La formula pensata dal pittore Simone Caliò punta a coinvolgere in modo totale gli invitati
Vanno diffondendosi sempre di più i momenti destinati a unire l’arte e la gastronomia, ma i Brunch in putia pensati dal pittore Simone Caliò si arricchiscono di un ulteriore elemento: l’intimità. Si tratterà di eventi rivolti a un numero predefinito di partecipanti, che saranno invitati di volta in volta. Il numero predefinito non significa esclusione – sarà possibile per chiunque, infatti, proporsi per i vari appuntamenti, ad eccezione ormai del primo, per cui sono già chiuse le selezioni dei convenuti – ma, appunto, intimità, intesa come maggiore attenzione da potersi ricevere.
“In passato, con le persone che mi sostengono in queste iniziative, abbiamo organizzato diverse mostre accompagnate da degustazioni di cibi e bevande” spiega Simone Caliò, pittore messinese nato nel 1975 che dall’età di vent’anni ha iniziato a esporre sia in città che fuori, “anche di recente, lo scorso agosto, proprio presso il mio studio. Sono eventi che mi piacciono molto, ma volevo sperimentare qualcosa di diverso. È naturale che per me, da padrone di casa, ricevere decine di persone è diverso rispetto a riceverne cinque o sei. Nel primo caso posso dedicare pochi minuti a ognuno, facendo la spola, nel secondo può invece realizzarsi una vera e propria visita guidata nel mio studio. Oltre a mostrare ai partecipanti i luoghi dove lavoro e le mie opere più recenti, potremo parlare di arte a trecentosessanta gradi, ma anche di qualsiasi altro argomento, dalla gastronomia appunto, all’attualità."
L’iniziativa, proposta su Facebook da circa due settimane, ha suscitato grande curiosità e, forse, ancora più richieste di adesione di quanto Simone Caliò si aspettasse: “Sono sincero, pensavo che la formula proposta potesse catturare l’attenzione, ma l’elevato numero di richieste mi ha un po’ spiazzato. Infatti abbiamo dovuto ribadire l’importanza di una selezione. Per diversi motivi, gli appuntamenti non potrebbero spiegare gli effetti desiderati se mettessimo insieme contemporaneamente venti, o addirittura trenta persone. Sono convinto il numero scelto sia giusto, e per quanto mi faccia molto piacere il desiderio di tanti di partecipare, dall’altro lato dispiace non poter invitare tutti. In ogni caso, cercheremo di fare più eventi possibile proprio per venire incontro alle richieste di adesione.”
Nella selezione degli invitati, a farla da padrone sarà il principio dell’eterogeneità. L’obiettivo è infatti creare gruppi di partecipanti diversi tra loro per età, lavoro svolto e provenienza sociale. “Mi stuzzica molto l’idea di far conoscere persone che, per le differenze anagrafiche o professionali difficilmente avrebbero modo di incontrarsi. L’idea alla base del progetto, infatti, non è solo quella di realizzare un incontro con un artista, ma anche incontri tra sconosciuti disposti a dialogare insieme a degli sconosciuti sia sull’arte che, come dicevo, sui temi più vari. Credo sia importante riscoprire la bellezza di una cosa apparentemente semplice, come parlarsi da vicino, guardandosi negli occhi, che oggi si è un po’ persa”.
Nell’allestimento dei Brunch in putia non si è naturalmente trascurato l’aspetto puramente gastronomico. “Parte della proposta gustativa la prepareremo noi dell’organizzazione con le nostre mani, e inoltre avremo il supporto, in qualità di sponsor dell’iniziativa, dell’azienda agricola Villarè, che fornirà diversi prodotti del nostro territorio, dal “pane cunzato” al vino biologico”.
Il primo Brunch in putia si svolgerà domenica 28 ottobre, e verrà replicato nelle successive domeniche autunnali. Per partecipare a uno degli appuntamenti, totalmente gratuiti, è necessario fare richiesta all’organizzazione.