Cristina Catalfamo, che in carriera ha ottenuto un Open di Parigi , 2 bronzi e 2 argento agli europei di Lisbona, 3 podi nelle gare Figmma (Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts), ci spiega quest'arte marziale nata in Brasile egli anni venti del secolo scorso, quando un Maestro giapponese, mostrò alcune tecniche di lotta a terra ad alcuni allievi , tra cui Carlos Gracie, la cui scuola è conosciuta in tutto il mondo per la divulgazione di questa disciplina.
Il Brazilian Jiu Jitsu o jiu jitsu brasiliano, disciplina che studia la lotta a terra e tramandata in Brasile dai fratelli Gracie diventando oggi un fenomeno in forte crescita sia come sport amatoriale in sé, sia come lemento fondamentale della preparazione dei combattenti di MMA (Arti Marziali Miste), sport di massimo contatto derivato dagli originari Vale Tudo brasiliani che hanno raggiunto la massima fama con l' International Vale Tudo Championship, ci viene spiegato dall'unica istruttice presente sul territorio regionale e del Sud Italia Cristina Catalfamo il quale ci spiega che questa forma di combattimento consiste le portare l'avversario a terra. Riespetto ad altre discipline, non ci sono colpi previsti ma, vengono effettuate leve articolari e strangolament Il fine ultimo è quello di controllare e dominare l'avversario con allo scopo di finalizzarlo.
Cristina Catalfamo, originaria di Barcellona Pozzo di Gotto, luogo dove tra l'altro insegna, farmacista di professione e appassionata di arti marziali, a questa disciplina si è avvicinata per puro caso, dopo che nel 2011, dopo aver praticato prima Karate e poi Muay Thai, ha preso parte al primo seminario di Brazilian Jiu Jitsu , con Mestre Dario Bacci , suo primo Maestro alla quale lei deve molto. Ci spiega la Catalfamo che "in Italia il numero di uomini che praticano Bjj è sempre stato superiore a quello delle donne, quindi è normale che siano gli uomini ad avere il dominio assoluto! Soprattutto nel Sud Italia ed in Sicilia". Il confronto – prosegue la Catalfamo – con loro non mi turba, non lo vivo male. Parto dal presupposto che non siamo mentalmente inferiori agli uomini. Se possono imparare loro, possiamo farlo anche noi , viaggiando, studiando (non su youtube possibilmente) e del resto un istruttore non deve necessariamente essere un uomo di un metro e ottanta! La cosa che conta è che sappia bene cosa sta spiegando, che non spieghi solo tecniche ma anche concetti che possano essere utili sempre. Detto questo, io, prima di tutto, rimango e rimarrò sempre un'allieva alla ricerca di conoscenza. Mensilmente vado a Roma ad imparare. Alla ProFighting ho forti compagni di team con cui lottare ed il Maestro Delli Paoli, cintura nera terzo grado , uno dei primi in Italia a praticare Bjj , è un ottimo maestro, con grande conoscenza tecnica".
Sono tanti i benefici che si ottengono praticando questa disciplina. Corpo e mente si rigenerano ed è un ottimo esercizio per mantenersi in forma ma aiutando l'individuo a sapersi difendere, anche autostima e sicurezza in se stessi, aumentano. Nonostante ciò, ogni giorno ti mette di fronte ai tuoi limiti, te li mostra, ma ti spinge anche a superarli nonostante le paure che puoi avere. Cisi può riconoscere interiormente il proprio io, lottando. Il Jiu Jitsu ti insegna a perdere e a saper fartene una ragione. Il beneficio mentale è quindi superiore a quello fisico.
Cristina Catalfamo ci parla anche del movimento femminile cresciuto parecchio negli ultimi anni e afferma: "Non so quante donne lo pratichino con esattezza, ma posso dirvi che sono tante. Anche in Italia ci sono delle ottime atlete, alcune di loro , tengono corsi regolarmente e brillantemente. Le donne si avvicinano a questa disciplina perchè hanno la voglia di confrontarsi, di mettersi in competizione, di poter lottare. E'certamente utile per la difesa personale, ma penso che chi si avvicina al Bjj , lo faccia proprio con spirito competitivo ; oppure per curiosità, perchè comincia a coinvolgere sempre più donne e quindi cresce la voglia di mettersi in competizione".
Il Brasile, realtà che la Catalfamo conosce molto bene visto che spesso viaggia per quel luogo ad allenarsi, è la fonte del Jiu Jitsu ed è entrato a far parte della cultura brasiliana e mantiene quell'essenza nonostante molti campioni abbiano lasciato il paese per cercare fortuna in Europa , negli Stati Uniti , negli Emirati Arabi. "Ma se da un lato – afferma l'istruttrice a conclusione dell'intervista – vi è una fuga di campioni, dall'altro , altri se ne "fabbricano". In un Brasile sempre più povero, il Jiu Jitsu accende sogni nelle generazioni che si susseguono. Le aule sono piene a tutte le ore e la maggior parte dei praticanti sono "competitors". Si allenano moltissimo, a volte in Accademie dove le norme igienico- sanitarie sono carenti, ma a loro non importa, inseguono un sogno : quello di diventare campioni".