La Cassazione mette il sigillo alla condanna di 12 imputati che dovranno anche risarcire l'Iacp. Processo da rifare per 3 dipendenti
Diventa definitiva per 12 persone la condanna per i casi di assenteismo all’Istituto autonomo case popolari di Messina. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di quasi tutti gli imputati che avevano tentato la carta della Suprema Corte per uscire dal processo, mettendo il sigillo alle condanne decise per loro lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Messina.
Soltanto per tre imputati, invece, la Cassazione ha annullato quella sentenza, disponendo il rinvio degli atti ai giudici di secondo grado di Reggio Calabria. Processo d’Appello da rifare, quindi, per Giuseppe Crisafulli, Pasquale Mazzeo e Giuseppa Billè, difesi dagli avvocati Fabio Petrucci, Angelo Colosi e Domenico Floramo. In appello erano stati condannati a 5 mesi, ma per loro la partita è ancora aperta.
Condanna definitiva, invece, per Maria Barbera Della Neve, Valentina Denaro, Marianna Ricci, Antonino Novak, Antonio Zanchì, Valerio Antonio Colicchia, Carmelo Gibilisco, Maurizio Gibilisco, Antonio Giuseppe Mancuso, Santi Grillo, Salvatore Pizzi e Tiziana Versaci. In secondo grado avevano incassato condanne da un anno e un mese a 5 mesi. Tutti dovranno anche pagare le spese del processo, 2 mila euro ciascuno, e risarcire le spese processuali sostenute dallo Iacp, 5 mila euro complessivamente.
Insomma la Cassazione certifica che l’assenteismo allo Iacp di Messina c’era davvero, mettendo l’ultima pietra sull’inchiesta partita nel 2012 con 4 eclatanti arresti della Guardia di Finanza di Messina tra i dipendenti, e ben 96 altri indagati, ovvero la quasi totalità dei dipendenti dell’Istituto.
L’indagine, battezzata Badge Sicuro, ha svelato attraverso le telecamere e i pedinamenti di finanzieri che in moltissimi casi i lavoratori dell’Istituto strisciavano il cartellino, o lo facevano strisciare a un collega compiacente, ma in realtà non erano in ufficio. In qualche caso uscivano per fare shopping, andare al bar o dal barbiere, in altri erano assenti per diverse ore. Nel 2018 la Corte d’Appello di Messina definì 65 condanne complessive.
Il caso, eclatante, fu uno dei primi in Italia e contribuì al varo della legge Brunetta sui licenziamenti per i casi di assenteismo tra i dipendenti degli enti pubblici. A Messina lo Iacp ha già adottato provvedimenti disciplinari per i casi più gravi scoperti dalla Finanza. Per altri, attendeva il pronunciamento definitivo della giustizia penale.
Quindi, saranno licenziati?