Manlio Dovì in scena Palacultura, tra "Paraninfo" e improvvisazione da "one man show"

Manlio Dovì in scena Palacultura, tra “Paraninfo” e improvvisazione da “one man show”

Veronica Crocitti

Manlio Dovì in scena Palacultura, tra “Paraninfo” e improvvisazione da “one man show”

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domenica 23 Marzo 2014 - 17:06

Applausi per lo spettacolo di Manlio Dovì, in scena ieri sera al Palacultura Antonello di Messina. Un successo per l'organizzazione di Ascetur 2000 di Rino Miano.

“Il pubblico di Messina per me è importantissimo. E’ qui che ho cominciato la carriera in teatro ed è qui che torno sempre come se fosse la prima volta”.
Ha concluso così la sua brillante performance Manlio Dovì, ieri sera al Palacultura di Messina per portare in scena il suo “Paraninfo”, terzo spettacolo nella stagione del decennale di Teatro Insieme Messina.
Nessun risparmio sul palco, anche dopo che i due atti si erano consumati, il grande attore si è lasciato andare ad un improvviso “one man show” tra battute, strizzate d’occhio e chiacchiere con gli spettatori.
Sempre in scena, improvvisando con capatine dell’attualità ricamate nel testo di Luigi Capuana, e perfetto nel dare gli assist al resto del cast (Claudia Bazzano, Cosimo Coltraro, Raffaella Bella, Davide Sbrogio, Giada Colonna, Cindy Cardillo, Francesco Russo, Daniele Sapio), imprimendo un ritmo forsennato alla rappresentazione.
Tantissimi gli applausi, quasi un en plain di spettatori. In settecento, infatti, hanno riempito tutta la sala grande del Palacultura Messina e gran parte delle balconate. Per tutta la sera, Dovì è stato il loro beniamino, accolto con entusiasmo insieme a tutti gli altri attori, per ognuno dei quali la regia di Angelo Tosto ha ricavato un momento da solista.
A fine spettacolo, l’organizzatore Rino Miano è salito sul palco per consegnare a Dovì una targa con incisa la Trinacria.
E poi la battuta finale lascia tutti col sorriso sul volto. “Mi hanno detto che non se ne può più di parlare di politica …”, conclude Dovì imitando un Berlusconi al telefono che, alla notizia dei sette anni di condanna, risponde: “Sette anni? Troppo piccola. Ho smesso con le minorenni”.

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