Al via il processo ai due medici indagati per i 35 presunti casi di assenze irregolari. L'Asp non sarà parte civile
E’ decollato in questi giorni il processo sui casi di assenteismo al presidio 118 di Letojanni, sfociata nell’arresto dei medici Antonino Corica di Messina e l’angiologo Antonino Ferlito di Santa Venerina, nel febbraio 2017.
Il processo di primo grado si è aperto davanti al giudice monocratico Sergi ed è subito entrato nel vivo.
Il Pubblico Ministero ha chiamato a testimoniare gli agenti di Polizia che hanno eseguito gli accertamenti, e non è mancata un poco di “baruffa” tra loro e i difensori degli imputati, gli avvocati Filippo Mangiapane e Bonaventura Candido. A fine giornata, l’udienza è stata aggiornata a fine giugno.
Al processo figurano come testimoni i due medici, che sono ancora in servizio e né l’Asp né altri soggetti hanno chiesto di essere ammessi come parti civili.
Nel prosieguo degli accertamenti, infatti, le accuse nei loro confronti sono state ridimensionate e anche il procedimento disciplinare, discusso davanti al Collegio Arbitrale di Palermo, si è concluso senza alcuna sanzione nei confronti dei due camici bianchi.
Ferlito e Corica devono quindi ora difendersi dalle accuse di falso e truffa, legati a 35 episodi ricostruiti dalla Polizia, mentre è stata archiviata l’ipotesi di reato di peculato.
Trentacinque notti, tra il 2014 e il 2016, in cui l’uno avrebbe “coperto” l’altro, consentendogli di apporre firma postuma, risultando in servizio al presidio mentre in realtà era altrove.
Attraverso telecamere piazzate all’esterno del presidio e tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, il Commissariato di Taormina ha ricostruito circa 2 anni di attività effettiva prestata dai professionisti nel delicato servizio del 118.