"Noi vogliamo tutto", #ilferribottenonsitocca non lascia, anzi raddoppia e mette sul piatto una manifestazione che unirà la Sicilia alla Calabria, il 25 marzo ed alla quale si arriverà dopo una serie di tappe intermedie nel territorio e in mezzo alla gente.
Il movimento popolare #ilferribottenonsitocca non si arrende nella battaglia contro il Piano di dismissioni delle FS e non lascia, anzi “raddoppia” (per usare un termine ferroviario…) preparando l’Assemblea che unirà due regioni, Sicilia e Calabria in un’unica voce, il 25 marzo.
Mentre le Ferrovie ufficializzano l’Italia a due velocità ( moderna al nord e paleolitica al sud) e presentano alla Commissione europea un piano di interventi nel quale la Sicilia è esclusa, il movimento continua a raccogliere adesioni e rilancia con lo slogan: “Noi vogliamo tutto- ha spiegato in conferenza stampa Francesca Fusco- vogliamo treni europei su navi moderne, merci su rotaia per liberare Messina dai tir, metroferrovia ed ex Metromare, contratto di servizio per il trasporto ferroviario regionale, infrastrutture e politiche tariffarie. Noi non vogliamo difendere l’esistente, vogliamo tutto e chiediamo ai siciliani ed ai calabresi di far sentire la loro voce”.
Alza il tiro il movimento, annuncia ua serie di iniziative che puntano al coinvolgimento del territorio fino all’Assemblea del 25 marzo e nel frattempo sottolinea le ultime “sorprese” che le Ferrovie stanno regalando ai siciliani. Il metodo che il movimento si è dato è quello dell’apertura al territorio con una serie d’incontri nelle circoscrizioni, altri con le associazioni ed infine con gli studenti sia degli istituti superiori che dell’Ateneo. “E’ la politica che si apre al territorio- sottolinea il presidente del IV quartiere Francesco Palano Quero, presente insieme ai colleghi Antonino Zullo, (II), Santino Morabito (V) e al consigliere Santi Interdonato (III)- E invitiamo i cittadini a partecipare ed indicarci le problematiche e i suggerimenti”. L’11-12 e 13 marzo sono previste le tre assemblee dei consigli di circoscrizione, il I e il II l’11 allo stadio San Filippo, III e IV il 12 nel salone delle bandiere del Comune, V e VI il 13 marzo nel salone della chiesa di San Francesco. Dal 10 marzo inizieranno anche le assemblee studentesche, grazie al coordinamento di Francesco Greco “voglio evitare che i nostri studenti facciano l’ultimo biglietto di sola andata come ormai continua ad accadere”. Uniti alla battaglia anche i pendolari delle ferrovie “dobbiamo alzare tutti la voce contro una politica d’investimenti che ignora la Sicilia” commenta Giosuè Malaponti. E se Helvin Buda ricorda come questo piano di dismissioni “ha risvegliato in troppi la voglia di ponte e vorremmo a questo punto sapere cosa ne pensa il sindaco no ponte”, Rafael De Francesco sottolinea come i disagi saranno sopportati da tutta la Sicilia da Messina a Trapani: “per questo occorre una risposta di tutta la Regione e nei prossimi giorni sarà all’esame dell’Ars la proposta presentata dalla deputata Valentina Zafarana e che recepisce integralmente il nostro documento”.
Il tempo corre veloce e occorre muoversi molto più in fretta di quanto non facciano oggi i treni in Sicilia,grazie anche a vetture di serie C rispetto a quelle usate nel resto dello Stivale. Mariano Massaro e Michele Barresi, hanno scoperto nel “pacco dono” delle Ferrovie altre sorprese. “Le ferrovie dicono di voler modernizzare invece tagliano i collegamenti nello Stretto- spiega Mariano Massaro, Orsa- Proviamo a simulare un viaggio. Ipotizziamo un Palermo-Roma: con l’Intercity diurno oggi costa 56 euro e 50 centesimi. Secondo la proposta Fs il viaggiatore dovrebbe prendere il treno Palermo-Messina,costo 24,90, poi scendere, acquistare il biglietto ex Metromare a 2,50, arrivare a Villa e prendere il Frecciargento per 58 euro. Totale 86, 40 euro,quindi 30 euro in più a fronte di un risparmio che attualmente in termini di tempo c’è ma con la nostra proposta dei treni veloci e della Frecciabianca si ridurrebbe a pochi minuti. Un altro particolare che le Ferrovie non considerano è che Metromare potrebbe partire in ritardo, avere difficoltà a causa delle condizioni del mare ed in ogni caso a pagare la modernizzazione in queste condizioni sono comunque i passeggeri, costretti a sborsare 86 euro”.
Ulteriore particolare è che la gara per ex Metromare è stata appena bandita e non sappiamo quali scenari si apriranno a giugno, allo scadere della proroga. L’altra sorpresa scoperta da Michele Barresi è legata all’Expo 2015 “per l’occasione nel sito delle Ferrovie sono già in vendita i treni per Milano da ogni parte d’Italia, 240 treni dei quali 142 frecce, 21 intercity, 13 treni notte e non c’è un solo treno dalla Sicilia. Nessuna offerta, nessun piano straordinario. Vorremmo dirlo all’assessore Pizzo che evidentemente l’unico treno a lunga percorrenza che ha preso è stato il 16 febbraio scorso”. E’ come quando, ed è capitato spesso, misteriosamente diventava impossibile acquistare biglietti per i treni a lunga percorrenza che poi risultavano vuoti,aprendo quindi le porte alla giustificazione “li cancelliamo per mancanza di passeggeri”. Barresi sottolinea come se non presenti un’offerta in occasione dell’Expo, ma lo fai per il resto delle tratte, allora vuoi continuare ad ignorare la Sicilia. La battaglia quindi deve diventare nazionale e proprio per questo Valentina Zafarana, M5S, presenterà in Commissione la proposta che recepisce il progetto innovativo e a costi bassissimi predisposto dal movimento: “E’ un problema che riguarda tutti, da Messina a Trapani. Il ministro Lupi deve venire qui, non lasciarci in brache di tela sapendo che c’è chi si accontenta del contentino. Spero che venga condivisa da tutti i deputati, anche se Crocetta finora ha fatto carta straccia delle mozioni e delle proposte”. A livello nazionale è stato Francesco D’Uva , M5S a presentare un’interrogazione sullo stesso argomento “ma questa- dice- è una battaglia che non può e non deve avere alcun colore politico, riguarda il territorio e i cittadini, senza partiti”. Ed infatti alla conferenza stampa, così come alle manifestazioni erano presenti quanti, esponenti di vari partiti, hanno sostenuto, la mobilitazione, come i consiglieri comunali Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Ivana Risitano. Presente anche l’assessore Sebastiano Pino, da poche settimane con una delega che gli calza a pennello e che lo sta vedendo in prima linea “L’Italia ferroviaria si ferma a Salerno. Dobbiamo cambiare le cose. Stiamo cercando alleanze con i sindaci, solo uniti potremo ottenere risultati”.
Il movimento #ilferribottenonsitocca sta riuscendo nel piccolo grande miracolo di unire al di là delle bandiere e sta riuscendo sulla base di una proposta concreta che nella sua semplicità potrebbe persino apparire banale se non addirittura scontata: treni europei su navi moderne. E non stiamo parlando di treni che non esistono in Italia, ma convogli che da tempo vengono utilizzati altrove, così come le navi. Non si chiedono astronavi, ma locomotive più moderne che potrebbero “farci traghettare” dall’era dell’Intercity a quella del Frecciabianca. La proposta ha soluzioni per evitare la “rottura di carico”, consentire risparmi in termini di tempo e ridurre ad esempio il viaggio Palermo-Roma a 9 ore e 25 minuti, navigazione inclusa.
La mobilitazione in corso è davvero “l’ultimo treno” per non perdere il futuro.
Rosaria Brancato
Tutto questo mi ricorda l’esilarante monologo di Roberto Benigni sul Partito del Pinzimonio: http://quattrostracci.altervista.org/SforzaItalia/pinzimonio.htm
Geniale.
Tutto questo mi ricorda l’esilarante monologo di Roberto Benigni sul Partito del Pinzimonio: http://quattrostracci.altervista.org/SforzaItalia/pinzimonio.htm
Geniale.
Una cosa sola dovete chiedere, la costruzione del PONTE SULLO STRETTO l’unico mezzo che garantisce la continuità territoriale 365 giorni, che unisce la Sicilia al continente, permette il libero transito dei treni e serve a far sloggiare i traghettatori, privati e non, da Messina e liberarla dalla schiavitù da attraversamento che i contrari al Ponte hanno reso di fatto perenne, liberando vaste aree di territorio pregiato. Della dismissione da parte di RFI si sapeva dal 2006 perchè nessuno ripiana la perdita di oltre 200 minioni di Euro per sostenere un obsoleto e inquinante sistema di traghettamento. Questa è l’unica lotta da fare per la civiltà e lo sviluppo!
Una cosa sola dovete chiedere, la costruzione del PONTE SULLO STRETTO l’unico mezzo che garantisce la continuità territoriale 365 giorni, che unisce la Sicilia al continente, permette il libero transito dei treni e serve a far sloggiare i traghettatori, privati e non, da Messina e liberarla dalla schiavitù da attraversamento che i contrari al Ponte hanno reso di fatto perenne, liberando vaste aree di territorio pregiato. Della dismissione da parte di RFI si sapeva dal 2006 perchè nessuno ripiana la perdita di oltre 200 minioni di Euro per sostenere un obsoleto e inquinante sistema di traghettamento. Questa è l’unica lotta da fare per la civiltà e lo sviluppo!
2)..che ne imbrigliano e distruggono la SPERANZA di una comunità avviata inesorabilmente alla “desertificazione”umana e produttiva.
Adesso sarebbe però UTILE e VANTAGGIOSO per tutti UNIRSI alla lotta dei “ferribottenonsitocca”, come necessario momento tattico nella strategia più lungimirante e RISOLUTIVA della battaglia del Bridge Messina Style, opera attorno alla quale la città, oggi marginale, snobbata, umiliata e maltrattata potrà RI-PROGETTARSI…su basi modernamente ecosostenibili ed imporre infine quel ruolo di centralità del mediterraneo assegnatagli dalla storia e dalla natura come sostiene il grande artista-architetto D.Libeskind.
2)..che ne imbrigliano e distruggono la SPERANZA di una comunità avviata inesorabilmente alla “desertificazione”umana e produttiva.
Adesso sarebbe però UTILE e VANTAGGIOSO per tutti UNIRSI alla lotta dei “ferribottenonsitocca”, come necessario momento tattico nella strategia più lungimirante e RISOLUTIVA della battaglia del Bridge Messina Style, opera attorno alla quale la città, oggi marginale, snobbata, umiliata e maltrattata potrà RI-PROGETTARSI…su basi modernamente ecosostenibili ed imporre infine quel ruolo di centralità del mediterraneo assegnatagli dalla storia e dalla natura come sostiene il grande artista-architetto D.Libeskind.
Finalmente! Era ora.Lotta dura senza paura!Messina da troppo tempo serva dei poteri forti del RICCONORD capisce che lo stretto è l’UNICA risorsa vera per riaffermare una CENTRALITÀ insperata nello scenario nazionale ed EUROPEO”Contagiata”sino al midollo da una manipolazione mediatico-culturale diffusa come un virus da SPIN DOCTOR al servizio di ben noti potentati finanziari,ha innestato nel proprio DNA soporifero-parassitario il NoPonte”eleggendo”a proprio emblema due BRAVI ma ingenui e culturalmente fragili personaggi: Accorinti e Signorino incapaci come tanti loro epigoni,di rapportarsi in maniera moderna e cosmopolita con le problematiche del PROGRESSO,liberandosi dai logori pregiudizi ideologici di matrice” cattocomunista”..continua…
Finalmente! Era ora.Lotta dura senza paura!Messina da troppo tempo serva dei poteri forti del RICCONORD capisce che lo stretto è l’UNICA risorsa vera per riaffermare una CENTRALITÀ insperata nello scenario nazionale ed EUROPEO”Contagiata”sino al midollo da una manipolazione mediatico-culturale diffusa come un virus da SPIN DOCTOR al servizio di ben noti potentati finanziari,ha innestato nel proprio DNA soporifero-parassitario il NoPonte”eleggendo”a proprio emblema due BRAVI ma ingenui e culturalmente fragili personaggi: Accorinti e Signorino incapaci come tanti loro epigoni,di rapportarsi in maniera moderna e cosmopolita con le problematiche del PROGRESSO,liberandosi dai logori pregiudizi ideologici di matrice” cattocomunista”..continua…
Caro Giuttari, quello che dici da anni è così evidentemente giusto che diviene difficile, per chi era contrario, ammetterlo. Sarebbe come riconoscere di essere stati utili idioti al servizio di interessi contrari alla comunità in cui vivi. Ci vuole un coraggio che questa gente non ha. Meglio per loro insistere nell’errore, tanto pagano i poveracci e i dolori più facili da sopportare sono quelli degli altri.
Caro Giuttari, quello che dici da anni è così evidentemente giusto che diviene difficile, per chi era contrario, ammetterlo. Sarebbe come riconoscere di essere stati utili idioti al servizio di interessi contrari alla comunità in cui vivi. Ci vuole un coraggio che questa gente non ha. Meglio per loro insistere nell’errore, tanto pagano i poveracci e i dolori più facili da sopportare sono quelli degli altri.
Soltanto il ponte stradale e ferroviario garantisce la vera continuità territoriale.
Non è possibile continuare a mantenere un servizio che costa un quarto di miliardo di euro all’anno.
Ogni sei anni, si raggiunge la cifra che lo Stato dovrebbe sostenere per realizzare il ponte.
Soltanto il ponte stradale e ferroviario garantisce la vera continuità territoriale.
Non è possibile continuare a mantenere un servizio che costa un quarto di miliardo di euro all’anno.
Ogni sei anni, si raggiunge la cifra che lo Stato dovrebbe sostenere per realizzare il ponte.