Alla sbarra l'ex dirigente Asp Muscolino e gli operatori sanitari che sarebbero stati favoriti nei controlli "in cambio" di polizze con l'agenzia assicurativa del figlio
MESSINA. Si aprirà a partire dal prossimo 13 luglio davanti al Tribunale Collegiale il processo sui presunti casi di concussione dell’ex dirigente dell’Asp di Messina Salvatore Muscolino, accusato di favorire tramite la sua attività l’agenzia assicurativa del figlio Mario, attivo a Giarre e dintorni. Sarà il dibattimento, quindi, a stabilire se le accuse mosse dalla Polizia e dalla Procura sono fondate o meno. Al banco degli imputati ci saranno, insieme ai: Muscolino, l’analista Francesco Currò, Andrea Casablanca, Loredana Ermini, Fabrizio Farsaci, Franco Fiorilli, Francesco Raneri, Santina Ritorto, Giulio Saltalamacchia, Giacomo Zinna.
Lo ha stabilito ieri il giudice Maria Militello, che ha chiuso il vaglio preliminare accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura e fissando al 12 maggio prossimo per ratificare i patteggiamenti a 2 anni, concordati tra difese ed accusa, per: Cateno Giovanni Barca, Maria Grazia Chiesini, Pasquale D’Angelo, Ernesto De Luna, Giovanni Federico, Giuseppe Giamboi, Carmelo Lo Re, Carmelo Davide Panebianco, Roberto Papandrea, Giovanna Rodà, Antonina Rodà, Francesco Tavilla.
Il procedimento quindi si divide in tre tronconi perché un altro imputato, Giovanni Scarfone, ha scelto invece di definire la sua posizione in abbreviato e tornerà anche lui davanti al giudice tra qualche settimana.
L’operazione della Squadra Mobile è scattata a novembre scorso: ai domiciliari andarono i due protagonisti, padre e figlio, e l’analista. A insospettire erano le numerose polizze staccate dall’agenzia del figlio dopo l’insediamento a dirigente Asp del padre. Ad assicurarsi, attività legate a operatori sanitari, che a loro volta si vedevano favoriti nei controlli operati dal dirigente.
Si sarà trattato certamente di un equivoco, non possiamo credere che un dirigente, con pieni e indiscussi poteri decisionali, possa aver commesso simili nefandezze.
Del resto, nel nostro beneamato paese non esiste favoritismo, corruzione, clientelismo, peculato, nepotismo, ecc..
Si sarà trattato certamente di un equivoco, non possiamo credere che un dirigente, con pieni e indiscussi poteri decisionali, possa aver commesso simili nefandezze.
Del resto, nel nostro beneamato paese non esiste favoritismo, corruzione, clientelismo, peculato, nepotismo, affari privati ecc..