e tormentato, con uno stile non convenzionale che ad alcuni ha ricordato la pittura del ‘600, ebbe nel corso degli anni ‘80 i maggiori riconoscimenti, arrivando ad esporre, nell’89, alla Galleria Aleph di Milano. L’umiltà alla base di una creazione dettata più dall’emotività che dall’ambizione ha fatto sì che la vastissima produzione di Samperi rimanesse esclusa da qualsiasi catalogazione o studio critico, ma la potenza espressiva dell’artista ne ha garantito la sopravvivenza nella memoria dei suoi moltissimi estimatori.

Dislocata tra i locali del Monte di pietà e del Palacultura Antonello, la mostra, curata dal critico d’arte Mosé Previti, raccoglie dipinti appartenenti a due tra i filoni più cari all’autore: gli autoritratti e i boschi. Come ha sottolineato il giornalista Vincenzo Bonaventura, intervenuto durante la cerimonia di apertura, una personale di Bruno Samperi la si attendeva, più che da anni, da decenni. A dare testimonianza di ciò non è stato solo l’afflusso considerevole di partecipanti all’inaugurazione, ma anche il calore ed il coinvolgimento di cui la città ha dato prova nel periodo precedente la mostra. Le opere esposte, infatti, non provengono dallo studio dell’autore, ma dalle case di collezionisti privati, che hanno risposto con entusiasmo all’invito degli organizzatori a cederle temporaneamente in vista dell’evento.

Bonaventura parla di Samperi come di un personaggio “appartenente al tessuto connettivo della città”, e della sua opera come di “un racconto che dice di luoghi, persone, natura e sentimenti e che lascia sbigottiti se lo si guarda con gli occhi dell’anima”. Le parole del Prof. Cubaiolo contribuiscono a tracciare il ritratto di un artista variegato, che attraverso soggetti e mezzi espressivi diversi dà voce al suo pensiero dalle mille sfaccettature. “Bruno Samperi è una montagna dell’arte messinese, che grazie a questa iniziativa ho avuto il privilegio di scalare”, ha commentato il curatore Previti, “ma siamo ancora molto lontani dalla vetta. C’è una fiamma d’amore che esplode dalle opere di Samperi, sono opere con una voce, ed una volontà talmente forte da aver condizionato i nostri piani organizzativi. Per l’esposizione volevamo seguire un ordine cronologico, ma abbiamo dovuto cedere al potere delle suggestioni, che ci hanno costretto a salti temporali.”

Nelle parole di tutti gli intervenuti, il plauso va al progetto Le Scalinate dell’Arte ed al suo impegno attivo nella ricostruzione dell’identità di una città che, per i disastri naturali prima, per noncuranza poi, rischiava di perdere un’incredibile ricchezza e varietà artistica e culturale.
Il responsabile del progetto, Giovanni Lucentini, ha concluso ricordando che per il futuro sono in cantiere ulteriori iniziative che, sulla stessa scia, continueranno a dare vita a talenti locali dimenticati.
Poi il saluto dell’artista, presente in sala, con il sapore della semplicità che lo ha contraddistinto sempre. “Sono stato e sarò per sempre un artigiano”.

Laura Giacobbe