Affollata assemblea a Palazzo Zanca per spiegare ai dipendenti della società i dettagli del piano concordatario. I lavoratori sono tutti creditori e avranno un ruolo importante nella definizione della procedura. In ballo Tfr e contenziosi.
In questa fase la decisione è tutta nelle mani dei lavoratori. I quasi 500 dipendenti di Messinambiente dovranno decidere se la società potrà avere una chance di salvataggio con il piano concordatario presentato in Tribunale o se dovrà andare verso il fallimento. Tutti i lavoratori di Messinambiente rientrano infatti in una delle dieci classi in cui sono stati suddivisi i creditori della società, dovranno votare l’omologabilità del concordato e il loro voo positivo deve passare necessariamente da due tappe: ognuno dei 484 lavoratori deve accettare che il Tfr non sarà corrisposto nel momento in cui avverrà il licenziamento di Messinambiente, ma verrà rinviato al pensionamento dalla MessinaServizi, dovrà accettare che sarà il Comune a garantire e poi pagare il Tfr e non più la società e infine chi ha contenziosi in atto dovrà accettare di andare verso una transazione. E’ questa la proposta che la società, assistita dal suo legale Marcello Parrinello ha messo sul tavolo. Proposta che è stata illustrata oggi durante un’affollatissima assemblea che si è tenuta nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. I lavoratori hanno cercato di capire cosa accadrà. L’avvocato Parrinello ha spiegato i dettagli tecnici. I dubbi ovviamente erano e forse sono ancora tanti, l’assemblea è servita a provare a rispondere a tutte le perplessità dei dipendenti che adesso avranno circa due settimane per decidere se accettare o meno l’accordo che poi aprirà la strada verso la MessinaServizi.
Ieri un lavoratore aveva messo nero su bianco i dubbi che ancora attanagliano molti dipendenti della società: l’affitto del ramo d’azienda di Messinambiente da parte di Messina Servizi Bene Comune potrebbe danneggiare i dipendenti che hanno sempre dimostrato di essere infaticabili lavoratori anche nelle condizioni in cui hanno operato? Oppure sull’erogazione del Tfr se qualcuno dovesse avere un’urgenza ad esempio per malattia chi i erogherà l'anticipo del Tfr previsto dalla legge? Poi ancora come si intende affrontare i vari contenziosi che diversi colleghi hanno instaurato nel passato e che ancora non hanno avuto il parere di un giudice, ed in particolare, chi pagherà le parcelle degli avvocati che non potranno completare il loro lavoro? Infine, quali sarebbero i rischi per i lavoratori se questo affitto di ramo d'azienda non avvenisse?
Dubbi ai quali hanno provato a rispondere l’avvocato Parrinello, il liquidatore Giovanni Calabrò e l’assessore Ialacqua.
“E’ stata un’assemblea partecipata e composta – ha dichiarato Ialacqua – i lavoratori hanno seguito con attenzione ed hanno posto domande e sollevato preoccupazioni legittime, alle quali sono state date risposte chiare e precise”. “Abbiamo evidenziato e sottolineato che il destino di Messinambiente è strettamente legato a quello della Messinaservizi. Ci rendiamo conto che le questioni possono apparire complicate e che il momento è delicato, ma l’obiettivo che s’intende raggiungere è importante e positivo, in quanto consentirà di migliorare sia la condizione dei lavoratori, che passeranno ad una società totalmente pubblica e senza debiti, sia lo svolgimento del servizio a vantaggio dei cittadini, in quanto finalmente si potranno fare gli investimenti necessari e migliorare l’organizzazione aziendale”. “Non si promette un libro dei sogni” ha infine dichiarato in assemblea l’Assessore Ialacqua in risposta ad un lavoratore “ma si sta lavorando per uscire da un incubo nel quale altri hanno fatto entrare in passato Messinambiente”.
Francesca Stornante