Altri due indagati nell'inchiesta della Finanza sulle nomine in sanità. I dettagli e i nomi
MESSINA – In attesa degli gli interrogatori di garanzia dell’ex deputato regionale Antonio Catalfamo, di Barcellona, e la dirigente medico del Papardo Francesca Paratore, di Castroreale, l’inchiesta della Guardia di Finanza sui movimenti dell’esponente politico scuotono la vita politica della città del Longano. Perché insieme agli arresti sono stati spiccati due avvisi di garanzia a carico di altri due indagati.
Si tratta di un esponente politico dell’attuale Giunta comunale, l’avvocato Angelita Pino, e di un consulente anche lui storicamente impegnato politicamente nella stessa area di riferimento, pur in gruppi d’appartenenza diversi, Santi Cautela.
Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati perché il sostituto procuratore Marco Accolla e i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria, ai comandi del colonnello Girolamo Franchetti, vogliono chiarire alcuni aspetti emersi dalle conversazioni intercettate. E’ probabile quindi che anche loro saranno ascoltati, nel prosieguo degli accertamenti.
L’inchiesta nasce da alcuni accertamenti delle fiamme gialle su nomine e altre vicende generali relative alla sanità siciliana. Sotto la lente sono così finite le conversazioni della Paratore, nominata direttore dell’unità operativa di Internazionalizzazione e ricerca del Papardo nell’ottobre 2021, e l’allora deputato regionale, impegnato in vista delle successive campagne elettorali, alle quali ha partecipato puntando, e mancando, la rielezione. Tra i due, secondo gli investigatori, emerge un rapporto personale stretto che il deputato avrebbe tentato di far valere a fini politici.
E’ così che in quegli anni si puntava, è l’ipotesi della magistratura messinese, a ottenere l’assunzione, presso la ditta che si era aggiudicata l’appalto per le pulizie del presidio ospedaliero, di un soggetto vicino. Con la stessa logica sarebbe stato predisposto un bando per la borsa di studio: il beneficiario figura tra gli indagati, mentre ad un altro indagato è stata prospettata la possibilità di ottenere una utilità in cambio di un “passaggio di gruppo”.
Adesso toccherà ai diretti interessati chiarire la natura dei fatti che secondo la Procura messinese integrano le ipotesi di reato di tentata concussione e concussione, a cominciare dai primi faccia a faccia col giudice delle indagini preliminari.
li hanno scoperti anche grazie al ” DINA” ?????