L'Orsa Maggiore, cooperativa che si è aggiudicata l'appalto, ha informato Comune e sindacati dell'esigenza di avviare prioritariamente al lavoro gli operatori uomini per soddisfare le richieste di assistenza degli utenti di sesso maschile per ragioni di riserbo e pudore. Su tutte le furie lavoratrici e la Fp Cgil.
Donne? No, grazie, non ne abbiamo bisogno. Detta così probabilmente sembra più una provocazione, purtroppo però è quanto sta accadendo in uno degli innumerevoli passaggi di personale e servizi in quello che è un vero balletto tra vecchie e nuove cooperative, dopo gli ultimi bandi e i nuovi affidamenti dei servizi sociali comunali. A raccontare quella che è indiscutibilmente una vera e propria discriminazione sono le tre lavoratrici che in questo momento sono fuori dal servizio perché la coop non ha bisogno di loro.
Si tratta del servizio di assistenza domiciliare ai disabili acquisito dalla cooperativa Orsa Maggiore di Acicatena, subentrata alla coop Alba che ha lasciato una graduatoria di 70 operatori, graduatoria che la nuova vincitrice avrebbe dovuto rispettare senza batter ciglio perché così prevedono le clausole inserite nei bandi per garantire continuità occupazionale ai lavoratori proprio nei passaggi di gara e appalti. Da capitolato però i lavoratori previsti per questo servizio sono 55 + un assistente sociale, i 14 in più sono quelli che la vecchia coop ha assunto con il sistema delle sostituzioni e grazie alla donazione delle ore da parte dei lavoratori in favore di colleghi che altrimenti sarebbero rimasti fuori in quel precedente cambio di appalto. Un copione che ovviamente si è ripresentato anche questa volta. L’Orsa Maggiore in un primo momento aveva chiuso la porta a qualsiasi ipotesi di assunzione oltre i 55 + 1 previsti da capitolato. E’ iniziata la concertazione sindacale, molti lavoratori hanno detto sì alla donazione delle ore, la Fp Cgil ha presentato una sua proposta per l’assunzione di 70 unità con tanto di ripartizione delle ore, proposta molto provocatoria indirizzata ad un’altra organizzazione sindacale perché tra le altre cose chiedeva che le ore donate dai lavoratori della Fp Cgil andassero ad altri lavoratori tagliati fuori sempre iscritti al sindacato. Questa fase interlocutoria ha portato all’assunzione da parte dell coop dei lavoratori in graduatoria dal numero 55 al 61, nel frattempo altri operatori hanno detto sì alla donazione delle ore per salvare tutti i colleghi in graduatoria e quando la questione sembrava ormai volgere ad una soluzione positiva ecco l’amara scoperta.
Con una nota indirizzata all’assessore Nino Mantineo e ai sindacati, l’Orsa Maggiore ha annunciato la volontà di non rispettare la graduatoria e di scavalcare le ultime donne rimaste ancora in lista d’attesa per tornare a lavoro, in favore di alcuni colleghi uomini. Il motivo? A spiegarlo è proprio la cooperativa: “Considerata la tipologia di utenza da assistere, il monte ore degli operatori uomini è risultato insufficiente ad evadere le richieste di assistenza degli utenti di sesso maschile che, per ragioni di riserbo e pudore, chiedono l’intervento di operatori uomini. Di contro risulta un monte ore delle operatrici donne assolutamente sproporzionato rispetto la tipologia dei servizi risultanti dai piani di lavoro predisposti, in quanto per alcune di esse, il monte ore sottoscritto in sede di accordo sindacale, è superiore all’impegno giornaliero ad esse richiesto”.
In pratica la coop dice che siccome ci sono più uomini che donne disabili a cui prestare assistenza domiciliare hanno la precedenza ad essere assunti gli operatori uomini. Per garantire riserbo e pudore. Una spiegazione che ha fatto andare su tutte le furie le lavoratrici che raccontano di anni di lavoro accanto a uomini e donne indistintamente e che ha fatto mobilitare la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè che proprio questa mattina incontrerà la coop. In contemporanea a Palazzo Zanca l’assessore Nino Mantineo ha promesso alle lavoratrici un faccia a faccia per trovare insieme una soluzione e porre fine ad una vicenda che appare surreale. Ciò che sindacato e lavoratrici vogliono fermare è l’ultima azione annunciata lo scorso 19 gennaio dall’Orsa Maggiore: procedere allo scorrimento della graduatoria avviando prioritariamente al lavoro gli operatori uomini senza tener conto delle posizioni delle donne.
Poi c’è anche lo strano caso di una quarta operatrice che alle spalle ha un’anzianità di servizio di ben 13 anni e che in graduatoria doveva trovarsi al 39esimo posto ma scorrendo gli elenchi non ha trovato il suo nome. Uno “scherzo” figlio di uno dei tanti passaggi da una coop all’altra in cui la lavoratrice era stata prima licenziata perché senza il titolo necessario per continuare ad operare e poi tornata in servizio una volta ottenuta l’abilitazione per ritrovarsi adesso di nuovo fuori senza che nessuno le abbia spiegato il perché.
Sono purtroppo le tante storture di un sistema che continua a trascinarsi sempre uguale con centinaia di lavoratori che continuano ad essere prigionieri e in bilico.
Francesca Stornante