La decisione è stata presa al termine dell’assemblea cittadina, che si è svolta sotto una pioggia battente
Il blocco stradale, iniziato alle undici della mattina come azione di protesta nei confronti dello sgombero coatto del Teatro in Fiera Pinelli, è finito alle quattro del pomeriggio. Orario in cui è stata indetta dagli attivisti un’assemblea cittadina. Assiepati sotto le tettoie all’ingresso della fiera per proteggersi dalla pioggia battente, un centinaio di persone hanno ascoltato sfoghi di rammarico ed espressioni di speranza. Sono due i messaggi che gli occupanti hanno voluto sottolineare nel corso dell’assemblea “d’emergenza” convocata nel pomeriggio: innanzitutto, che il movimento formatosi sull’onda dell’occupazione del Teatro in Fiera non morirà oggi, il secondo che dalla Fiera stessa non se ne andranno.
“L’esperienza del Pinelli è un esperienza collettiva e comune che non si può cancellare così.” – ha detto Massimo Cammarata, il primo degli attivista a prendere la parola – “Non è pensabile che quest’esperienza muoia con un gesto di forza. Di certo non si conclude oggi”.
E Claudio Risitano definisce gli occupanti: “arrabbiati ma sereni”. In generale regna la convinzione che un esperienza culturale ed altamente formativa come quella portata avanti dal 15 dicembre scorso non può essere cancellata in mezza giornata. Soprattutto la stessa città di Messina non può rimuoverla dalla memoria e dalla coscienza come se niente fosse.
“Non si può sgomberare la creatività delle persone”, commenta ancora Claudio Risitano, mentre il sindacalista Daniele David accusa la città di spietatezza “nei confronti di chi dissente”.
Alla fine dell’assemblea è stata presa la decisione di restare, seppur fuori dai cancelli della Fiera, in un presidio permanente. E chi può si attrezza già con le tende, mentre gli altri cercano di procurare alimenti e ogni genere di prima necessità. Prevista musica per la serata. Si conclude così questo capitolo del Teatro in Fiera Pinelli, ma se ne apre contemporaneamente un altro, che avrà come primo appuntamento degli attivisti del Pinelli sgomberato il corteo degli studenti medi previsto per domani mattina. (Eleonora Corace)
Almeno si potrebbero coprire occupando la ex Galleria Vittorio Emanuele intestandola molto più degnamente al grandissimo Feltrinelli.
quale sarebbe questa esperienza culturale??
BUONA L’IDEA, OTTIMA L’INIZIATIVA DELL’OCCUPAZIONE, QUELLO CHE GUASTA E’ IL COMPORTAMENTO ANARCHICO, PECCATO. NON CI SI PUO’ IMPADRONIRE DI UN BENE ALTRUI SOTTO L’EGIDA DELLA CULTURA, NON SCHERZIAMO. LE REGOLE CI SONO E VANNO RISPETTATE DA TUTTI, PER UNA CIVILE CONVIVENZA. E POI SCUSATE, PERCHE’ ANCHE QUESTA TESTATA GIORNALISTICA, INOPINATAMENTE CONTINUA A CHIAMARE IL TEATRO IN FIERA IN ALTRO MODO. NON MI RICORDO CI SIA STATO UN BANDO PUBBLICO PER QUESTO NE TANTO MENO SIA STATO DATO MANDATO IN BIANCO AD ALCUNO DAI CITTADINI MESSINESI. LODEVOLE COMUNQUE NON ABBANDONARE LA BATTAGLIA RIPORTANDOLA NEI CANONI DELLA CIVILE DISOBBEDIENZA, BRAVO CAMMARATA.
concordo con peppino
BREVE STORIA DI GIUSEPPE PINELLI (Milano, 21 ottobre 1928 – Milano, 15 dicembre 1969) è stato un anarchico e ferroviere italiano, animatore del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa e durante la Resistenza, vista la sua allora giovane età, staffetta nelle Brigate Bruzzi Malatesta. Nel mese di novembre del 1966 già militante anarchico, diede appoggio a Gennaro De Miranda, Umberto Tiboni, Gunilla Hunger, Tella e altri ragazzi del giro dei cosiddetti capelloni per stampare le prime copie della rivista Mondo Beat nella sezione anarchica “Sacco e Vanzetti” di via Murilio. Morì il 15 dicembre 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era trattenuto per accertamenti in seguito alla esplosione di una bomba a piazza Fontana, evento noto come Strage di Piazza Fontana.Le circostanze della sua morte, ufficialmente attribuita ad un malore, hanno destato sospetto a causa di alcune circostanze legate ai momenti del tutto eccezionali vissuti nel capoluogo lombardo a seguito della strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Una parte dell’opinione pubblica ha avanzato il sospetto che Pinelli sia stato assassinato e che le indagini siano state condotte con metodi poco ortodossi ed in modo non imparziale. Tuttavia, l’inchiesta conclusa nel 1975 dal giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio ha escluso l’ipotesi dell’omicidio, giudicandola assolutamente inconsistente.
Il caso ha suscitato una polemica politica intrisa di vibrante animosità, tanto da parte di coloro che sostengono la tesi dell’omicidio, quanto da parte delle autorità, ed è peraltro assai arduo isolare la polemica riguardante questo caso da quelle relative, fra l’altro, alla strage di piazza Fontana, al Terrorismo, alla cosiddetta teoria della strategia della tensione, al cosiddetto stragismo di stato, alla repressione dei circoli anarchici italiani ed all’assassinio del commissario Calabresi (FONTE : WIKIPEDIA -http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Pinelli)
Ora, ciò premesso : vorrei che qualcuno dei protagonisti mi spiegasse il nesso esistente tra la figura di Giuseppe Pinelli e la triste e penosa vicenda dell’ Ex Teatro in Fiera. Onestamente, mi sarei aspettato un nome diverso, come ad esempio Peppino Impastato, oppure, Giuseppe Fava, o Pio La Torre. Mi chiedo, sinceramente, che cosa sanno di questa altra nostra gente, gli occupanti di quella struttura e quali sono stati i reali motivi che hanno portato a non considerare anche il profondo significato dell’opera di questi altri martiri (anche se … di mafia).
Oppure …. perché non intitolare quell’ ex teatro a Gian Maria Volontè ? (ma costoro ,almeno, i film di quest’attore, li hanno visto (non dico tutti, ma almeno qualcuno (es. Giordano Bruno, Moro, Il Caso Mattei,Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto, Todo Modo, etc, etc) ?????