I sequestrati sono stati effettuati stamattina dai finanzieri della Compagnia di Taormina, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, dott. G. De Marco.
Avevano creato un gruppo di società imprenditoriali, tutte operanti nel settore del commercio carni e animali, con l’unico scopo di accumulare debiti, soprattutto fiscali, e mettere a punto un fruttuoso meccanismo: ogni qual volta una società era destinata al fallimento, ne veniva creata un’altra ad hoc su cui trasferire tutta l’attività economica.
E’ vastissimo l’operazione targata Fiamme Gialle che, stamattina, ha condotto all’arresto di tre persone accusate di associazione a delinquere finalizzata a bancarotta fraudolenta, ricettazione e infedeltà patrimoniale. Si tratta di un cinquantenne di Santa Teresa Riva, finito direttamente in carcere, un 61enne di Savoca ed un 77 di Messina, a cui sono stati concessi i domiciliari.
Insieme a loro, l’inchiesta coordinata dal Sostituto Procuratore Carchietti, conta in tutto 10 indagati.
Le indagini erano scattate nella primavera del 2013 quando le verifiche fiscali nei confronti di 4 società (di cui 2 fallite), riconducibili al 50enne, avevano fatto emergere illeciti di dimensioni enormi: oltre 83 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione ed oltre 5 milioni di euro di IVA.
Grazie all’attività investigativa, nel giro di poco è venuto alla luce tutto il trucchetto che il 50enne metteva in atto per aggirare la tassazione e lo Stato.
Le compagnie societarie che venivano di volta in volta formate, si ricollegavano sempre ai familiari che si alternavano nel ruolo di amministratori, sebbene la gestione era di fatto effettuata dallo stesso imprenditore. Il ruolo degli altri due, invece, era di coordinatore e consigliere tecnico-contabile occulto.
Oltre agli arresti, le Fiamme Gialle taorminesi hanno effettuato il sequestro di 4 aziende riconducibili agli indagati nonché quote societarie, veicoli, immobili e disponibilità finanziarie a queste riconducibili per un valore di oltre 2 milioni di euro. Sono stati sottoposti a sequestro e affidati alle cure dell’amministratore nominato dalla Procura della Repubblica anche 105 bovini e 35 ovini detenuti dalle aziende sequestrate. A firmare i decreti è stato il Gip Giovanni De Marco. (Veronica Crocitti)