Bartolotta nuovo segretario del Pd. E Genovese lancia messaggi all’Udc

Bartolotta nuovo segretario del Pd. E Genovese lancia messaggi all’Udc

Bartolotta nuovo segretario del Pd. E Genovese lancia messaggi all’Udc

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sabato 25 Giugno 2011 - 13:08

Il sindaco di Savoca eletto per acclamazione. Il deputato nazionale: «Basta con le ambiguità, ci vuole chiarezza nel sistema delle alleanze». Lo sfogo amaro di Gallo contro il “sistema” città e gli errori del partito

L’elezione di Nino Bartolotta, quarantunenne sindaco di Savoca, a segretario provinciale era cosa nota prima ancora che l’assembla del Pd iniziasse. Unico candidato, è stato eletto per acclamazione con tanto di applauso di “benedizione”. Per questo protagonisti della mattinata, al Royal Palace Hotel, sono stati Francesco Gallo, il segretario dimissionario, col suo sfogo ricco di amarezza che ha toccato un po’ tutto e tutti, e Francantonio Genovese, che continua ad essere leader indiscusso del Pd a Messina, il quale ha ancora una volta lanciato un messaggio all’Udc, pur non citandolo mai espressamente: se vogliamo essere alleati, ci vuole chiarezza. Tradotto: via dalle giunte di Buzzanca e Ricevuto. O con noi o contro di noi. Messaggio molto simile, quasi identico, a quello lanciato una settimana fa dallo stesso luogo dal leader di Fli Carmelo Briguglio. In casa scudocrociata nulla si muove, per il momento. Forse nell’attesa che la prima mossa la faccia chi guida, attualmente, le giunte di cui fanno parte nonostante tutto. Tornando all’assemblea di oggi, Gallo ha definitivamente lasciato il proprio incarico dopo la condanna a 8 mesi di reclusione (pena sospesa), per la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto insieme all’ex sindaco Leonardi per la nomina di un consulente esterno. Ma si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa: «Mi dimetto perché questa vicenda avrebbe potuto minare l’autorevolezza necessaria a chi deve guidare un partito che punta sul rispetto delle regole e che deve battere i pugni». Detto questo ci sono delle “anomalie” nel sistema Messina che Gallo non ha voluto sottacere: «Siamo in una città in cui per anni un procuratore aggiunto avrebbe dovuto far rispettare le regole e invece ha fatto tutt’altro. Qualcuno evidentemente quelle regole non le ha rispettate, tanto è vero che alcuni processi vanno avanti e altri rimangono nel cassetto. Tutto questo può essere utile saperlo, a chi deve fare attività politica in questa città. Dovrò dimostrare che Leonardi sapeva scrivere da solo e che si rinuncia ad un compenso non si può certo parlare di abuso patrimoniale. Ma questo non mi preoccupa, a preoccuparmi è una città dove nel silenzio di tutti succede quel che succede».

Sul piano politico, Gallo non si esime dal discutere della scelta di appoggiare Lombardo a Palermo, «una scelta dirompente che ha spezzato gli equilibri che avevano retto i destini della Sicilia almeno negli ultimi dieci anni. Una scelta che può sembrare un azzardo, ma pensare di poter giocare per vincere senza azzardare è sbagliato. Non basta, però, essere maggiorana all’Ars, il difficile è diventare partito di governo. Non è un problema di alleanze, quelle si definiranno automaticamente». Gallo fa anche una disamina interna del partito di cui fino a oggi è stato segretario provinciale, parlando di due errori: «Il primo è quello che spesso è stato commesso dai vertici locali, quello per cui ognuno ha troppe volte pensato che “o si fa come dico io oppure non si fa niente”. Il secondo è quello dei deputati regionali, pensare che prima viene il destino del portatori di voti e poi quello del partito. Il partito deve essere unito, non nel senso di unire gli interessi di tutti ma nel senso di sacrificare qualcosa di proprio nell’interesse del partito». A chi fa opposizione in città Gallo dà un suggerimento, «anche se tutti pensano di non averne bisogno: partiamo dalla telefonata di Berlusconi a piazza Cairoli, partiamo dalle tante promesse non mantenute. L’opposizione non si deve basare necessariamente su quello che suggerisce la stampa cittadina. Il Ponte? Il dibattito si può fare, per carità, ma si parla di qualcosa che non si può fare e non si farà. E non si farà nemmeno la “furbata” tutta siciliana di farci fare prima le opere compensative». Gallo è un fiume in piena e tocca pure il caso Vasco Rossi: «Quante volte in commissione prefettizia ci siamo assunti responsabilità gravi. Amministrare una città senza assunzione di responabilità è un’idea sbagliata». Per l’ex segretario «c’è il rischio di una sfida generazionale, in una città fatta a misura per “vecchi” in cui fino ad oggi ha prevalso un’idea paternalistica della società, che non può più funzionare».

Il passaggio di testimone con Bartolotta è immediato. Il neo segretario lancia una sorta di appello al partito: «C’è bisogno dell’aiuto di tutti, dirigenti, tesserati e non. Ci sono tanti amici che non si tesserano perché non vedono un sistema di alleanze chiaro. Bisogna partire dalla base per renderla più partecipe delle decisioni della direzione. Ci vuole una maggiore collegialità, anche un maggior decentramento, un nuovo modello di partito sul territorio. Si può discutere sulla scelta assunta a livello regionale, ma è grazie al ruolo del Pd che il Pdl non governa più la Sicilia, è anche grazie al ruolo del Pd che abbiamo finalmente una riforma dei rifiuti, è anche grazie al ruolo del Pd che si sta rientrando dal buco della sanità. Adesso concentriamoci sui programmi, ripartiamo dal porta a porta e facciamoci veicoli della spiegazione di ciò che sta succedendo in Sicilia. Dobbiamo portare avanti un progetto unitario, il che significa ritrovare l’unità interna al partito, che ancora a livello locale non c’è del tutto e ciò fa sì che spesso si arrivi impreparati agli appuntamenti elettorali».

Il segretario cittadino Giuseppe Grioli chiede di rimanere coi piedi per terra: «Non si pensi che il vento del nord arrivi anche da noi stando con le mani in mano: c’è la necessità di ritrovare entusiasmo, perché è reale un deficit di passione politica. Il cittadino vede un partito burocratizzato che non riesce a muovere valori e passioni. Questo è un messaggio in particolare agli eletti, ad esempio ai consiglieri comunali: oggi ne vedo davvero pochi». Grioli dissente da Gallo sull’argomento Ponte: «Bisogna parlarne eccome, è qui che si sta manifestando in maniera emblematica il rapporto tra il Pdl locale ed il Governo nazionale. Rischiamo che tutto ci passi sopra la testa, che si devasti il territorio senza un progetto di sviluppo alternativo che questa città non ha voluto creare per 20 anni e senza nemmeno le opere compensative». Dal dibattito e dai tanti interventi seguiti, moderati da Angela Bottari, è emerso che certe posizioni (in primis proprio l’appoggio al governo regionale) non sono proprio condivise e, come confermato anche dalle voci “fuori campo” della sala, non è piaciuto nemmeno il modo in cui è stato gestito il partito finora.

Genovese tutto questo lo ha “subodorato” e raccolto: «La classe dirigente del partito – ha attaccato subito l’ex sindaco di Messina – a volte è più attenta alla conservazione dell’esistente, all’interesse personale piuttosto che a quello generale del partito. Un partito che rischia di essere degli “eletti”, in cui ognuno si sente detentore della responsabilità di quei cittadini che lo hanno votato e solo a loro finisce per rispondere. Dobbiamo capire cosa vogliamo che questo partito faccia, altrimenti non andremo da nessuna parte. Non parlerei di assenza del partito, piuttosto bisogna rafforzare delle regole interne per cui si può e si deve discutere, anche litigare, ma non certo sui giornali, in quel modo si crea solo danno al Pd e si genera la mancanza di appeal che in tanti sottolineano. C’è anche la necessità che oggi si possa imporre una fascia generazionale nuova». Genovese apre anche un’ampia parentesi sulla situazione generazionale: «Siamo giunti al punto in cui ci vuole un governo politico che ci porti fino al prossimo momento elettorale e concretizzi queste alleanze. C’è bisogno, però, di chiarezza, bisogna capire con chi andare avanti. Noi siamo pronti a farlo con Sel, Idv e il Terzo Polo, ma ovunque, da Palermo a Messina. E per far questo chi cammina con noi deve uscire dalle ambiguità, chi vuole procedere con un certo sistema di alleanze lo deve fare chiaramente. Le gente deve capire se si sta con Berlusconi o contro Berlusconi. Ci vorrà coraggio per far sì che ci sia chiarezza nel sistema delle alleanze siciliane. Ci auguriamo che persone straordinariamente preparate politicamente e rilevanti per i ruoli istituzionali che ricoprono possano porre fine ad una situazione ad oggi paradossale». E chi vuole capire capisca.

2 commenti

  1. Capitan Sparrow 25 Giugno 2011 19:04

    Ma l’On. LACCOTO e l’On.Picciolo come mai erano assenti?

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  2. io non sapevo manco che esisteva il segretario provinciale del partito democratico…

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