Sarà inaugurata il prossimo 13 ottobre la personale dell’artista messinese
Dune e Dissolvenze è il titolo della personale di Mimma Oteri che s’inaugura il 13 ottobre, alle ore 18, negli spazi espositivi del Vittorio Emanuele. La mostra, allestita da Giuseppe La Motta e presentata dai critici Teresa Pugliatti e Luigi Ferlazzo Natoli, può essere visitata tutti i giorni, salvo lunedì dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.
Mimma Oteri nasce e lavora a Messina. Sempre pudica a presentare i suoi manufatti, si è decisa a partecipare a un paio di collettive nel 2012 dietro inviti insistenti di alcuni amici e colleghi artisti. La Oteri all’inizio della sua attività artistica ha mostrato una particolare predisposizione all’utilizzo di materiali materici, in particolare i tessuti, doviziosamente ripiegati con colle viniliche tali da formare sulle tele degli anfratti serpentiformi in rilievo, dipinte poi con acrilici o vernici di vari colori, insistendo in particolare con i bianchi e macchiando di rosso o di blu o di altri colori piccole superfici che si stagliano sulla tela come oasi puntute del Sahara o come schegge taglienti come lame, trasmettendo all'osservatore aure sacrali, quasi mistiche, titolate poi come Dune. Nella ricerca di nuovi materiali che potessero soddisfare estro e creatività, Mimma Oteri ha voluto sperimentare l’utilizzo di lamine di alluminio anodizzato o superfici dall’aspetto plastificato ritagliate nella forma quadrangolare di varie grandezze, che ha chiamato Dissolvenze con un numerino ad indicare la serialità delle opere. I risultati sono davvero sorprendenti perché i colori che s’imprimono sulle lastre, anche con una certa dose di casualità, si diffondono, si amalgamano e si disfano tra loro in modo singolare, creando partiture astratte di mondi irreali o solo sognati, offrendo all'occhio di chi guarda un senso di obnubilamento, di smarrimento, ma anche momenti di gioia allo stato nascente, come se quelle vernici rosse-nere-bianche o blu-verdi-rosse volessero inondarlo e risucchiarlo dentro.
Parimenti, le Dissolvenze di Mimma Oteri sembra vogliano disfarsi, disunirsi, disgregarsi come le immagini d’un fotogramma in celluloide o d’un pezzo di pellicola che scompaiono lentamente quando vi si adagia sopra un qualunque liquido corrosivo, facendo sorgere desideri inappagati o viaggi in mondi neuronali sconosciuti che per incanto prendono forma e sostanza.