L'ex parlamentare nazionale delinea il percorso puntando sulla rifondazione culturale e sull'unità per una politica radicata nel territorio
MESSINA – Si terrà sabato mattina alle 10 l’assemblea provinciale del Partito democratico per approvare il Regolamento che darà il via ufficiale alla fase congressuale. Il Regolamento stabilirà la tempistica per l’elezione del segretario provinciale, le scadenze per la presentazione delle candidature e per lo svolgimento dei congressi di circolo. I tempi, ancora in fase di definizione, non dovrebbero essere eccessivamente lunghi. Parallelamente alla Commissione congressuale, verrà istituita anche la Commissione di garanzia. La prima opererà solo durante la fase congressuale, mentre la seconda avrà il compito di dirimere eventuali controversie. Un ruolo chiave sarà svolto dai congressi di circolo, che eleggeranno i delegati che parteciperanno alla selezione del nuovo segretario provinciale durante l’assemblea congressuale. Per quanto riguarda i tempi, si ipotizza che la fase finale del Congresso si possa svolgere ad aprile. I dettagli verranno comunicati durante l’assemblea di sabato. Prima del congresso, è prevista la visita a Messina della segretaria nazionale del Partito democratico, Elly Schlein, presumibilmente intorno a Pasqua, come annunciato in precedenza dal segretario regionale Anthony Barbagallo.
Un gruppo di lavoro dell’area Schlein sta definendo, partendo dai contenuti programmatici, il profilo ideale del segretario, che dovrà promuovere le iniziative del partito sul territorio. Molti auspicano un clima di unità all’interno del Partito democratico. Negli ultimi mesi, i membri del coordinamento provinciale hanno avuto modo di girare la provincia, incontrando dirigenti e iscritti, e c’è una forte volontà di ripartire. “La provincia di Messina ha bisogno di una forza di sinistra”, è il coro unanime, “che si faccia promotrice di battaglie e valori sui quali non possiamo più indugiare”. L’ex deputata nazionale Maria Flavia Timbro, entrata a far parte del Partito democratico dopo l’esperienza con Articolo Uno, si mostra fiduciosa e delinea la visione che dovrebbe caratterizzare il nuovo Pd messinese.
Onorevole Timbro, nel pieno avvio alla fase congressuale, in vista dell’elezione del segretario, non sono mancate le polemiche, anche in merito alle tessere. È tornato il sereno?
“Il sereno, per fortuna, non ci ha mai abbandonato. Questo è un momento delicato: il partito si appresta ad affrontare la fase congressuale dopo un periodo di carenza organizzativa. Una fase dirimente, transitoria sì, ma anche un nuovo inizio. Ci stiamo preparando con un serrato confronto e un’approfondita elaborazione politica, in particolare nell’area Schlein. Sono fermamente convinta che questa sia un’opportunità preziosa per lanciare un segnale forte, non solo all’interno del partito, ma anche all’esterno. Un segnale di cambiamento, rinnovata credibilità, ritrovata democraticità e una nuova fase di elaborazione politica. Il nostro impegno, attraverso un confronto leale, costruttivo e solido, sempre incentrato sulla politica, è quello di individuare una governance in grado di interpretare al meglio, sia da un punto di vista organizzativo che politico, ciò che il nuovo Partito democratico deve essere.
Fa parte di un gruppo di lavoro che sta analizzando i contenuti per individuare il profilo ideale del segretario che dovrà guidare le battaglie del partito sul territorio. Da ex deputata nazionale, sa bene quanto sia cruciale una presenza costante sul territorio, aspetto in cui il Pd dovrà forse riscoprire la propria identità. Cosa ne pensa in merito?
“Condivido pienamente. La fase di confronto politico e le esigenze del territorio evidenziano una grave crisi di rappresentanza che colpisce tutti i partiti. La gente è sfiduciata perché le istanze locali appaiono sempre più lontane. Dobbiamo costruire un partito radicato sul territorio, che parta dalla città e abbracci le diverse realtà orografiche della provincia di Messina, vasta e variegata nelle sue necessità. Solo con una strutturazione capillare sul territorio potremo affrontare con fiducia i futuri appuntamenti elettorali”.
Un ruolo chiave lo avranno i circoli, con l’elezione dei segretari che poi confluiranno nell’assemblea per l’elezione del segretario nazionale. È una fase delicata e importante, a cui state lavorando non solo a Messina, ma anche in provincia.
“Senza dubbio, l’elezione della segreteria nazionale ha dato nuova linfa al partito, favorendo la riapertura di circoli inattivi e l’apertura di nuovi, grazie all’arrivo di nuovi iscritti che guardano con fiducia al Pd e lo vedono nuovamente come un punto di riferimento, ruolo che negli ultimi anni era venuto meno. Proprio per questo non possiamo deludere queste aspettative e dobbiamo essere assolutamente fedeli al territorio e alla sua struttura. C’è molto da fare sulla strutturazione dei circoli, dato che questo è un territorio vasto e complesso, e il Pd, purtroppo, anche in città è stato carente in questo senso. Sono fiduciosa perché ho riscontrato un grande interesse verso la militanza e la partecipazione politica, cosa che non si vedeva da tempo. Perciò credo che con l’elezione dei segretari dei circoli esistenti e la nascita di nuovi circoli, che saranno la colonna vertebrale del partito, riusciremo finalmente ad essere rappresentativi”.
Quali sono le priorità e i valori emersi dal lavoro del vostro gruppo?
“Tra i nostri primi obiettivi c’è la rifondazione della cultura politica alla base del partito. Non perché la precedente fosse sbagliata, ma perché ciascuno di noi, con la propria storia, esperienza e bagaglio politico e umano, ritiene che il partito debba seguire la linea tracciata dal partito nazionale. Elly Schlein ha indicato una via nuova, dimostrando che si può governare un partito senza correnti, sottocorrenti o capi di riferimento. Deve essere un partito libero, autonomo e indipendente, che in un certo senso viva in discontinuità con il passato. Discontinuità non significa cancellare tutto: il Pd ha un patrimonio di valori e persone da salvaguardare e valorizzare. Il vero punto di forza di questo Congresso e del percorso che ci attende è proprio la rifondazione della cultura politica del partito. Dimostrare che una generazione nuova è in grado di governarlo, perché come lei sa bene, in politica si è sempre detto che i giovani saranno il futuro. Credo che oggi Schlein abbia dimostrato che i quarantenni possono essere il presente di questo partito e devono esserlo. Insieme potremo costruire il futuro che ci attende, un futuro che spero coinvolga molti più cittadini rispetto al passato”.
Dopo le elezioni in Sardegna e Abruzzo, si è discusso molto sulla salute del centrosinistra e del Pd. A Messina, come stanno le cose?
“È indubbiamente una fase nuova, delicata e di osservazione. Il tempo ci dirà lo stato di salute del partito. Al momento siamo in una fase di ricostruzione, anche se il termine è forse un po’ abusato: si è sempre detto che il centrosinistra va ricostruito o rifondato. Io credo che debba rivivere, vivere e soprattutto interpretare il ruolo che gli è sempre stato assegnato, cosa che forse in passato non ha fatto appieno. Parlo di tutte le forze progressiste della città. È il momento di dimostrare con forza che esiste un’alternativa alle destre, un’alternativa all’amministrazione attuale. Un’alternativa che c’è, ma che forse finora non è stata comunicata con sufficiente vigore”.
Candidature nell’area Schlein? Circolano i nomi di Armano Hyerace e Domenico Siracusano per la vostra area, ma si era parlato anche di Maria Flavia Timbro. Riuscirete a trovare una candidatura unitaria? E ci potrebbe essere una convergenza con l’area Bonaccini?
“Non ho mai amato parlare di nomi, tantomeno del mio. Credo che ci siano molte personalità da valorizzare in questo partito. Sono emersi nomi di validissimi compagni e certamente penso che si debba puntare ad una candidatura unitaria nell’area Schlein, ma in un partito che vuole essere solido è necessario dialogare anche con l’area Bonaccini, che conta a sua volta personalità valide. Terminata la fase di elaborazione all’interno dell’area, sarà sicuramente il caso di confrontarsi per capire se ci sono i margini per una candidatura unitaria. In caso contrario, vincerà comunque la partecipazione democratica. È bene che le diversità all’interno del partito emergano in modo costruttivo, non distruttivo”.