Interessante provvedimento del giudice del lavoro di Messina che apre la strada a tanti ritorni a casa nel mondo della giustizia
MESSINA – Un’assistente giudiziaria ha attenuto l’assegnazione provvisoria a Messina, vicino casa, perché deve assistere un parente disabile. Un diritto che le è stato riconosciuto dal Tribunale del Lavoro di Messina anche se l’assegnazione non è avvenuta tramite interpello. Ad ottenere la sentenza, siglata dal giudice Aurora La Face il 21 giugno scorso, è stato l’avvocato Vincenzo La Cava, che ha tutelato l’assistente giudiziaria nel ricorso contro il Ministero della Giustizia.
La donna, assunta all’Ufficio Unep del Tribunale di Civitavecchia, aveva ottenuto l’assegnazione temporanea alla Procura della Repubblica dei Minori di Messina a dicembre scorso, dove il posto era scoperto. A fine periodo, però, avrebbe dovuto rientrare alla sede principale, malgrado il padre disabile a Messina.
Tramite il legale, la donna aveva perciò chiesto l’applicazione della legge 104 per vedersi riconosciuto il diritto a restare a Messina, dove il posto sarebbe rimasto vacante. Ma il Guardasigilli aveva rigettato la richiesta: l’accordo sindacale raggiunto nel luglio 2020 prevede la possibilità di esercitare questa richiesta di coprire il posto rimasto scoperto – esclusivamente tramite interpello.
L’avvocato La Cava ha però opposto la lesione del diritto del padre ad essere assistito ed ha richiamato l’articolo 13 dello stesso accordo quadro “opposto” dal Ministero che invece, secondo l’avvocato, consente le procedure di mobilità ex legge 104 anche al di fuori dell’interpello.
Il Ministero si è costituto in giudizio chiedendo il rigetto, ma il giudice del lavoro messinese ha condiviso le tesi del legale, dando ragione all’assistente giudiziaria, che resterà alla Procura dei minori peloritana.