Fino al 6 ottobre sarà aperta al pubblico, presso l’Ambasciata della capitale rumena, una mostra-installazione della pittrice siciliana
Una mostra-installazione che ha conquistato Bucarest, offrendo spunti per una riflessione sul tempo che stiamo vivendo, pieno di paradossi, con la determinazione sociale e psicologica del disagio per la perdita dei valori trasformati in modo funzionale secondo le strategie consumistiche della nostra società. Un nuovo concetto di arte che grazie all’utilizzo della tecnica digitale, simboleggia il divenire dell'opera, che si struttura e si destruttura formando significati molteplici e creando un movimento continuo.
È questa la nuova espressione artistica che Giacoma Venuti, in arte Giko, pittrice messinese già conosciuta da anni in ambito internazionale, ha comunicato con la mostra Particella di Dio. L’esposizione si potrà visitare fino al 6 ottobre, all’interno dell’istituto d’arte dell’Ambasciata italiana a Bucarest in Romania. La mostra-installazione artistico multimediale, organizzata dall’esperto Salvatore Mammola, è stata inaugurata ieri alla presenza dell’artista e del direttore dell’istituto d’arte dell’ambasciata di Bucarest Ezio Peraro all’interno della sala esposizioni. Quest’ultimo è rimasto impressionato per l’arte di Giko e ha rimarcato: "È la prima mostra di questo tipo, dove oltre alle opere c’è questa nuova forma di arte con la Clip art che crea movimento, e attraverso i suoni armonizza il concetto di pittura dell’artista. Giko ha cercato un modo che le consentisse di rappresentare le sue idee e l'ha trovato. Ha inseguito un principio, quello della fluidità, ed è riuscita ad applicarlo. Il suo profondo studio sulla nascita e sul bosone che permea l'universo conferendo la massa alle particelle elementari, è visibile nelle sue rappresentazioni. Siamo molto attenti da sempre agli artisti italiani di talento, e questo può rappresentare un ponte culturale tra i tanti italiani che ormai si sono trasferiti in Romania e i milioni di romeni che da anni risiedono in Italia”. La nuova ricerca di Giko è un’evoluzione della pittura statica, che avvalendosi delle tecniche digitali, riesce ad esaltare il moto intrinseco dell’opera, attraverso uno studio fondato su stilemi descrittivi, che vengono trasformati e plasmati. La particella modifica il suo essere, rendendosi panteisticamente speciale, e adattandosi a condizioni diverse, determinando significato e significante sempre all’interno di se stessa. Confrontandosi con il mondo, nascono in seguito influenze e i processi, che determinano forme e aspetti differenti.
La dimensione digitale delle opere riesce inoltre, in modo semplice, ad esprimere questa società liquida ed indeterminata. Raggiunge con un espandersi sinestetico più sensi, che vengono attirati e sollecitati dalla bellezza dei quadri, da loro materiale diverso al tatto, dalle loro luci, ma anche dai suoni e dalla musica dei video clip. “Fanno parte di questa nuova visione difatti, la Clip Art – ha spiegato l'artista Giacoma Venuti – che dinamizza il modo di fare Arte. Raccontano il momento in cui l'arte nasce e si trasforma, mutando continuamente. Le opere sono allo stesso tempo simili, ma dall’aspetto sempre differente, assumendo forme multiple, seppur rappresentando sempre se stesse; quindi un valore estetico singolare, perché raffigurano la particella primordiale di ogni essere”. “Ci troviamo di fronte ad un'artista poliedrica – spiega l'esperto Salvatore Mammola – che riesce con abile maestria a conquistarci con il suo mondo interiore con l'uso di tonalità calde. La sua è una ricerca continua e costante del significato più profondo della vita. La sua arte è tutta anima”.
L’artista intende rendere la mostra itinerante, alla conquista dell'Europa per riflettere su un tema attuale come quello della creazione, in modo originale attraverso un magma culturale e sociale incandescente, tracciando sempre un dna logico comune. Giko cerca di trovare una sintesi tra diverse culture e religioni divulgando una nuova linfa vitale nel dibattito sul tema della creazione.