Asp 5, La cosa pubblica chiede la testa di Scaffidi

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Redazione

Asp 5, La cosa pubblica chiede la testa di Scaffidi

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venerdì 04 Giugno 2021 - 12:58

Morabito & C.: incompatibile, va revocata la nomina di un commissario che sta contribuendo a impoverire ancòra l'offerta sanitaria di qualità sul territorio

Stefano Morabito e l’associazione La cosa pubblica da lui coordinata non vogliono che Gianluigi Scaffidi rimanga al suo posto quale commissario straordinario dell’Asp 5 di Reggio Calabria. Chiedono che sia rimosso, anzi, attraverso un’articolata nota diffusa agli operatori dell’informazione.

«Scelte incomprensibili»

«L’infinita stagione dei commissariamenti nella sanità calabrese e reggina ha duramente colpito la qualità dell’offerta sanitaria attraverso scelte incomprensibili che – si legge nella nota firmata da Morabito – hanno privato e rischiano ancora oggi di privare la sanità pubblica di straordinarie professionalità. Infatti, nell’ultimo anno, persino in controtendenza con le norme approvate a livello nazionale per far fronte alla carenza di personale sanitario, per cui si elevavano i limiti di età massima per il pensionamento dei dirigenti medici, il commissario del Gom Iole Fantozzi ha respinto tutte le richieste di permanenza in servizio avanzate da direttori di Unità Operative Complesse come i dottori Topa, Laganà, Mannino, Ronco e Cozzupoli. È stata, attraverso tali discutibili e incomprensibili scelte, gravemente impoverita l’offerta d’alta qualità dei servizi sanitari del nostro Ospedale metropolitano senza che le suddette prestigiose esperienze in campo medico e organizzativo fossero rimpiazzate. Basti l’esempio del diniego opposto alla richiesta di proroga del dott. Cozzupoli, unico chirurgo abilitato in Calabria al trapianto di rene da vivente, per cui – è la riflessione del coordinatore de La cosa pubblica – non solo i cittadini bisognosi di questo tipo di operazione dovranno rivolgersi a centri sanitari fuori regione, ma anche tutti i pazienti già trapiantati mediante il ricorso a tale pratica si trovano senza un fondamentale punto di riferimento per il monitoraggio post-operatorio. Senza contare il fatto che il servizio aggiuntivo fino al settantesimo anno d’età che le norme prevedono per professionisti come Cozzupoli avrebbe consentito il trasferimento ad altri sanitari in servizio nella nostra provincia e in Calabria, di competenze fondamentali per il mantenimento degli alti standard raggiunti e che oggi sono irrimediabilmente perse».

Dopo il Gom, l’Asp

«Se questo non bastasse, pare che l’incomprensibile orientamento gestionale seguito al Gom, nella cui direzione sanitaria agiva come consulente il dott. Gianluigi Scaffidi, noto sindacalista e beneficiario di una sorprendente teoria di nomine ed incarichi da Scopelliti in poi, che lo hanno visto protagonista della nefasta stagione dei tagli alla sanità e della chiusura di decine di ospedali, sia stato adottato anche in seno all’ASP di Reggio Calabria. Significativamente – così, ancòra, La cosa pubblica -, ciò è avvenuto non appena nominato commissario Asp lo stesso Scaffidi, sia pure sotto nuove bandiere politiche. Valga l’esempio del rifiuto di concedere la proroga, prevista dalle norme nazionali e dal regolamento Asp, al dott. Vincenzo Amodeo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia all’Ospedale di Polistena che, in questi anni, proprio grazie alle unanimemente riconosciute competenze mediche e organizzative del cardiologo reggino, è diventato un punto di riferimento per la cardiologia ospedaliera in ambito provinciale. Un grande lavoro che, anche in questo caso, andrebbe perso proprio quando i servizi offerti dalla Cardiologia di Polistena potrebbero, invece, addirittura ampliarsi – si rileva nel comunicato – e le elevate competenze mediche possedute da Amodeo trasferite ad altri nel quadriennio di proroga inopinatamente negato da Scaffidi».

Incompatibilità, «urge revocare l’incarico»

Stefano Morabito

In definitiva, dopo «anni di tagli alla Sanità, che – scrive più avanti Stefano Morabito – sono stati feroci proprio al Sud, già povero di investimenti, personale e strumentazioni, è necessario contrastare l’azione di chi, come Scaffidi, pare caratterizzare il proprio ruolo come quello di un autentico “tagliatore di teste”. Queste scelte già di per sé ci indurrebbero a chiedere le dimissioni del neo commissario Asp, se non fosse per il fatto che documentati reportage giornalistici hanno messo in evidenza l’incompatibilità della nomina di Scaffidi per via del ruolo sindacale dallo stesso svolto anche nei due anni precedenti alla nomina, fattispecie esplicitamente proibita dalla normativa. È bene, dunque, che i vertici del Sistema Sanitario pubblico intervengano immediatamente per sanare l’anomalia, revocando la designazione di Scaffidi e dunque gli atti da egli assunti in questi mesi. 

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