Waterfront preso d'assalto, nasi allì'insù a curiosare tra le colonne dell' "Opera" di Tresoldi, runner e famiglie al Porto Vecchio
L’occasione, in fondo, era troppo ghiotta. L’ultima domenica di maggio, con un sole che finalmente “spacca le pietre”.
Coi primi turisti in giro per Reggio Calabria, con la regione in zona gialla ormai consolidata, e mentre tutti i notiziari proiettano virtualmente il Paese in zona bianca entro il 21 giugno…
Sì, un’occasione troppo ghiotta.
E allora, ieri i reggini (e i pochi vacanzieri già arrivati) hanno davvero vissuto un festivo da “liberi tutti”.
Lungomare Falcomatà, ma anche e soprattutto Lido comunale e Waterfront assiepati come non si vedeva da tempo. Gente ovunque; e per lo più, con la mascherina (ottimo segno). File da 20 minuti per mangiare un gelato in piedi, strapieni i locali muniti di tavolini. Il “Porto Vecchio”, nello storico quartiere Candeloro, improvvisamente invaso da runner e genitori con carrozzine e velocipedi e outfit all’ultima moda. Tutti col naso all’insù, provando a entrare in contatto con l’anima calcidese vagante, curiosando tra le colonne dell’Opera di Edoardo Tresoldi. I bar – non tutti – che improvvisamente il caffè te lo servono in tazza e al bancone, anche se per ora in verità non si potrebbe. I pannelli solari dell’area portuale quasi luogo di pellegrinaggio, anche per via degli ambìti parcheggi.
Domenica 30 maggio è stata pure questo. E voglia di tornare a vivere, ma in particolare voglia d’archiviare la pandemia a suon di vaccinazioni e di buonsenso.